Come Fare Internazionalizzazione di Impresa in Romania?

In Romania ci sono molte opportunita’ per l’export e l’internazionalizzazione di impresa, soprattutto nella meccanica e nei settori: agricolo, agroalimentare, ambientale, infrastrutture e trasporti, edilizia.

TANTI PARLANO DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DI IMPRESA – POCHI NE PARLANO IN MODO SODDISFACENTE
Romania
Visto che stavo organizzando un convegno ufficiale della Federazione Ordini Ingegneri Veneto sull’internazionalizzazione, ho avuto la possibilita’ di assistere ad un interessante evento sull’internazionalizzazione ad Expo Aquae. Argomento: la Romania.
Come nel caso del convegno su Russia e CSI, si trattava di un evento sponsorizzato che pero’ era ben fatto, con:
- Il patrocinio del MISE – Ministero dello Sviluppo Economico
- La collaborazione – tra gli altri – di Unioncamere Veneto e di Aquae Venezia.

Il convegno
Specifico che non ho – ne ho mai avuto – rapporti con la banca organizzatrice del convegno.
Preciso che non riporto qui tutti gli interventi, mi limito a riportare e commentare alcune parti che mi sembrano degne di nota.
Elaborazioni e commenti sono miei e non possono essere ascritti ai relatori. Ho talvolta cambiato l’ordine dei punti esposti, in modo da dividerli in base a criteri piu’ adatti ad un testo.

ROMANIA ED INTERNAZIONALIZZAZIONE – PANORAMICA GENERALE
Nel 2005, le imprese venete presenti in Romania costituivano il 22% delle aziende italiane, per un totale di circa 7.000 investimenti.
Quanto segue e’ basato su quanto esposto da Veneto Banca:
- Il PIL rumeno ha segnato un + 2.8% nel 2014, mentre le previsioni per il 2015 erano di un + 3.3%. Penso che questi dati siano molto interessanti, perche’ pur non essendo dello stesso ordine di grandezza di quelli cinesi sono comunque molto positivi; inoltre, i dati sono piu’ affidabili di quelli cinesi, i rischi sono minori e la distanza estremamente minore. C’e’ da aggiungere che, pur non adottando l’euro, la Romania fa parte della UE, con tutti i vantaggi conseguenti
- Tra lo 01.01.2015 ed il 31.05.2015, l’import rumeno e’ stato di circa 6 miliardi di euro, con un + 18% di investimenti stranieri rispetto allo stesso periodo del 2014
- Fondi strutturali UE: per il 2014 – 2020, sono stati stanziati per la Romania ben 22.9 miliardi di euro
- Sono previsti investimenti ingenti per le infrastrutture
- L’agricoltura e’ un settore strategico
- Le imprese con capitale italiano sono circa 40.000. In poche parole, per numero di aziende – ma non per capitale – l’Italia risulta la prima. Questo mi porta a concludere che sono si’ presenti tante imprese italiane, ma che si tratta in maggioranza di operazioni di internazionalizzazione medio-piccole.

Quanto segue e’ basato su quanto esposto dal Commissariato Generale della Romania per Expo 2015:
- La necessita’ di incentivare la diplomazia economica rispetto a quella politica. In questo sono perfettamente d’accordo, come ho gia’ scritto in 5 Semplici Domande sull’Export per Capire la Politica Estera della UE
- La vicinanza culturale / di carattere tra Italia e Romania – entrambi paesi latini – e’ un fattore estremamente positivo
- Di nuovo l’accento sull’agricoltura. In generale, tutti gli interventi hanno sottolineato l’importanza di questo settore per la Romania
- L’importanza di mantenere le tradizioni. Sottolineo che, per quanto possa apparire secondario, questo fattore e’ di primaria importanza per chi vuole internazionalizzare: indica chiaramente come ci si deve avvicinare al mercato rumeno. Del resto, avendo la fortuna di avere eccellenti amici rumeni di lunga data – con cui ho lavorato in giro per il mondo – posso confermare che si tratta di un popolo molto orgoglioso che tiene in gran conto le proprie tradizioni
- La Romania punta all’indipendenza energetica. Rilevo che questo fattore e’ estremamente importante per il futuro economico di un paese. Se l’operazione avra’ successo, la Romania diventera’ ancora piu’ interessante.

Quanto segue e’ basato su quanto esposto da ICE – Bucarest:
- Bilancia commerciale: la Romania ha circa un 3% di deficit
- La manodopera e’ ancora a basso costo. Qui devo rilevare che rispetto ad una decina di anni fa gli stipendi sono comunque aumentati molto. C’e’ da aspettarsi che – man mano che la situazione diventa piu’ rosea – gli stipendi cresceranno
- La posizione geografica e’ strategica. Penso che questo sia ovvio per chiunque consulti una cartina geografica. Pero’ i paesi in posizione strategica che siano anche stabili e con un’economia che sembra avere un futuro roseo non sono molti.

Quanto segue e’ basato su quanto esposto da Confindustria – Romania:
- Le operazioni sui mercati esteri stanno aiutando a tenere in piedi le imprese italiane. Anche qui, una conferma di quanto dicono i dati macro-economici; al di la’ dei dati, fa sempre bene sentire la testimonianza di chi opera praticamente in altri paesi.
Quanto segue e’ basato su quanto esposto dalla Camera di Commercio Italiana per la Romania:
- Il debito rumeno e’ pari al 40% del PIL. Rilevo il dato non eccezionale, ma molto migliore di quello di tanti paesi, Italia per prima
- La moneta e’ il Leu, non l’euro. Aggiungo che in tempi relativamente recenti il cambio Euro – Leu e’ stato relativamente stabile, oscillando attorno ad un valore di circa 4.40 (1 E = 4.40 Leu).

LE IMPRESE ITALIANE IN ROMANIA – DOVE INTERNAZIONALIZZANO LE AZIENDE?
Come gia’ scritto, in Romania vi e’ una notevole presenza italiana, il 22% della quale e’ costituito da aziende venete.
Quanto segue e’ basato su quanto esposto da ICE – Bucarest:
- In realta’, delle circa 40.000 aziende italiane solo la meta’ circa e’ operativa. Anche se questa discrepanza non e’ stata spiegata, posso supporre che le altre siano state create ma che non corrispondano a reali attivita’ – questo spiegherebbe una serie di controlli che mi risulta siano in atto in Romania
- Se si calcola l’export verso la Romania – e non il numero – l’italia e’ il secondo paese dopo la Germania
- La presenza italiana e’ piu’ cospicua nel nord-ovest del paese.

AGRICOLTURA, MECCANIZZAZIONE ED AGROALIMENTARE
Come gia’ scritto:
- L’agricoltura e’ uno dei settori piu’ interessanti
- Le imprese venete rappresentano ben il 22% delle aziende italiane in Romania.

Quanto segue e’ basato su quanto esposto dalla Camera di Commercio Italiana per la Romania, che si e’ concentrata sulle possibilita’ per le imprese venete:
- L’Agricoltura contribuisce al PIL per il 6-7%, pero’ la popolazione occupata rappresenta il 30-35%
- A fianco di pochissime grandi / enormi aziende agricole, ne esistono tantissime di piccolissime. Nel secondo caso si tratta principalmente di agricoltura di sussistenza
- La meccanizzazione agricola e’ scarsa ed i terreni irrigati molto pochi. La potenzialita’ dei terreni viene sfruttata solo al 50%
- I cereali costituiscono il 64% dei raccolti
- C’e’ una forte necessita’ di sviluppo dell’agricoltura biologica; le certificazioni in merito sono considerate “facili”
- Il bisogno di macchine agricole di tutti i tipi e’ molto forte. Le opportunita’ per le aziende – sopratutto venete – della meccanica sono quindi evidenti.

Sempre la Camera di Commercio Italiana per la Romania:
- Nel 2013, l’agroalimentare ha visto 5.09 miliardi di euro di export e 4.77 miliardi di import
- Dal 01.06.2015, l’IVA sugli alimentari e’ scesa dal 24% al 9%. Rilevo come questo dato sia molto positivo per i consumi, poiche’ prima della modifica i rumeni spendevano (in media) un terzo del reddito per l’alimentazione
- Nell’agroalimentare c’e’ la tendenza a ribaltare i rischi sull’esportatore – verso la Romania – ed a dilazionare i pagamenti. Sottolineo come questo sia un fattore che va valutato in maniera approfondita prima di passare alla fase operativa dell’internazionalizzazione.

Quanto segue e’ basato su quanto esposto dallo Studio Schoenerr:
- I fondi (di investimento) comprano parecchi ettari, perche’ ci sono delle sovvenzioni statali. In questo modo, in cinque anni vanno in pari e poi cominciano a guadagnare senza bisogno di coltivare
- I piccoli produttori di ortaggi non riescono ad entrare nella grande distribuzione, per cui questo settore e’ pressoche’ totalmente dipendente dall’importazione – i turchi fanno la parte del leone. Ritengo che questo punto sia di particolare interesse per le aziende venete del settore agroalimentare, fortemente colpite dalla guerra delle sanzioni tra EU e Russia
- I terreni irrigabili costituiscono solo il 7%. Inoltre, se in Europa la media produttiva e’ di 7 t. per ettaro, in Romania e’ solo di 2.4 t
- Il 2013 ha visto un incremento del 24.8% nell’importazione di macchine agricole. Sottolineo ancora una vlta le opportunita’ che i dati mostrano per le aziende meccaniche venete, in particolare del settore agricolo.

Quanto segue e’ basato su quanto esposto da KW Forester:
- La PAC – Politica Agricola Comunitaria – della UE prevede ben 7 miliardi di Euro per la Romania.
Quanto segue e’ basato su quanto esposto dal ICE – Bucarest:
- Il settore agroalimentare e’ promettente
- Il vino italiano in particolare e’ molto valutato.
- Nonostante i prodotti italiani siano apprezzati, sono pur tuttavia molto cari per la maggior parte della popolazione. Mi sembra evidente che questo sia un motivo piu’ che valido per passare dall’export puro all’internazionalizzazione.

ENERGIA, INFRASTRUTTURE E TRASPORTI, EDILIZIA E SETTORE IT
Come gia’ scritto, la Romania mira all’indipendenza energetica. Questo potrebbe rappresentare una possibilita’ per le aziende che operano nel settore energia.
Per le infrastrutture, l’approvazione del MPGT (Master Plan Generale dei Trasporti) significa enormi possibilita’ per le imprese che vogliono fare internazionalizzazione.

Ho approfondito la questione, e fra l’altro si parla di enormi investimenti in:
- Strade – con piu’ di 13 miliardi di euro solo per le autostrade
- Ferrovie – piu’ di 10 miliardi di euro per il recupero di quasi 2900 km. di linee
- Porti
- Aviazione – e quindi aeroporti
- Centri intermodali.
In totale, si tratta di 45,451 miliardi di euro. Naturalmente, si tratta di entrare nel sistema degli appalti pubblici.

Quanto segue e’ basato su quanto esposto dallo Studio schoenerr:
- E’ consigliato un partner locale. Questo e’ un consiglio che personalmente do sempre ai corsi, soprattutto quando si parla di progetti tecnici
- I primi mesi non ci si deve aspettare di vincere appalti – lo ‘scotto‘ da straniero. Traduzione da buon project manager: calcolare alcuni mesi di “rodaggio” nel programma di internazionalizzazione.

L’ edilizia e’ collegata al fortissimo sviluppo del settore IT
Quanto segue e’ basato su quanto esposto da ICE – Bucarest:
- L’edilizia e’ molto promettente e servono soprattutto distributori di materiali edili
- Vanno molto alcuni prodotti – soprattutto per interno – come i marmi lavorati, ecc. Sottolineo come si tratti di tipici prodotti italiani la cui qualita’ e’ riconosciuta in tutto il mondo.
Quanto segue e’ basato su quanto esposto dallo Studio Schoenerr:
- La bolla immobiliare nel settore uffici (+ 14% in un anno) e’ dovuta al boom in IT (Information Technology) e dei call centers.
- Il settore IT presenta dei rischi. Inoltre, c’e’ un nuovo sistema fiscale. Sono perfettamente d’accordo: si tratta di un settore “volatile”, perlopiu’ al servizio di esigenze estere, e che prospera grazie alla disponibilita’ di personale a basso costo. Penso che tutti ricordino cosa e’ accaduto in Occidente al settore blue chips qualche anno fa.

AMBIENTE, RETI FOGNARIE, SICUREZZA IDRAULICA
La biodiversita’ e’ considerata una delle prime risorse nazionali
Ritengo quindi che questo settore abbia un futuro roseo, anche se probabilmente attingera’ principalmente a risorse umane interne.
Resta da vedere quali possibilita’ hanno le imprese italiane – magari piccole ed operanti in settori di nicchia – come fornitrici di tecnologia avanzata.

Per quanto riguarda l’ambiente in generale, quanto segue e’ basato su quanto esposto dalla Camera di Commercio Italiana per la Romania:
- Ci sono possibilita’ per gli appalti in campo ambientale
- Si parla di vari progetti, anche grossi, per la messa in sicurezza di fiumi rumeni. Personalmente, operando attivamente anche nel settore sicurezza idraulica / gestione rischi ed emergenze, intendo approfondire questo aspetto. Magari ne scrivero’ nel prossimo futuro
- Le reti fognarie sono un settore promettente. Rilevo come questa sia un’ovvia conseguenza dello sviluppo edilizio, ma forse anche dell’attenzione che la Romania di oggi ha per l’ambiente.
L’export della meccanica veneta potrebbe avere interessanti possibilita’ sul mercato rumeno
MECCANICA ED AUTOMOTIVE
La meccanica
Come visto, il settore agricolo presenta ottime possinbilita’ per le aziende che fanno export di meccanica.
Estremamente interessante e’ anche il mercato automotive, soprattutto per i sub-fornitori
Quanto segue e’ basato su quanto esposto dalla Camera di Commercio Italiana per la Romania:
- Le industrie dell’automotive contribuiscono al 10% del PIL rumeno
- Tantissime aziende europee sono presenti in Romania, dove le sub-forniture sono veramente molte.
Qui, chiaramente, c’e’ da approfondire se per caso il mercato non sia gia’ saturo.
Certo che un’impresa che lavora in sub-fornitura potrebbe farci un pensiero ed indagare questo aspetto, soprattutto se opera in un settore di nicchia.

ASPETTI ECONOMICI E LEGALI, RISCHI
In questo capitolo non ripeto quanto gia’ detto in proposito nei capitoli precedenti, in particolare il primo (Romania ed internazionalizzazione – Panoramica generale). Mi concentro invece su aspetti piu’ specifici.
Quanto segue e’ basato su quanto esposto da ICE – Bucarest:
- L’inflazione e’ in calo, ed ultimamente ha raggiunto valori negativi. Qui devo rilevare che se si conferma il dato deflazionistico, nel futuro potrebbero esserci dei risvolti negativi per la Romania. Ma questo dovra’ essere valutato in seguito se la tendenza si conferma
- La corporate tax unica e’ al 16%
- Il sistema giudiziario non e’ efficiente; questo significa problemi per la risoluzione delle controversie commerciali. Personalmente, ritengo che questo punto sia molto importante: significa non solo rischi maggiori e la forte necessita’ di contingency plans, ma anche l’opportunita’ di garantire (od assicurare) il credito in qualche forma.

Quanto segue e’ basato su quanto esposto dallo Studio Schoenerr:
- La burocrazia e’ molto forte. Sottolineo che questo e’ un aspetto che di solito ha delle implicazioni ben note alle imprese, soprattutto quando si parla di appalti pubblici; non mi dilunghero’ quindi su cio’. La necessita’ di un calcolo dei tempi adeguato e dell’adozione di ampie tolleranze di tempo e’ imperativa
- Il consiglio di affidarsi comunque sempre ad un legale prima di concludere. Aggiungo che e’ il caso che il legale conosca non solo il diritto rumeno – ed eventualmente internazionale – ma anche le prassi adottate in Romania, nonche’ le casistiche e le contromisure necessarie.

Quanto segue e’ basato su quanto esposto dallo Studio Boscolo & Partners:
- L’aliquota per le micro-imprese (ricavi sotto i 65.000 E) e’ pari al 3%, calcolata sui ricavi. Rilevo che per quanto si tratti di cifre molto ridotte, potrebbe essere un aspetto interessante per le micro-imprese italiane, leggi artigiani
- Per le aziende in black-list, l’aliquota e’ del 50%
- C’e’ il differimento della tassazione sull’acquisto dei beni nuovi come i macchinari e simili. Direi che questo aspetto e’ estremamente interessante, soprattutto per le aziende della meccanica e del settore agricolo-meccanico
- Il diritto del lavoro e’ ‘vicino‘ ai datori di lavoro. Le organizzazioni sindacali sono poco diffuse e non c’e’ l’obbligo del contratto collettivo.

Alcune considerazioni sull’internazionalizzazione in Romania
Aggiungo che le condizioni appena viste sono estremamente favorevoli all’internazionalizzazione.
Le informazioni a disposizione e la conoscenza personale dei rumeni mi inducono comunque a consigliare di trattare con rispetto ed equita’ i lavoratori. Questo dovrebbe essere fatto sempre ed ovunque, ma ho gia’ sentito di comportamento arroganti che hanno avuto pessimi esiti.

Altri elementi
Sono in atto parecchi controlli sugli stranieri che vivono e lavorano in Romania. Questo mi risulta anche da fonti dirette, e penso che sia legato alla discrepanza tra il numero di investimenti ed il numero di imprese operative
Il costo orario per dipendente, nel caso delle imprese con piu’ di 10 dipendenti, e’ minore di 5 E.
L‘IVA e’ al 24%, ma il parlamento ha approvato la sua riduzione al 20% nel 2016 ed al 19% nel 2017.
Visto che tutti sanno quali conseguenze abbia anche un piccolo aumento dell’IVA, e’ evidente che l’approvazione cosi’ in anticipo delle nuove aliquote da’ un segnale chiaro agli investitori. Consiglierei quindi a chi e’ intenzionato ad internazionalizzare in Romania di cominciare velocemente le operazioni – ovvero cominciare a fare considerazioni geopolitiche e strategiche.

La burocrazia rumena
Dal 2016, non si paga l’IVA per le transazioni immobiliari.
Se avviare un’impresa e’ facile, ottenere la Partita IVA e’ un ‘calvario‘: sono necessari mesi, e c’e’ il rischio di non ottenerla.
Penso che questo fattore sia fondamentale: non solo bisogna muoversi per tempo, ma bisogna anche prendere tutte le misure necessarie per garantire (per quanto possibile) il buon esito dell’operazione.
Video: European Journal, Romania – Bucharest’s Building Boom
CONCLUSIONI
Sperando di non avere mal compreso qualcosa, resto a disposizione per eventuali correzioni, precisazioni, integrazioni e commenti.
Potete raggiungermi sia alla pagina di contatto che commentando questo l’articolo.
Mi fa sempre piacere ricevere feedback e scambiare opinioni.
Potete contattarmi quando volete anche se vi serve una consulenza professionale di export od internazionalizzazione.
Ps: Export OK e’ anche su Telegram – https://t.me/exportok

marzo 7, 2017 alle 21:47
Uno dei motivi delle 40000 società italiane deriva dal fatto che in Romania, fino a qualche tempo fa, gli stranieri dovevano formare un’impresa per acquistare dei terreni.
Sul “calvario” per ottenere la partita IVA, non sono del tutto d’accordo: sono in contatto con un paio di avvocati e mi descrivono la procedura come tutt’altro che complicata.
Il clima politico è “mosso” in questo periodo ma direi che sono molto simili a noi in questo: l’economia ha imparato a convivere con cadute di governi, manifestazioni, ecc.
Ho appena scritto un articolo che integra alcuni aspetti societari rispetto alle ottime osservazioni economiche che hai fatto http://expand2east.it/aprire-una-societa-in-romania/
Il consiglio migliori che ho letto è quello di affidarsi sin da subito a studi di avvocati/commercialisti di comprovata esperienza: come noterete il costo non è basso (la qualità tende a farsi pagare in Romania, più che in Italia) ma vi eviterà molti problemi.
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