Dominion – Missili ed Export
L’export e l’internazionalizzazione non dipendono solo da fattori economici. Avete mai preso in considerazione i missili a lungo raggio, e quanto i missili terra-aria influenzano le condizioni geopolitiche?

EXPORT E MISSILI A LUNGO RAGGIO
Missili terra-aria
Pensate davvero che il vostro export:
- Non sia influenzato in maniera determinante dai missili terra-aria a lungo raggio?
- Sia influenzato solo da considerazioni economiche?
Siete davvero convinti che tutto sia deciso dai voucher per l’internazionalizzazione e relativi temporary export manager “formato” burocrazia italiana?
Allora chiedetevi quanti miliardi ha perso l’Egitto a causa della notizia di un missile lanciato contro un aereo di linea. Sara’ un caso se la notizia e‘ stata resa pubblica solo dopo l’esplosione in volo di un aereo di linea russo?
E figuratevi che non si trattava nemmeno di un missile a lungo raggio!
Per non parlare della crisi dovuta ai missili balistici della Corea del Nord. Tali missili sono intercettabili solo da sistemi dedicati come il Thaad – o da missili come quelli della serie S-300, come ad esempio il S-400.

I missili russi S-300 ed S-400
S-300
In un mondo in cui il potere aereo e’ fondamentale, pochi hanno prestato attenzione allo sviluppo dei missili terra-aria a lungo raggio.
Eppure, la consegna dei missili russi S-300 all’Iran grazie alla fine dell’embargo – giusto per fare un esempio – avra’ un’influenza geopolitica pratica maggiore del famoso programma nucleare iraniano.
Il fatto che l’embargo americano sia tornato, non significa, che i missili siano ormai operativo.
Ma c’e’ di piu’: le capacita’ strategiche del S-300 -ed ancora di piu’ del S-400 sono tali che i missili possono essere usati dalla Russia come merce di scambio con parecchi paesi. Merce di scambio che si traduce in influenza politica, contratti commerciali, export ed internazionalizzazione d’impresa.
l presidente serbo ha chiesto a Putin la fornitura di due divisioni di missili S-300. Tale fornitura garantira’ la continuazione dei rapporti privilegiati tra Serbia e Russia.

S-400
Parliamo delle vendite dello sviluppo del S-300 – ovvero il S-400 – a Cina e Turchia?
Questo missile:
- E’ il piu’ potente che esista al momento. Anche l’India lo vuole
- Come merce di scambio economica e geopolitica, non ha eguali
- Sta cambiando la situazione strategica in parecchi teatri.
Che c’entra l’export con i missili terra-aria?
L’influenza sul vostro export di quanto appena visto?
Come ogni vero export manager dovrebbe sapere, la Serbia e’ una via privilegiata per esportare in Russia.
Dopotutto, chi non vorrebbe un sistema d’arma capace di:
- Abbattere missili balistici come i famigerati Scud?
- Dominare lo spazio aereo fino a qualche centinaio di chilometri di distanza?
Ma analizziamo le implicazioni geopolitiche ed economiche del dispiegamento dei sistemi missilistici terra-aria a lungo raggio.

DOMINION – I MISSILI A LUNGO RAGGIO
I vecchi missili anti-aerei a lungo raggio
Nel passato vi sono stati missili a lungo – ad esempio i Nike-Hercules americani – o lunghissimo raggio, come gli SA-5 Gammon russi raggio.
Si trattava tuttavia di missili con capacita’ di ingaggio molto limitate. Ad esempio, i Nike-Hercules erano stati concepiti per colpire formazioni di bombardieri russi tramite una testata nucleare.
Inoltre, tali missili a lungo raggio:
- Non potevano colpire missili balistici
- I radar – sia di scoperta che di puntamento ed ingaggio – avevano delle capacita’ limitate
- Non potevano ingaggiare bersagli multipli
- Erano efficaci solo a quote alte o medio-alte.

Patriot ed S-300
Le cose sono cambiate con il famoso – ma forse non altrettanto efficace – Patriot americano e le serie S-300 russe. Parlo di serie perche’ non solo le prestazioni variano grandemente, ma anche perche’ in Occidente si era distinto tra SA-10 e SA-12 (S-300V, costruito per l’esercito e molto diverso dal SA-10).
I missili recenti sono in grado di:
- Ingaggiare missili balistici – perlomeno della classe Scud
- Colpire anche a quote medie e medie-basse
- Attaccare bersagli multipli
- Resistere molto piu’ dei loro predecessori alle contromisure elettroniche.
Per le versioni piu’ recenti del S-300 si parla di:
- Una portata massima di 300-400 Km.
- La capacita’ di colpire anche aerei stealth (“invisibili” ai radar) e missili cruise – utilizzati in gran quantita’ dagli americani, ma anche dai russi.
Chiunque puo’ quindi rendersi conto del valore strategico degli S-300.
D’altronde, le pressioni su Turchia e India perche’ non acquistino gli S-400 russi – nonche’ i timori siriani per i missili ora schierati in Siria – la dicono lunga sulla loro importanza geopolitica.

Dominion – Fine della superiorita’ aerea assoluta
La caratteristica piu’ preziosa dei missili anti-aerei a lungo raggio e’ legata alla modalita’ usuale di attacco delle aviazioni occidentali.
Detta modalita’ consiste nel bombardamento da media quota con l’uso di bombe intelligenti o missili, in modo da:
- Azzerare le possibilita’ di abbattimento
- Ridurre al minimo le perdite civili. Questo e’ fondamentale per non perdere il favore dell’opinione pubblica.
Missili come il S-300 – soprattutto se adeguatamente protetti da sistemi anti-aerei per la difesa a corto raggio – rendono totalmente impraticabile le usuali procedure d’attacco occidentali.

Case study – USAF
I missili come il S-400 possono quindi ridurre drasticamente l’efficacia della temibile aviazione americana. Giusto per fare un esempio.
Per tornare ad essere veramente efficaci, le forze aeree americane dovrebbero operare con perdite elevate. Tuttavia, dal Vietnam in poi l’opinione pubblica americana non tollera piu’ tali perdite.
In poche parole, quando decidete di esportare e di chiedete dove farlo, vi ponete mai il problema di come e quanto potrebbe cambiare la situazione – anche economica – a causa della presenza o meno di missili terra-aria a lungo raggio?
E’ per questo che ho scelto di intitolare questo articolo Dominion.

IL RICATTO DEGLI SCUD
La prima guerra del golfo ed i missili balistici
Tanti ricorderanno che durante la prima guerra del golfo i Patriot furono usati – con successo limitato – per proteggere gli stati del golfo dai missili Scud-B iracheni.
Per essere esatti, si trattava di una versione dello Scud-B con meno esplosivo e piu’ carburante – chiamata Al-Hussein.
L’effetto psicologico degli Scud fu paragonabile a quello delle V-2 tedesche – da cui lo Scud era stato sviluppato – della seconda guerra mondiale.
Il loro uso contro Israele aveva il chiaro scopo di allargare il conflitto provocando un intervento israeliano. Infatti Saddam Hussein puntava a dimostrare che si trattava di un’aggressione sionista.

Altri esempi di uso degli Scud
Oltre agli Scud-B, l’Iraq uso’ estensivamente gli Al-Hussein come arma di terrore durante la guerra con l’Iran. L’impatto psicologico fu notevole e la campagna intensiva di lanci termino’ con la fine della guerra.
Del resto, i famosi Scud lanciati contro Lampedusa da Gheddafi ebbero un effetto psicologico enorme. Gheddafi mirava a dimostrare che la Libia poteva colpire perfino l’Italia. Gli effetti del “ricatto” non sono noti, ma sono portato a supporre che siano stati notevoli.
A giugno 2015, i ribelli sciiti yemeniti – gli Huti – hanno lanciato uno Scud contro l’Arabia Saudita, con conseguente shock tra i funzionari sauditi.
Si pensa che l’esercito yemenita possedesse 300 Scud.
A questo punto non si sa quanti di questi missili siano sopravvissuti agli attacchi aerei sauditi di aprile 2015. In ogni caso, ancora oggi si verifica qualche lancio contro l’Arabia Saudita.

Scud: non solo esplosioni ma anche gas
Questo e’ il momento perfetto per ricordare che gli Scud, come la loro “madre” V-2, sono trasportati su mezzi mobili.
Un’ultima nota: gli Scud possono benissimo portare una testata nucleare o chimica. Lleggi gas. Del resto, la Russia aveva previsto di usarli principalmente con una testata chimica nel corso di un’eventuale guerra con la NATO.
La grande paura nel corso della prima guerra del golfo era proprio che l’Irak usasse testate cariche di gas tossici. L’effetto psicologico fu enorme, per non parlare delle spropositate risorse destinate dalla coalizione alla caccia – peraltro con scarsissimo successo – ai mezzi che trasportavano gli Scud.

LA VULNERABILITA’ DELLE INFRASTRUTTURE E DELL’ECONOMIA AI MODERNI MISSILI BALISTICI
Scud e vecchi missili da crociera
Gli Scud sono indubbiamente superati, ma ormai tante nazioni possiedono missili piu’ moderni, che:
- Hanno una maggiore portata
- Possiedono una precisione sufficiente a colpire infrastrutture strategiche come raffinerie, terminal petroliferi, ecc.
Ricordo a tale proposito che il 22 ottobre 1987 un missile iraniano Silkworm ha colpito un terminale petrolifero in Kuwait, provocando un incendio e gravi danni. In quell’occasione, si e’ arrivati vicini alla guerra tra Iran e paesi del Golfo Persico. Il Silkworm, di costruzione cinese, era derivato da un vecchio missile anti-nave russo.
Ricordo che il Silkworm non e’ un missile balistico, ma un vecchio e lento missile da crociera. Ogni considerazione e’ ovvia. Non ci possono essere dubbi sull’effetto psicologico sulla popolazione dell’uso dei missili balistici.

La difesa contro i missili balistici
Colpire i missili prima del lancio? Cosa difficile visto che vengono solitamente lanciati da rampe mobili.
L’unica difesa efficace contro tali missili e’ quindi costituita da missili in grado di intercettarli. Questo ci riporta alle capacita’ dell’americano Patriot e dei russi S-300 ed S-400, con i secondi chiaramente molto piu’ efficaci.
Per chiarire meglio la situazione: se delle raffinerie o dei terminal per il greggio, od addirittura per il gas, fossero colpiti – e magari fosse coinvolta una gas tanker – le conseguenze sarebbero enormi.
Ci sarebbe infatti da tenere conto di:
- Danni immediati
- Virtuale cessazione del traffico marittimo – e non solo – nell’area
- Un aumento vertiginoso del prezzo dell’energia e delle assicurazioni navali.
Per approfondire l’aspetto porti e citta’ costiere, consiglio la lettura del mio articolo Dove Internazionalizzare – Le Grandi Citta’ Costiere.

Altri obiettivi molto vulnerabili
Anche se fosse colpito un grosso oleodotto – od un gasdotto – le conseguenze sarebbero estremamente pesanti.
Per non parlare delle conseguenze sul commercio, e quindi anche sull’export, nell’area colpita.
E’ quindi ovvio che l’internazionalizzazione – a meno che sia ben impostata con calcoli geopolitici ed analisi dei rischi fatti bene – non sarebbe piu’ fattibile per le imprese. Cio’ e’ di particolare rilievo, perche’ i tipici export manager non fanno mai analisi geopolitiche – ne sarebbero in grado di farle.

Un missile, e tutto i vostri sforzi di export vanno a remengo
Tutto quello che ci vuole e’ un missile ben piazzato.
Guarda caso, il missile in questione puo’ essere intercettato da missili come lo S-300. Questo non significa che lo sara’. Pero’, il semplice fatto di godere di una protezione all’altezza della minaccia contribuisce a dare fiducia ai mercati ed alla popolazione civile.
Per quanto riguarda altri missili terra-aria come il THAAD americano e l’Arrow israeliano siccome non hanno capacita’ anti-aeree pratiche non li prendo in considerazione. La loro esistenza dimostra comunque quanto pericolosi siano giudicati i missili balistici. Infatti sono stati concepiti espressamente per intercettare i missili balistici non a lungo raggio

IL CASO SIRIANO E’ ESEMPLIFICATIVO
Missili S-300 in Siria
A seguito degli attacchi aerei israeliani contro l’esercito siriano, effettuati nel 2013 al fine di colpire l’offensiva governativa (che ebbe successo) contro i ribelli siriani, la Russia ha deciso di inviare in Siria gli S-300.
Pare che nell’agosto 2015, ovvero poco dopo il loro arrivo, uno di questi missili abbia abbattuto un F-16 israeliano. Per quanto la notizia non sia mai stata data in Occidente, i resoconti dell’abbattimento sono molto dettagliati e verosimili.
Pare che la versione inviata sia il S-300 PMU2, ovvero con una portata massima di 195 km. In poche parole, dalla Siria e’ possibile colpire bersagli aerei in volo su gran parte di Israele.
Cosa ancora piu’ importante, i radar di scoperta sono probabilmente in grado di coprire tutto Israele, rendendo molto problematici eventuali attacchi alla Siria.

Fine dell’era dei missili cruise convenzionali?
Piu’ recentemente, meno di meta’ dei missili cruise USA del tipo Tomahawk ha colpito la base aerea siriana di Al Shayrat.
Visto che i Tomahawk non sono cosi’ imprecisi, un numero cosi’ ridotto mi fa pensare che la gran parte degli altri sia stata abbattuta dai missili russi.
Per approfondire gli aspetti siriani, consiglio di leggere Siria: le Conseguenze della Grande Strategia USA in Medio Oriente.

I missili anti-aerei a lungo raggio e la geopolitica
Anche per la potente aviazione israeliana vale lo stesso discorso fatto per l’USAF (United States Air Force) e per gli aerei della marina americana: fine delle “passeggiate” a media-alta quota e relativo uso di armi intelligenti.
Ma c’e’ di piu’: i missili a lungo raggio potrebbero essere usati come rappresaglia per eventuali incursioni aeree contro la Siria. Trasporti militari ed aerei di linea sono probabilmente un ottimo bersaglio anche al limite della portata.
In poche parole i missili S-300 hanno cambiato l’equilibrio strategico della regione. Gli S-400 avranno un effetto ancora piu’ marcato.

NIENTE VOLI COMMERCIALI, NIENTE COMMERCIO, NIENTE EXPORT
Missili a lungo raggio? Niente voli commerciali
Come dimostrano il gia’ citato caso dell’aereo russo esploso sul Sinai e l’abbattimento dell’aereo di linea malese in Ucraina, ogni possibile pericolo comporta l’allontanamento volontario dell’aviazione commerciale dal paese minacciato. In fondo, quando i missili cominciano a volare ed a colpire a grandi distanze, anche il semplice errore e’ possibile.
Per le previsioni sui tentativi da parte dell’Isis di destabilizzare l’Egitto – un attacco contro il turismo e’ un attacco all’economia dell’Egitto – Vedi il mio articolo La Scoperta del Gas in Egitto – Le Conseguenze, dove analizzo anche la presenza dell’Isis nel Sinai.

I missili anti-aerei e l’export
Un paese evitato dalle rotte commerciali – fossero anche solo quelle passeggeri – non e’ certamente meta di imprese desiderose di fare export ed internazionalizzazione.
Al giorno d’oggi, l’impossibilita’ dei viaggi aerei – e di spedizione veloce di merce – rende l’export per l’ordinaria impresa praticamente impossibile.
In poche parole, i moderni missili terra-aria a lungo raggio sono in grado di decidere il futuro economico di piu’ stati.
Infatti tali missili possono:
- Proteggere le infrastrutture chiave – o perlomeno dare un minimo di sicurezza e fiducia alle aziende estere – dello stato che li impiega
- Rendere insicuro lo spazio aereo – od una parte di esso – di eventuali antagonisti.
Pensate solo ad Israele: potrebbe veramente rischiare una rappresaglia dalla Siria che renda quasi tutto il suo spazio aereo insicuro?

IO TI DO I MISSILI, TU APRI IL MERCATO ALLE MIE IMPRESE
Al di la’ dell’influenza politica che chi produce i missili terra-aria a lungo raggio puo’ acquisire, e’ indubbio che simili forniture possano aprire la porta all’export in generale.
Chi – specie in aree calde del mondo – non sarebbe pronto a concedere facilitazioni commerciali ed a stringere accordi in cambio di un’arma che puo’:
- Garantire una certa tranquillita’ negli affari internazionali
- Incrementare a dismisura la sicurezza delle infrastrutture e degli impianti strategici per il paese
Dare quella che a tutti gli effetti si puo’ definire come proiezione di potenza al di la’ dei confini nazionali?
Ma non finisce qui.
Missili come gli S-300 riducono grandemente la forza del deterrente americano, e quindi anche la magnitudo dell’influenza americana.

I MISSILI A LUNGO RAGGIO, L’EXPORT E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE
Loro lanciano, tu non fai business all’estero
Ti fai i tuoi bei conti commerciali e vai ad internazionalizzare nel paese X, ricco di risorse naturali.
Tutto va bene, finche’ il paese Z lancia tre missili balistici contro la principale raffineria, il piu’ grosso aeroporto ed il principale porto di X. I missili colpiscono i bersagli – anzi quello sul porto causa una devastante esplosione.
Fine del business, della tua operazione di internazionalizzazione, del profittevole export.

Tu esporti dove ci sono moderni missili terra-aria a lungo raggio
Guarda caso, il paese Y si e’ procurato missili simili agli S-300.
Z ci pensa due volte prima di attaccare Y.
Perche’?
Perche’ sa che:
- Tre quarti del suo spazio aereo diventerebbero inutilizzabili
- Srebbe la fine per il suo export e per la sua economia
- Magari Y riesce pure ad intercettare tutti i missili.

E l’export e l’internazionalizzazione?
Veniamo ad export ed internazionalizzazione.
Nel mondo moderno, chi pensa solo ai fattori commerciali e’ un dinosauro, una reliquia del passato.
La motivazione che si trattava di un fattore imprevedibile in quanto politico non e’ altro che una scusa.
Eppure, quanti sono gli export manager in grado di andare al di la’ delle considerazioni economiche quando curano l’internazionalizzazione di un’impresa?
Posto che ci saranno sempre fattori imprevedibili, sono dell’opinione che trascurare in partenza i fattori geopolitici o militari sia indice di professionalita’ migliorabile.

Geopolitica e fattori militari strategici
Un export manager deve:
- Imparare a conoscere e valutare settori finora male – o niente – conosciuti dai piu’. Ad esempio la geopolitica e gli sviluppi militari e tecnologici
- Ampliare le sue conoscenze e studiare la situazione a 360 gradi.
Questo non si fa in pochi giorni o seguendo qualche corso. Si fa con un costante impegno.
Chi esporta e internazionalizza, o cura le operazioni in questione, deve capire che piu’ di un lavoro si tratta di una missione. Ci vuole passione e conoscenza di campi come quello missilistico.

Pensi ancora che i missili terra-aria non abbiamo un’influenza fondamentale sulla tua impresa?
Benvenuto a Dominion, il nuovo mondo dove:
- Il concetto di rappresentante commerciale e’ ormai totalmente inadeguato
- L‘export manager – specie se temporary – deve essere un professionista che sa analizzare anche i fattori non economici.
