5 Semplici Domande sull’Export per Capire la Politica Estera della UE
Le news raccontano una storia piu’ che evidente: per quanto prima di Unione Europea si chiamasse CEE – Comunita’ Economica Europea, la UE sta dando la precedenza agli aspetti politici. In poche parole, sta trascurando quello che – come potenza economica di prima grandezza – era il suo punto di forza, per privilegiare quello che e’ sempre stato il suo punto debole, ovvero la politica estera.

LA POLITICA ESTERA DELLA UE
Prima di parlare di politica estera della UE, parliamo di strategia.
Se vogliamo andare sullo specifico, la UE non ha una propria strategia, per cui privilegiare la politica a scapito dell’economia – e quindi dell’export – e’ assurdo. Senza una chiara strategia, non si puo’ fare politica estera.
I risultati sono davanti agli occhi di tutti:
- Da una parte, meno export per almeno 100 miliardi di euro – e 2 milioni di posti di lavoro
- Dall’altra parte, investimenti cinesi – ed import – sempre piu’ grandi. Vedi le sanzioni contro la Russia e le loro conseguenze.
Ma cominciamo dalle domande.

1) QUALI SONO I RISULTATI DELLE SANZIONI VERSO LA RUSSIA?
I dati:
- 100 miliardi di euro e 2 milioni di posti di lavoro in meno per la UE e la Svizzera
- In particolare per l’Italia, circa 12 miliardi, 215.000 posti di lavoro e 0.9% del PIL
- Per la Germania, 27 miliardi di euro e 500.000 posti di lavoro.
C’e’ inoltre da aggiungere che l’appetito russo per l’import dalla UE e’ diminuito a seguito delle sanzioni. Le conseguenze finali saranno probabilmente ancora peggiori di quanto previsto inizialmente dagli analisti.
Per la Russia, all’inizio sembrava che il danno sarebbe stato anche maggiore di quello per l’Europa. Ora sembra evidente che l’Europa ci rimette molto di piu’ dei russi.
Simili conseguenze in un periodo nero per l’economia sono equivalenti a quelle di una piccola guerra perduta – perche’ non finisce li’.

Export del made in Italy
Come conseguenza ulteriore, il made in Italy viene gia’ copiato abbondantemente – fonte: Coldiretti – in Russia. Cio’ potrebbe significare che quanto copiato raggiungera’ anche altri mercati.
Sempre in Italia, intere aree sono state pesantemente colpite dalle sanzioni, per cui ci potrebbero essere ulteriori conseguenze – magari sociali.
In generale, l’atteggiamento della UE verso la Russia sembrerebbe incontrare poca comprensione tra la popolazione. Questo non puo’ non avere conseguenze sulla fiducia nell’istituzione stessa – di recente gia’ poco popolare.

2) CONOSCI I DATI DELL’IMPORT DALLA CINA E DELL’EXPORT EUROPEO?
Per quanto riguarda il commercio di beni, dal 2012 al 2014 la UE e’ sempre stata in passivo per cifre ben oltre i 100 miliardi di euro.
Gli investimenti cinesi nell’Unione Europea, ed in particolare in Italia, sono in continua crescita.
Soprattutto per l’Italia, e’ fin troppo evidente che tanta parte dell’import dalla Cina e’ costituito da beni base – a basso prezzo.
In poche parole, l’uomo della strada – in evidenti difficolta’ economiche – ricorre all’offerta piu’ bassa.

3) L’INCREMENTO DELL’IMPORT DALLA CINA E’ UNA CONSEGUENZA DELLE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA?
Quanto appena visto significa che le difficolta’ economiche dei paesi della UE, difficolta’ alimentate dalle sanzioni verso la Russia, favoriscono l’acquisto di beni cinesi da parte della popolazione. Si puo’ quindi dire che le sanzioni hanno un doppio effetto: riduzione dell’export ed aumento dell’import.
In effetti, nel 2014 la bilancia UE dei beni verso la Cina e’ peggiorata di 5.9 miliardi rispetto al 2013, mentre nel 2013 era migliorata di 15.9 miliardi rispetto al 2012.
Ovviamente, molte PMI in fase di internazionalizzazione sono state colpite duramente da quanto visto.
Da notare che il referendum per l’indipendenza della Crimea – ovvero l’evento che si puo’ considerare l’inizio della crisi tra Russia ed Occidente e che ha dato inizio alle sanzioni – si e’ tenuto nel marzo 2014.

4) QUALI SONO LE CONSEGUENZE STRATEGICHE ED ECONOMICHE DALL’AVVICINAMENTO RUSSO ALLA CINA?
Torniamo alla politica estera della UE
La politica estera occidentale – considerata non proprio amichevole dalla Russia – aveva gia’ portato la Russia ad esportare in quantita’ (soprattutto) prodotti petroliferi verso la Cina. Le sanzioni hanno accelerato al massimo questa tendenza.
Dal punto di vista strategico per la Russia era piu’ conveniente stringere rapporti con l’Occidente. Tuttavia l’atteggiamento sempre piu’ ostile di quest’ultimo, nonche’ la continua espansione della NATO ad est, non hanno lasciato scelta alla Russia: sempre piu’ stretti rapporti con la Cina.

La Cina e l’export UE
L’economia cinese ha bisogno di enormi quantita’ di materie prime e di energia. Senza energia, non esiste un’economia cinese.
La Cina si trova a grande distanza da gran parte dei mercati, mentre la Russia e’ a portata di trasporto terrestre dall’Europa. E’ quindi ovvio che le aziende europee privilegino la Russia per l’export.
Ma la presenza delle sanzioni ostacola l’export verso la Russia, per cui le imprese europee si stanno sempre piu’ rivolgendo ai mercati americani e cinesi. C’e’ un solo problema: la distanza e l’obbligo dell’uso del trasporto marittimo fanno aumentare i costi.
Video – Putin: “le sanzioni alla Russia sono sciocche perchè penalizzano gli stati che le applicano”
La Nuova Via della Seta e le rotte marittime dell’export
In poche parole, le aziende europee subiscono un calo dei profitti.
D’altra parte, la Cina e’ facilmente raggiungibile (ma la Nuova Via della Seta potrebbe cambiare parzialmente la situazione) solo per via marittima. Da qui – ed al di la’ della pletora di teorie occidentali – discende l’interesse cinese per una marina militare d’alto mare e per il controllo di tutte le vie di accesso ai suoi porti.
Ovviamente, per esportare la Cina ha bisogno di vie marittime sicure.
Ma lo stesso e’ valido per la Russia: specie con le sanzioni in atto, le vie marittime e l’accesso ai porti diventano fondamentali.
Guarda caso, il Mar Nero ed il Baltico sono sempre state le vie preferenziali per lo scambio commerciale russo. Se Mar Nero significa Crimea, Baltico significa San Pietroburgo – vicino ai paesi baltici.
Le imprese occidentali dovrebbero prestare piu’ attenzione a questi aspetti quando definiscono la loro strategia aziendale.

5) PERCHE’ LA UE STA DANDO LA PRECEDENZA ALLA POLITICA ESTERA A DISCAPITO DELL’EXPORT?
In poche parole, l’Unione Europea si e’ data alla politica
Questo non e’ in se’ stesso un male, ma l’Unione Europea sta sacrificando l’economia sull’altare della politica. Pur di imporre – senza peraltro alcun risultato – una certa direzione alla Russia, la UE non ha esitato a sacrificare l’aspetto economico.
Cosa abbia spinto la UE, la piu’ grande potenza economica del mondo, a sacrificare il suo punto forte in favore del suo punto debole – la politica estera – non e’ ben chiaro. A meno di ammettere che l’Unione Europea non ha una politica estera degna di questo nome, ovviamente.
Onestamente, sfugge ad ogni comprensione perche’ la UE si sia avviata sulla strada di un piccolo disastro economico, senza nemmeno realizzare che si tratta anche di un disastro politico.

La politica estera dell’Unione Europea in Oriente ed in Medio Oriente
Mentre sul fronte sud un’entita’ fattasi stato (l’Isis) non e’ ancora stata sconfitta al 100% – fra l’altro in un’area cruciale per i rifornimenti energetici – la UE sta apparentemente facendo di tutto per rendere la Russia (che ha gas e petrolio) ostile.
Le materie prime russe prendono la via della Cina, che cosi’ puo’ esportare ed investire nell’Unione Europea, dove le imprese gia’ colpite dalle sanzioni si ritrovano una concorrenza cinese sempre piu’ agguerrita.
La disoccupazione aumenta, e nel frattempo la popolazione non riesce a comprendere perche’ la UE stia sollevando un polverone spropositato con la Russia – mentre non fa quasi niente a sud.

Volendo fare una previsione:
- Se la UE non invertira’ la rotta, le situazione dell’export peggiorera’ sempre di piu’
- 100 miliardi e 2 milioni di posti di lavoro in meno avranno conseguenze non solo economiche, ma anche sociali e politiche
- La disaffezione degli europei verso l’Unione raggiungera’ livelli critici
- Si rischia la disintegrazione della UE.

CONCLUSIONI
Per concludere, un’opinione personale: l’Unione Europea non ha una politica estera. Purtroppo, si tratta di un “nano” politico che pesta i piedi a casaccio per farsi sentire – senza rendersi conto che sta calpestando i suoi stessi interessi, non solo economici ma anche politici.
Meglio se torna a fare quello in cui la CEE era la prima della classe.
Cosa ne pensi?