Strategia Aziendale e Strategie di Internazionalizzazione delle Imprese – Rapidita’ nell’Esecuzione
La piu’ bella strategia di internazionalizzazione non serve a molto se non e’ figlia della strategia aziendale e se non e’ la piu’ rapida possibile, soprattutto quando si parla di export extra UE.

INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE
Si sente dire che l’internazionalizzazione delle imprese, per portare risultati, richiede anni.
A parte che anche i progetti di internazionalizzazione molto complessi dovrebbero essere divisi in stages manageriali – con risultati misurabili alla fine di ogni stage – c’e’ un piccolo particolare che nessuno pare mai prendere in considerazione: la situazione geopolitica cambia, soprattutto nei paesi extra UE – dove va la piu’ parte dell’export italiano. Cambia soprattutto in questo momento.
La rapida mutazione delle condizioni politiche in Medio Oriente ed Africa, nonche’ nell’Est Europa – ma anche nell’Europa Occidentale e negli USA, come dimostrano i recenti avvenimenti negli Stati Uniti ed in Catalogna – dovrebbe avere dimostrato che la rapidita’ e’ essenziale.
Ma questa non e’ l’unica ragione che impone rapidita’.

STRATEGIA DI INTERNAZIONALIZZAZIONE E STRATEGIA AZIENDALE
Strategia aziendale?
Posto che la strategia di internazionalizzazione dovrebbe essere subordinata – ed una conseguenza – della strategia aziendale, ho l’impressione che le strategie di internazionalizzazione tutto siano fuorche’ strategie. Questo si verifica in particolare per le PMI.
Fondamentalmente, tali strategie appaiono spesso studiate come elementi indipendenti, piu’ in funzione del mercato che dell’impresa. Del resto, questo prendere in considerazione solo i mercati, i finanziamenti, i fattori legali ed altri aspetti del genere sembra essere piu’ la norma che l’eccezione.

Perche’ esiste l’azienda?
Questo e’ un primo problema, ed anche grave: l’azienda esiste per fare profitto, non per fare internazionalizzazione; e neanche per fare export.
Se ad esempio l’impresa riesce a fare profitto, ed in abbondanza, senza bisogno di internazionalizzare, potra’ decidere per una percentuale di fatturato estero abbastanza ridotto per cominciare. Questo e’ un esempio di sana strategia aziendale.
Viceversa, buttarsi a capofitto nell’internazionalizzazione – senza prima stabilire gli obiettivi strategici dell’azienda – puo’ portare a vere e proprie catastrofi.
E naturalmente, ogni strategia che si rispetti implica una approfondita analisi dei rischi, i quali implicano un’approfondita analisi geopolitica. In ogni caso, i soli calcoli economici di export non bastano.

LIVELLO OPERATIVO E STRATEGIE DI INTERNAZIONALIZZAZIONE
Il livello operativo
Supponendo di avere fatto i compiti ed avere quindi una solida strategia aziendale, passiamo ora direttamente alla strategia di internazionalizzazione?
La risposta e’ no.
Perche’?
Perche’ la strategia d’impresa stabilisce cosa fare, ma NON come farlo. In poche parole, manca un passo intermedio, ovvero quello che Jomini chiamava Grande tattica e che negli usa viene chiamato Livello operativo.

Il come
Ovviamente, cominciare ad operare sul campo senza avere definito il come non e’ una buona idea.
Chiaramente, avendo gia’ deciso a livello strategico quanta (e dove) internazionalizzazione fare, il come gia’ includera’ le operazioni all’estero. Anzi, ancora meglio – includera’ sia le attivita’ domestiche che quelle estere.
Immaginate il vantaggio di un simile modo di operare: simbiosi, risparmio di tempo e denaro, soluzioni estremamente migliori e piu’ efficaci.

Le strategie di internazionalizzazione
Una volta definito quanto sopra, si puo’ passare alla strategia di internazionalizzazione vera e propria. A questo punto, quest’ultima non solo non presentera’ alcun conflitto con gli obiettivi dell’impresa e sara’ anche estremamente piu’ facile da delineare – cosa di non poco conto per una PMI.
Avendo inoltre gia’ studiato la parte geopolitica, si trattera’ solo di approfondire questo aspetto fondamentale.
Ed a questo punto, bisognera’ decidere anche i tempi. O meglio, stabilire i tempi piu’ nel dettaglio in funzione dei tempi dell’impresa – gia’ stabiliti a livello strategico aziendale.

LA RAPIDITA’ NELL’ESECUZIONE E’ FONDAMENTALE
Internazionalizzazione senza pianificazione?
Avendo parlato di tempi ed avendo ricordato quanto velocemente cambino le condizioni geopolitiche, vi possono essere ben pochi dubbi sulla necessita’ di un’esecuzione il piu’ rapida possibile.
Questo e’ anche un motivo in piu’ per studiare i tempi tecnici dei singoli progetti in modo molto realistico, per poi rispettare tali tempi. Al di la’ dei problemi e delle perdite che implicano gli sforamenti delle tempistiche previste, si corre il rischio che nel frattempo la situazione locale cambi anche radicalmente.

Cosa diceva Sun Tzu?
Del resto, anche Sun Tzu scriveva, ‘La sua [del guerriero] energia e’ come una balestra tesa, la sua tempistica come tirare il grilletto‘.
In poche parole, la rapidita’ nell’esecuzione e’ sempre e comunque necessaria, anche quando non si parla di internazionalizzazione.
Ma Sun Tzu rimarca anche un’altra cosa: prima di partire con la fase operativa, l’impresa deve essere come una balestra tesa; le operazioni mal studiate o senza una sana strategia aziendale non ricadono certamente in questa categoria.
Immaginate le conseguenze di un’esecuzione troppo lenta relativamente alle condizioni locali.

Sun Tzu ed i mercati esteri
Ma allora la domanda che sorge spontanea e’: e se non e’ possibile muoversi abbastanza velocemente?
La risposta di Sun Tzu sarebbe stata: muoviti su un altro terreno o cerca un’altra strada. Lezione molto importante, soprattutto per l’export extra UE.
Alla fin fine, tutte le analisi ed i calcoli che vengono fatti servono anche a questo: a cambiare o, se necessario, a fermarsi per tempo.
Nel caso dell’internazionalizzazione la cosa e’ anche piu’ semplice, perche’ di mercati esteri ce ne sono tanti.

Da dove partire?
Ovviamente, se si procede come visto, ovvero partendo dalla strategia aziendale, si potranno fare cambiamenti molto presto, evitando cosi’ perdite di tempo, di denaro e rischi.
Viceversa, se si parte dalle strategie di internazionalizzazione, magari in pacchetto, ci si accorgera’ troppo tardi dell’errore. E comunque, non avendo definito il livello operativo si incontreranno molte difficolta’ sul momento – ovvero spese, ritardi e quant’altro.

RAPIDITA’ SIGNIFICA UN RUSH SENZA FERMARSI?
Certo che no!
Ho parlato della massima rapidita’ possibile, non della rapidita’ fine a se’ stessa; inoltre, un vecchi proverbio dice che il troppo stroppia.
Il progetto di internazionalizzazione
Questo e’ importante anche per stabilire i tempi del progetto: quando si parla di internazionalizzazione e’ buona cosa ragionare per progetti – bisogna naturalmente avere ben compreso cosa e’ veramente un progetto, e questo purtroppo tantissimi non l’hanno mai compreso.
Una delle cose peggiori che si puo’ fare e’ impostare i tempi di un progetto non sulla base di un’analisi appropriata, bensi’ sulla base di un contratto firmato prima di avere valutato come si deve fare la cosa – studio di fattibilita’ adeguato per cominciare.
Inoltre, un progetto va sempre diviso in stages manageriali, sia per ragioni di controllo e gestione, sia per ragioni contabili – la liquidita’ vi interessa, vero?
Quindi rapidita’ e’ ben diversa da fretta, che come si sa e’ sempre una pessima consigliera e fa i gattini ciechi.
Siete convinti che i risultati intermedi sono fondamentali per la liquidita’, per controllare come va, per il personale, per il cliente, per fare cambiamenti se necessario?

E i risultati?
E qui torniamo un po’ a quelli che sostengono che per vedere risultati del processo di internazionalizzazione ci vogliono anni. Non solo vanno contro la regola fondamentale, ovvero la velocita’, si dimenticano bellamente di quanto appena esposto.
Diciamocela tutta: se date ascolto a certe idee, rischiate di ritrovarvi nelle peste – anche in assenza di complicazioni geopolitiche.
Del resto, chiunque abbia esperienza di export extra UE – e non solo – sa bene che se i soldini non arrivano abbastanza presto i rischi aumentano a dismisura. Perche’ mai dovrebbe essere diverso con l’internazionalizzazione?

STRATEGIA AZIENDALE, STRATEGIE DI INTERNAZIONALIZZAZIONE, ESECUZIONE
La strategia aziendale , questa sconosciuta
E’ ovviamente imperativo per l’impresa essere veloce con l’esecuzione, il piu’ veloce possibile. Ma per essere veloci occorre una chiara e realistica strategia di internazionalizzazione, che come abbiamo visto e’ figlia della strategia d’impresa.
Purtroppo, attualmente gli aspetti piu’ volte rimarcati sembrano non trovare posto nei calcoli di molti temporary export manager Italian style. Troppi cominciano dalle strategie di internazionalizzazione, dimenticando sia la strategia aziendale che il livello operativo.
Sun Tzu scriveva: La vittoria appartiene alla fazione che fa il punteggio piu’ alto nelle valutazioni al tempio [dove si pianificavano le cose importanti], prima della battaglia.

Export – vietato improvvisare
Certo, tutto cio’ e’ complicato ed implica una serie di ragionamenti che comprendono tutta l’azienda come business; implica che un’impresa deve impegnarsi a fondo, rivedere il business case aziendale, riorganizzarsi.
Ecco quindi che:
- L’internazionalizzazione e’ ben diversa dal semplice export
- Non bastano certamente un agente commerciale ed un avvocato
- Le strategie di internazionalizzazione a se’ stante rischiano di portarvi a perdite – come minimo di tempo – soprattutto se sono a pacchetto.
Video – Strategie di Internazionalizzazione per PMI
E LA CONCORRENZA? C’E’ ANCHE ALL’ESTERO
Mai dimenticare la concorrenza
Anche senza parlare di internazionalizzazione o di export, sappiamo tutti molto bene che piu’ lunghi sono i tempi, piu’ grande e’ il rischio che la concorrenza sia piu’ veloce.
Piu’ veloce nel mettere in campo una novita’, un nuovo prodotto, un nuovo servizio.
Piu’ veloce nell’entrare nel mercato che ci interessa.
Piu’ veloce nell’esecuzione a livello di proposta, per cui, a parita’ di altre condizioni, il cliente probabilmente scegliera’ la concorrenza.

E la concorrenza locale?
Se poi produciamo o costruiamo qualcosa (magari tecnologico) per/all’estero, sappiamo bene cosa puo’ significare un prodotto studiato per uno specifico mercato – e relative condizioni ambientali – per poi ritrovarsi con un pugno di mosche.
Che soddisfazione c’e’ ad investire risorse in una nuova auto 4×4 che possa operare in un certo paese, pregustando lauti guadagni … e poi magari un’ impresa locale propone un rifacimento di surplus militari – di chissa’ quale esercito – ad un costo che e’ un quarto del nostro, e soprattutto sei mesi prima?
E magari non si tratta solo di export in un lontano paese extra UE, ma anche di avere messo su un impianto di montaggio in quel paese.

Esempio – impianto tecnologico all’estero
Se vogliamo fare un esempio di altro tipo, immaginiamo un po’ un grande impianto tecnologico: tutto bene, pero’ poco prima dell’inizio della fase esecutiva il primo ministro firma un accordo con il ministro degli esteri di una grande nazione; un accordo pluriennale di miliardi su miliardi.
Magari siete stati molto:
- Accorti con il contratto – ovvero avete fatto bene i vostri calcoli nel tempio
- Veloci con la fase studi – e quindi avete gia’ cominciato con quella esecutiva.
Ecco allora che vi ritrovate in una certa posizione.
Ma supponete invece di non avere ancora posato la prima pietra ed avete difficolta’ ad ottenere il via dagli Enti preposti. Ecco che vi ritrovate in tutt’altra posizione.
E naturalmente, se la fase esecutiva e’ abbastanza breve, la situazione e’ chiaramente migliore; ma se invece dura anni …

Rapidita’ nell’esecuzione
Certo, come gia’ rimarcato non bisogna mai essere frettolosi; ma il piu’ rapidi possibile si!
Siete ora convinti che la rapidita’ passa innanzitutto attraverso la una strategia aziendale adeguata ed un robusto livello operativo, che precedono la strategia di internazionalizzazione?

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