La Caduta degli Dei – Parte 2: Analisi dei Fattori
La caduta dell’Unione Europea. Analisi di: immigrazione, terrorismo, rapporti tra UE e Russia, conseguenze geopolitiche dell’immigrazione, Turchia e Grecia.

UE: LA CADUTA DEGLI DEI E’ PROSSIMA?
L’immigrazione in Europa ed il terrorismo, assieme ai rapporti con la Russia ed altri aspetti geopolitici, costituiscono il fulcro di questa analisi della UE.
Nota
Chi avrebbe mai parlato nel 2015 di collasso dell’Unione Europea? All’epoca, anche per chi dimostro’ interesse la versione originale di questo articolo era piu’ che altro un esercizio futuribile.
Avevo originariamente scritto questo articolo 2015. Ebbene, l’analisi geopolitica fatta allora e’ ancora pienamente attuale.
In poche parole, le mie previsioni geopolitiche si stanno avverando in pieno. Al di la’ della soddisfazione professionale e personale, questo dimostra che e’ possibile fare un’analisi geopolitica accurata anche con anni di anticipo sugli eventi.
Ho aggiornato questo articolo piu’ nella forma che nella sostanza, perche’ le previsioni dl 2015 erano corrette. A breve distanza dalle elezioni europee, ho aggiunto due sotto-capitoli:
- Le ultime notizie
- Le elezioni europee.

Ue, notizie che indicano sempre piu’ una possibile caduta
Le elezioni per il parlamento dell’Unione Europea sono ormai prossime.
Le notizie sulla UE vertono sempre sempre di piu’ su:
- Il dilagare del populismo – di solito associato al rifiuto dell’Unione Europea
- Una gestione della Brexit a dir poco incredibile. Sia da parte britannica che UE, intendo
- Fratture tra paesi – o blocchi – dell’unione.

Cosa analizzo in questo articolo?
Questa e’ la seconda parte di un articolo in tre parti; la prima parte e’ intitolata La Caduta degli Dei – Parte 1: UE, Turchia, Immigrazione e Missili Russi.
Avevo originariamente pensato di dividere l’articolo in due parti, ma poi gli sviluppi mi hanno portato ad espandere l’articolo. Per non tediare i lettori ho quindi aggiunto una terza parte.
In questa seconda parte:
- Analizzo in dettaglio le conseguenze per la UE delle situazioni di Grecia e Turchia
- Tratto dei rapporti UE-Russia, ed in particolare delle conseguenze degli eventi recenti
- Analizzo il fattore immigrazione ed il terrorismo
- Valuto le conseguenze geopolitiche per la UE dell’immigrazione.

COSA RIVELA LA SITUAZIONE DI TURCHIA E GRECIA?
Turchia
Le notizie sono molto chiare. Secondo Bloomberg:
- Perfino prima del tentativo di colpo di stato e delle “purghe” continuava la fuga degli investimenti esteri dalla Turchia, con 7,6 miliardi ritirati agli inizi di dicembre 2015
- Nel mese di novembre erano stati ritirati ben 1.4 miliardi di dollari
- Era prevedibile un’ulteriore fuga di capitali ed un collasso della lira turca.
Anche se dopo le elezioni in Turchia pareva che la tendenza alla fuga degli investimenti si potesse perlomeno smorzare, le conseguenze prima della crisi Turchia – Russia, poi della crisi tra Turchia ed UE, hanno accelerato tale fuga. Del resto, vista la situazione – sia interna che esterna – quale impresa deciderebbe di internazionalizzare in Turchia?
Per chi vuole approfondire la crisi tra Russia e Turchia, ne ho parlato nella prima parte di questo articolo.

Gia’ questo ci porta a porci una domanda
Perche’ mai la UE voleva accelerare l’entrata nell’Unione della Turchia – ovvero di un paese:
- Con una situazione politica interna semplicemente orribile
- Mal visto da altri paesi a causa del “ricatto” dei profughi
- Con pessimi rapporti con la Grecia
- Ai ferri cortissimi con la UE e corti con l’Irak
- Accusato di rapporti – anche commerciali – con l’Isis
- Per un lungo periodo sottoposto ad embargo dalla Russia
- Da cui gli investitori esteri stavano scappando ed in procinto di subire un possibile crollo dalla moneta?

La risposta mi sembra semplice – cio’ e’ dovuto alla UE, ed in particolare:
- Ad una politica di immigrazione dettata da decisioni politiche piu’ che economiche
- Alla sua fallimentare politica
- Ad una generale mancanza di direzione propria
- Alla mancanza di indipendenza rispetto alle amministrazioni USA
- Ad uno scollamento che e’ ormai totale tra l’apparato politico europeo ed i cittadini.

Grecia
Della situazione – anche geopolitica – greca ho gia’ parlato nella prima parte dell’articolo.
Vorrei ora approfondire le conseguenze dell’atteggiamento della UE, di quello russo e di quello Turco.
Riprendendo alcuni concetti fondamentali, abbiamo una Grecia che si sente umiliata dall’Unione Europea e dalle continue violazioni turche dello spazio aereo.
Non sembrerebbe che la NATO – e la UE – piu’ che osservare tali violazioni non faccia. Inoltre, con la crisi Turchia – Russia era stata ventilata la rimessa in cantiere del progetto del gasdotto South Stream.

Come vedono l’Europa i greci?
La Grecia si sente umiliata da una UE che invita immigrati che transitano per la Grecia – con danni enormi per il turismo – e non la difende dalle violazioni turche. Quando parlo di invito, intendo in particolare la Germania, che poi pero’ si e’ ricreduta a seguito dell’opposizione interna.
Stiamo parlando della stessa UE che da’ senza problemi 3 miliardi alla Turchia e che voleva la Turchia nell’unione. In effetti, ancora oggi non ha rinunciato a questa idea, nonostante gli “attacchi” turchi alla UE.

La grecia e’ un paese:
- Europeo anche culturalmente
- Culturalmente piu’ vicino alla Russia che non alla culla dell’impero ottomano
- Impedito a reagire a quelle che percepisce come “prepotenze” della UE
Come puo’ mai percepire tale paese il trattamento di riguardo a “favore” di un paese che non e’ ne’ culturalmente ne’ religiosamente europeo?
Chi conosce la storia greca – in particolare quella dei rapporti tra Grecia e Turchia – puo’ comprendere quanto importante sia questa domanda.

La religione ortodossa
Fra l’altro, ricordo che sia la Grecia che la Russia sono cattoliche ortodosse, cosa che la UE non e’. Chi crede veramente che la religione non abbia piu’ influenza sugli affari interi ed internazionali, dovrebbe solo pensare al caso Isis.
In poche parole, la Grecia si stara’ probabilmente chiedendo che ci fa in UE – necessita’ di riparare il debito esclusa.
D’altra parte, gli eventi recenti non hanno di sicuro incrementato l’entusiasmo – tendenzialmente scarso ormai da anni – della popolazione europea per l’entrata nell’Unione Europea della Turchia.

I RAPPORTI CON LA RUSSIA
Le sanzioni e le contro-sanzioni
Le sanzioni dell’Unione Europea e le loro conseguenze – strategiche e soprattutto economiche – sui rapporti tra Russia e la UE stessa sono state pesanti.
Di tali conseguenze – nonche’ dell’avvicinamento tra Cina e Russia – ho gia’ scritto in 5 Semplici Domande sull’Export per Capire la Politica Estera della UE. In particolare, nell’articolo ho trattato delle disastrose conseguenze delle sanzioni e contro-sanzioni sull’economia europea.
Per evitare ripetizioni, rimando quindi all’articolo appena citato. Voglio qui soffermarmi sulle conseguenze di alcuni avvenimenti gia’ analizzati – con l’esclusione del successo del Front National in Francia – nella prima parte di questo articolo:
- Il progressivo allontanamento, sia politico che commerciale, della Russia dalla UE – ed il corrispondente avvicinamento alla Cina. Tale allontanamento sta grandemente danneggiando le imprese occidentali, sopratutto quelle italiane della meccanica, dell’arredamento e dell’agro-alimentare. La regione piu’ colpita e’ il Veneto
- La Russia ha molto da offrire alla Grecia, sia in termini di eventuale ripresa del progetto South Stream che in termini di difesa dalle violazioni Turche.

Ulteriori conseguenze e missili S-300:
- I missili missili terra-aria a lungo raggio russi S-300 sono estremamente preziosi per la Grecia. Fra l’altro, missili come gli S-300 o gli S-400 (S-300 PMU-3) hanno un’influenza enorme, perche’ sono in grado di limitare grandemente il potere aereo di chi ce l’ha. L’esempio siriano, dove gli Stati Uniti hanno dimostrato evidente preoccupazione di fronte ai missili russi, dimostra l’influenza strategica e perfino politica di tali armi. Ricordo che la politica estera di vari paesi ha nel potere aereo – sia in funzione difensiva che offensiva – uno dei suoi pilastri. Qualcuno potrebbe osservare che i rapporti tra Russia e Turchia sono ora cambiati radicalmente; ebbene, penso che anche Putin si renda conto che tutto e’ possibile nel futuro
- La caparbieta’ europea relativamente ad Ucraina e Crimea e’ altamente negativa sia per i rapporti politici che per export ed internazionalizzazione. Ricordo infatti che gli effetti di sanzioni e contro-sanzioni vanno ben oltre le perdite dirette. Ben piu’ produttivo sarebbe cercare una soluzione che tenga conto dell’obiettiva situazione sul campo, ovvero dell’impossibilita’ di sanare situazioni da guerra civile che necessiteranno di decenni per essere ricucite.

Ulteriori conseguenze e Realpolitik:
- Un po’ di Realpolitik, al posto di posizioni “morali”, avrebbe evitato tanti guai – all’Ucraina per prima, visto che si combatte sul suo territorio. Obiettivamente, un’Ucraina perlomeno neutrale sarebbe stato un bene per tutti, UE per prima – e forse avrebbe evitato la guerra civile
- A seguito degli attentati di Parigi, la Francia aveva stretto un’alleanza pratica con la Russia
- Visto anche il successo dei populisti in parecchi paesi europei e quello possibile del Front National alle prossime elezioni francesi, nonche’ le tante parole dei politici europei (stile ‘Siamo tutti francesi‘) cui non sono generalmente seguiti fatti – impegno sul campo contro l’Isis – non ci sarebbe affatto da stupirsi se la Francia cominciasse ad allontanarsi dalla NATO e forse anche dalla UE. Anche se la vittoria di Macron alle presidenziali francesi ha allontanato questo rischio, non escluderei sorprese future – ricordiamoci che i francesi non sono nuovi a moti di piazza e rivoluzioni.
Per chi vuole approfondire i rapporti tra UE e Russia, rimando ad un altro articolo: La Strategia Politico-Economica Russa della UE, ovvero l’economia come continuazione della politica con altri mezzi.
Ma a questo punto, avendo parlato del successo dei partito populisti, successo che ha sconvolto i politici di tutta Europa, passiamo all’argomento successivo: le elezioni europee.
Video – Elezioni europee 2019: come funziona il meccanismo di voto
Elezioni europee
Penso che a questo punto il successo dei populisti possa diventare un trionfo.
Gli ultimi sondaggi danno addirittura il neonato il Brexit Party di Nigel Farage come primo partito nel Regno Unito.
L’effetto dell’incendio di Notre-Dame saranno sicuramente colossali.
Per essere chiaro: un collasso dei partiti tradizionali significhera’ veramente il crepuscolo della costruzione europea.

IMMIGRAZIONE
Il fattore immigrazione
Come visto finora, l’immigrazione e’ un fattore fondamentale per il presente ed il futuro della UE – non solo economicamente ma anche politicamente.
Cominciamo dalla gestione del progetto immigrazione, che da come vanno le cose stimo fallira’. Ho analizzato a fondo questo aspetto in Immigrazione – Conseguenze Strategiche ed Aspetti di Gestione, cui rimando.
Voglio qui ricordare alcune parole che ho scritto nell’articolo appena citato – del settembre 2015:
[…]
Viste le fratture a livello europeo, si potrebbe perfino verificare un riavvicinamento tra alcuni paesi dell’ Europa dell’Est e la Russia; tale riavvicinamento potrebbe spostare il baricentro europeo verso est.
A tutti gli effetti un fallimento potrebbe andare a vantaggio della Russia, ma anche di tanti altri attori: un’Europa non piu’ in grado di competere nell’arena internazionale significherebbe piu’ export per tutti
[…]
‘… Organizzazioni come l’Isis cercheranno di estendere al massimo la loro strategia di “infiltrazione” (sperimentata con successo dal Al-Qaida), nonche’ di scatenare tensioni tra immigrati ed autoctoni.
[…]

Profughi o rifugiati
Per quanto finora visto, penso che sia evidente come l’estrema insoddisfazione – di Grecia e Bulgaria, ma anche di Ungheria, Romania, Polonia, ecc. – per l’imposizione da parte dell’Unione dell’accettazione e del transito dei profughi provenienti da altri continenti stia causando una crisi senza precedenti a livello europeo.
Forse la crisi non e’ evidente, o forse e’ passata in secondo piano a seguito di Parigi e delle crisi russo-turca e UE-Turchia , ma e’ indubbiamente molto forte. A tutti gli effetti, la UE non si sta piu’ comportando da buona madre di famiglia ma da autoritario padre-padrone.

E cosi’ nascono fronde come il gruppo di Visegrad
Alcuni paesi, Germania in testa, stanno imponendo la loro volonta’ sul futuro non solo europeo ma anche delle singole nazioni. Che tali paesi siano la maggioranza non cambia molto le cose per i paesi contrari.
Consideriamo ora:
- Ungheria e Polonia
- Il successo del Front National in Francia
- La presenza di Pegida (movimento tedesco contro l’immigrazione musulmana)
- La vittoria del populismo in Austria ed Italia
- Il grande incremento di voti per lo AfD in Germania
- Il grande numero di attentati incendiari contro asili – o previsti asili – per profughi in Germania.
Ebbene, la domanda che sorge spontanea e’: i cittadini europei sono d’accordo con i capi politici?

Cos’e una democrazia?
In una democrazia, non e’ possibile portare avanti a lungo una politica invisa alla popolazione.
Certo, l’Unione Europea non e’ una vera democrazia in quanto i capi politici non rispondono direttamente al popolo. Ma questo non puo’ che aggravare gli effetti di un eventuale scollamento.
Tale scollamento e’ inoltre aggravato dalla percezione di tanti cittadini europei, ovvero che l’immigrazione sia portatrice di terrorismo. Tale percezione e’ stata aggravata dal fatto che due dei terroristi di Parigi erano profughi – o perlomeno cosi’ indicavano i loro documenti.

TERRORISMO IN EUROPA
Il terrorismo e’ uno dei problemi principali dell’Europa
In realta’, soprattutto quello dell’Isis e’ un terrorismo che confina molto con la guerriglia.
Parlando in termini militari, e’ ben noto che non e’ possibile condurre a lungo operazioni di guerriglia – e nemmeno di terrorismo su vasta scala – senza un minimo di “sottobosco”.
Se la paura dei governo europei verte sul ritorno dei foreign fighters dell’Isis, e’ evidente che il terrorismo di matrice islamica non potrebbe esistere senza una vasta popolazione musulmana tra cui nascondersi. Voglio essere chiaro: la grandissima parte dei musulmani europei e’ costituita da brava gente. Resta il fatto che senza l’immigrazione l’Isis e le altre organizzazioni terroristiche non avrebbero nessuna possibilita’ di sopravvivenza.

La percezione popolare
In UE, notizie sul terrorismo ci sono, ma del tipo: e’ un lupo solitario, ha problemi psicologici ecc. Di conseguenza, quando si parla di terrorismo l’uomo della strada non crede piu’ alle notizie ufficiali.
L’uomo della strada associa quindi spesso il terrorismo all’immigrazione. Da parte loro, governi e burocrati europei negano qualsiasi legame senza instaurare un dibattito.
Houston, abbiamo un problema.

CONSEGUENZE GEOPOLITICHE DELL’IMMIGRAZIONE
Fattori geopolitici
Tornando agli effetti geopolitici, la politica migratoria europea sta evidentemente “allontanando” parecchi paesi dalla UE stessa.
A cio’ si sommano:
- I danni enormi alle aziende provocati dalla politica europea verso la Russia
- Il comportamento – anche sull’immigrazione – che l’Unione tiene verso la Turchia
- Una Turchia che sta apparentemente “ricattando” la UE con i profughi o migranti.
D’altro canto, e’ fin troppo evidente che la maggior parte dei politici europei vuole l’immigrazione ed ha sempre voluto la Turchia in Europa. Di conseguenza, molti si pongono delle domande sugli obiettivi politici europei.
Fra l’altro, se la Turchia entrasse in Europa non solo vi sarebbe un probabile afflusso di milioni di turchi, i famosi profughi avrebbero accesso a tutta l’Unione Europea.
E gli USA?
L’amministrazione Obama era favorevole sia all’immigrazione in Europa che all’ingresso della Turchia.
Cio’, unito agli evidenti stretti rapporti ed unita’ di intenti con la Germania del cancelliere Merkel, non contribuiva a lenire i cattivi presentimenti di vari paesi e di tanti cittadini.
Il fatto che la UE sia apertamente ostile nei confronti di Donald J. Trump conferma tali presentimenti.

Alcuni eventi nazionali e la politica interna dell’unione
E’ ben noto che:
- La Francia si e’ sempre “smarcata” dalla NATO
- Gi UK avevano molti dubbi sulla UE.
Che ora si aggiungano vari paesi altamente scontenti della politici migratoria – e magari anche di altro – e’ evidente.
Poi sono arrivate la Brexit ed il referendum costituzionale italiano. Ricordo che la riforma costituzionale italiana prevedeva di porre la UE sullo stesso piano della costituzione italiana.
E’ evidente che la UE non ha una propria politica estera e sta andando “a rimorchio”.
Molti si chiedono se la politica interna – immigrazione inclusa – dell’Unione Europea e’ dettata da:
- Necessita’ europee od estere
- Motivazioni ideologiche dell’intellighenzia europea.

Bruxelles – non solo immigrazione
Finche’ Bruxelles era la “capitale” di un’organizzazione principalmente economica che portava vantaggi economici e benessere, tutti erano ben contenti di farne parte. Ma ora la UE e’ diventata fonte di imposizioni politiche che:
- Arrivano a stabilire chi puo’ risiedere in una nazione sovrana
- Non sono legate a considerazioni economiche – i tempi del boom e della necessita’ di manodopera sono finiti – ma a considerazioni “moral-politiche”. Considerazioni che, a giudicare dai fatti recenti, non sono condivise ne’ da larga parte della popolazione europea ne’ dalla tantissime imprese.
Le imprese vogliono fare export ed internazionalizzazione, non vogliono un concorrente a basso costo come la Turchia. E’ inoltre evidente che buona parte della popolazione percepisce sia la Turchia che i migranti come portatori di culture e modi di vita estranei.
Infine l’Isis ed organizzazioni similari: stanno evidentemente avendo successo nel creare divisioni tra gli europei ed i migranti. Questo successo e’ dovuto non solo al fallimento del progetto europeo di immigrazione, ma anche all’evidente base “moral-politica” anziche pratica di tale immigrazione.

Immigrazione uguale disgregazione
Non solo quasi tutta la politica UE ruota attorno all’immigrazione – il che di se’ stesso costituisce un grave errore – ma quest’ultima potrebbe essere uno dei principali fattori disgreganti della UE:
- Una volta finiti i vantaggi (o gli obblighi) economici, vari paesi potrebbero decidere che l’Unione non e’ piu’ conveniente
- In presenza di forti conseguenze politiche interne (vedi Austria) ed elementi come il terrorismo e la politica estera dall’Unione Europea, vare nazioni potrebbero decidere che il gioco non vale piu’ la candela.
Per inciso: gia’ ora l’Italia versa alla UE piu’ di quanto riceve, e non e’ probabilmente l’unico paese in questa situazione.
E’ inutile girarci attorno: il principale fattore dell’ascesa del populismo e’ l’immigrazione.

Che ne pensano le imprese?
In poche parole, pensano che l’eventuale entrata in UE della Turchia comportera’ ulteriore concorrenza interna e sui mercati internazionali.
Le imprese turche godranno di tutti i privilegi di un paese della UE. Incredibilmente, la UE non ha ancora rinunciato al miraggio dell’entrata della Turchia nell’unione.
Per quanto riguarda gli effetti dell’immigrazione sul Made in Italy, ne ho parlato nell’articolo Export del Made in Italy e Immigrazione.

LA CADUTA DEGLI DEI – PARTE 3: L’INIZIO DELLA FINE PER LA UE?
Di seguito, il link alla terza ed ultima parte di questo articolo.
In particolare:
- Faccio un riassunto della situazione europea, includendo gli aspetti fondamentali
- Analizzo a fondo le due scelte che ha la UE
- Concludo con una previsione di quale sara’ la scelta europea, nonche’ con le prospettive per le imprese – soprattutto quelle che vogliono esportare ed internazionalizzare
- Cerco di dare alle aziende delle indicazioni per sopravvivere alla Caduta degli Dei.