La Caduta degli Dei – Parte 3: l’Inizio della Fine per la UE?
Le elezioni europee 2019 per il parlamento UE vedranno probabilmente il trionfo del populismo e la conferma delle mie previsioni del 2015. L’Europa ritrovera’ la sua identita’ o crollera’?
Video, l’Unione Europea reagisce al declino popolare con spot grafici: 60° anniversario dei Trattati di Roma 25 marzo 1957 – 25 marzo 2017
L’UNIONE EUROPEA SI STAVA GIA’ SFALDANDO NEL 2015
2019, l’anno decisivo
In tutta la UE, notizie che indicano sempre piu’ chiaramente che le elezioni europee 2019 potrebbero portare al trionfo dei populisti nel parlamento europeo. In Italia, la vittoria dei sovranisti sara’ probabilmente schiacciante.
Avevo originariamente scritto questi tre articoli nel 2015. Le conclusioni della mia lunga analisi geopolitica erano molto semplici: la UE si sta gia’ sfaldando. Ora, in vista delle elezioni europee, ho aggiornato i miei articoli – ma in effetti l’analisi e’ ancora pienamente attuale.
Ho comunque aggiornato la forma dell’articolo ed inserito molte novita’.

Un articolo che va ben oltre le elezioni del parlamento europeo
Nel 2015, nessuno pensava ancora alle elezioni europee 2019. Questo articolo e’ quindi ancora piu’ prezioso.
Nella terza ed ultima parte di questa lunga analisi rispondo alla domanda piu’ importante: l’Unione Europea ha gia’ cominciato a sfaldarsi?
Analizzo inoltre l’eventuale sfaldamento – sia politico che economico – al fine di dare alle imprese un’indicazione di massima sulla situazione che potrebbero trovarsi ad affrontare.
Valuto inoltre:
- I fondi europei, la famosa euro-progettazione e le conseguenze “assistenzialiste”
- Le condizioni che si potrebbero verificare per le aziende, soprattutto quelle che fanno export ed internazionalizzazione.

Quale scelta fara’ l’Europa?
Nel 2015 ho risposto ad una domanda fondamentale: L’Europa tornera’ ad essere un continente orgoglioso ed economicamente prospero, o scegliera’ definitivamente la via del declino a favore di nuovi attori?
Per chi non abbia avuto occasione di leggere le prime due parti dell’articolo sulla Caduta degli Dei, ne riporto qui titoli e link:
- La Caduta degli Dei – Parte 1: UE, Turchia, Immigrazione e Missili Russi
- La Caduta degli Dei – Parte 2: Analisi dei Fattori.

UN RIASSUNTO DELLA SITUAZIONE EUROPEA
La disgregazione dell’Europa?
Per quanto fin qui visto, e’ evidente che potrebbe essere iniziata la disgregazione, innanzitutto economica e “morale”, dell’Unione Europea:
- Un grandissimo numero di imprese che fa export ed internazionalizzazione e’ estremamente scontento delle scelte politico-economiche europee
- Molte aziende, specie in Italia, stanno disperatamente cercando di riallacciare rapporti economici con la Russia – o di trovare mercati alternativi. Le imprese in questione stanno spesso rischiando il fallimento
- Aziende in crisi significa lavoratori licenziati. Lavoratori che in questo momento di crisi economica vedono la UE come un nemico.

Alcuni aspetti recenti della politica estera
Faccio solo qualche esempio famoso:
- I paesi europei sono andati in ordine sparso sul problema Siria ed Isis. O meglio, hanno fatto al massimo lo stretto necessario per salvare la faccia di fronte all’opinione pubblica. Contemporaneamente, la Russia e poi le forze irachene appoggiate dagli USA e pochi altri hanno ridotto al lumicino l’Isis in Siria ed Irak
- Le conseguenze del punto precedente sono state una crisi gravissima tra Turchia – accusata di rapporti con l’Isis – e Russia. In tale crisi, la UE aveva preso le parti della Turchia. I risultati sono ora evidenti a tutti: eccellenti rapporti tra Russia e Turchia e pessimi rapporti della UE con entrambi gli altri due attori
- La Grecia e’ scontentissima della situazione economica, della UE e delle violazioni Turche. La Russia potrebbe benissimo fornire missili S-400 (gia’ aveva fornito gli S-300). Inoltre, aveva cominciato a rispolverare il progetto del gasdotto South Stream (Bulgaria e Grecia) in alternativa all’allora ormai irrealizzabile gasdotto attraverso la Turchia. Fra l’altro, la religione prevalente in Grecia e’ quella cristiano-ortodossa, come in Russia
- La politica non solo estera, ma anche interna – soprattutto migratoria – dell’Unione Europea sembra piu’ un riflesso dei desiderata delle élites che non il frutto di necessita’ europee o di esigenze commerciali.

Alcuni aspetti recenti di politica interna
Visto che abbiamo parlato della politica interna dell’Unione Europea, ecco alcuni esempi:
- La politica di immigrazione della UE va contro gli interessi di vari paesi dell’Unione stessa. Inoltre, contribuisce ad aumentare la percentuale di abitanti islamici. Ne conseguono maggiori rischi di radicalizzazione, e comunque una percentuale sempre piu’ grande di popolazione scontenta. Vedi le elezioni politiche italiane del 2018
- Il terrorismo islamico e le sue conseguenze costituiscono il principale ostacolo all’export ed all’internazionalizzazione, nonche’ la principale paura delle imprese e della popolazione europea. Agli occhi di molti, la UE non sta facendo abbastanza contro il fenomeno
- Per quanto gran parte della popolazione musulmana europea non abbia niente a che fare con il terrorismo, e’ evidente che senza immigrazione non ci sarebbe terrorismo. Perlomeno, quest’ultimo non avrebbe un’ampia base cui attingere e non potrebbe trovare santuario con relativa facilita’. Per quanto la piu’ parte dei musulmani non appoggi l’Isis, la gran quantita’ di foreign fighters europei che combattono – od hanno combattuto – per l’Isis sembrerebbe indicare che quest’ultimo gode di un certo seguito anche nelle comunita’ musulmane del Vecchio Continente.

I cittadini europei, la Russia e la Turchia
Vorrei aggiunger qualche altra considerazione:
- Il distacco tra l’Unione Europea e la popolazione europea e’ ormai ben piu’ che tangibile. E’ incontrovertibile che il sentimento popolare avra’, presto o tardi, conseguenze sulle decisioni dei politici nazionali – eletti dai cittadini. Quanto accaduto in Austria conferma la mia previsione, originariamente fatta nel 2015
- Se culturalmente e commercialmente la Russia e’ vicina agli altri stati europei, non si puo’ dire altrettanto ne’ della Turchia ne’ degli immigrati
- La Russia, e soprattutto i suoi mercati, possono dare tanto ai paesi europei. La Turchia in Europa e l’immigrazione possono dare piu’ che altro guai. Anzi, li stanno gia’ dando: forte opposizione popolare, Grecia, Isis – Siria, terrorismo islamico che non esisterebbe o sarebbe estremamente meno forte senza l’immigrazione, ecc.

IL PROBLEMA MORALE: I CONTRIBUTI EUROPEI, LE AZIENDE ED I LAVORATORI
I fondi europei
All’inizio del capitolo precedente ho parlato di disgregazione, innanzitutto economica e “morale”, dell’Unione Europea.
Qualcuno potrebbe trovare le parole appena ricordate molto forti. Eppure, sono piu’ che fondate: non e’ un caso che gli specialisti in euro-progettazione siano molto richiesti in questo momento.
Non e’ una novita’. Praticamente tutti, dall’amministrazione pubblica o para-statale all’azienda, cercano di ottenere fondi europei – anzi, spesso la loro strategia tiene nella massima importanza tali fondi.

Le imprese ed i fondi europei
Gia’ c’e’ da ridire su un’impresa che sviluppa la propria strategia aziendale non sulla propria attivita’ e sui propri prodotti, bensi’ sulla possibilita’ di ricevere contributi dalla UE.
Magari l’azienda e’ costretta a cio’ dalla situazione economica. Tuttavia, questo non solo e’ un escamotage estemporaneo, ma e’ l’esatto contrario della societa’ del libero mercato.
Ricordo che il socialismo reale e’:
- Stato “combattuto” per decenni dall’Occidente
- Una manifestazione di assistenzialismo.
Come ho gia’ scritto in Un mondo capovolto – La UE sempre piu’ statalista, la Russia sempre meno, ‘… la UE e’ diventata talmente statalista che il malumore – sia a livello commerciale che a livello popolare – e’ ormai piu’ che evidente …’
Per inciso, ho originariamente scritto l’articolo citato nel lontano 2015.
Come vedete, le analisi geopolitiche professionali portano a previsioni fondate.

Il cane si mangia la coda
Ma c’e’ di piu’.
Non solo ci ritroviamo ad avere imprese ed amministrazioni che fondamentalmente mirano a “sbarcare il lunario” tramite fondi europei. Tali fondi provengono dalle tasse versate dai cittadini e dalle imprese dell’UE.
Abbiamo quindi il cane che si mangia la coda:
- Le aziende versano le tasse sui ricavi – magari risultato di export ed internazionalizzazione extra UE
- Poi parte di tali ricavi viene ridistribuita alle imprese che hanno presentato dei progetti giudicati meritevoli di contributo da parte della UE.
Gia’ qui la serva – i famosi conti della serva – non ha dubbi:
- Tante imprese sostengono costi diretti (euro-progettazione) ed indiretti. In poche parole, si tratta di una strategia basata sui fondi europei anziche’ considerazioni aziendali e di mercato
- Poche aziende otterranno i tanto sospirati fondi.
I progetti europei sono la tomba del fare impresa
Il problema “morale”
Il risultato dei fondi europei:
- Imprese che pianificano il loro futuro sulla base di quello che e’ “assistenzialismo”
- Aziende che cercano di sopravvivere in base alla “carita’” dell’Unione Europea, ovvero grazie ai soldi da esse stesse precedentemente versati in tasse
- Amministrazioni che non realizzano che i fondi europei non sono altro che le tasse versate dai loro stessi cittadini. E cosi’ tali fondi vengono invece spesso e volentieri presentati come un plus.
Ricordo poi che l’Italia versa all’Unione Europea piu’ soldi di quanti non ne riceva.
In queste condizioni, quanti responsabili aziendali si chiederanno a breve: Perche’ mi sono ridotto all’assistenzialismo alimentato dalle tasse che devo pagare, ed anzi verso alla UE piu’ soldi di quelli che potro’ mai ricevere?
Questa domanda se la porranno anche i dipendenti delle aziende in questione. Se la porranno anche i cittadini alle elezioni per il parlamento europeo.

Seguiranno le domande che qualunque organizzazione teme:
- E’ giusto che il mio lavoro non sia piu’ teso al prodotto ed al giusto guadagno ma a ricevere fondi UE?
- E’ giusto che un’organizzazione che non controllo democraticamente scelga a quali stati ed a quali progetti distribuite il frutto delle mie fatiche?
- Cosa ha fatto la UE per migliorare la mia vita e quella della mia famiglia?
Infine, la domanda fatidica: E’ giusto che esista la UE?
Molte imprese hanno gia’ la risposta a questa domanda, ed a giudicare dai risultati delle ultime elezioni in Europa anche tanti cittadini. Questo e’ peraltro naturale, visto che sono le aziende a dare da vivere ai cittadini.

LA PRIMA POSSIBILITA’ DELLA UE – RITROVARE L’IDENTITA’ EUROPEA
Mi sembra evidente che l’Unione Europea abbia solo due scelte: percorrere la sua strada, oppure continuare sulla strada attuale – non scelta da essa.
Scegliere la sua strada equivale a:
- Riconoscere che l’attuale strategia politico-economica sta provocando gravissimi danni all’economia, soprattutto alle imprese che fanno export ed internazionalizzazione
- Accettare la realta’, ovvero: la Russia e’ – esattamente come gli USA – un paese culturalmente compatibile, la Turchia no. Il fastidio provato da tanti cittadini europei (anche moderati) verso l’ingresso nell’Unione della Turchia e’ evidente
- Riconoscere che l’immigrazione non e’ fonte di ricchezza, bensi’ di costi e di infiniti problemi. Tali costi sono stati illustrati anche da Christopher Caldwell nel suo famoso Reflections on the revolution in Europe
- Ammettere che gli USA sono un grande paese, ma che come i politici americani pensano all’interesse nazionale americano, cosi’ i politici europei dovrebbero pensare all’interesse nazionale (ed economico) europeo – questo equivale a prendere decisioni “europee”, se necessario in contrasto con quelle “americane”
- Realizzare che la UE potrebbe diventare un elemento di equilibrio tra Russia e USA, con i conseguenti vantaggi in termini di export.

Riconoscere che esiste ancora una forte identita’ Europea significa:
- Dibattere degli effetti dell‘influsso di migranti – che ovviamente desiderano un lavoro – e di un’eventuale ingresso della Turchia nella UE, con conseguente probabile influsso di milioni di lavoratori a basso costo. Tale influsso – o comunque i problemi che sta creando – avranno conseguenze epocali sull’economia europea, sull’export delle imprese europee, sulla disoccupazione e sulla vita degli europei
- Realizzare che l’Europa cambiera’ totalmente ed irreversibilmente a seguito del massiccio afflusso di profughi e migranti. Questo portera’ ad una serie di problemi tipici di altri continenti, ammesso che la popolazione europea continui a tollerare questo enorme influsso di immigrati
- Recuperare lo spirito europeo andato perso con le due guerre mondiali. Cio’ equivale a fare un esame di coscienza e realizzare che la decisione “moral-politica” di sostituire la cultura europea con il cosiddetto multiculturalismo e’ stato un gravissimo errore. Questo errore che sta alienando la popolazione ed interi stati nei confronti della UE. Per inciso, la decisione “moral-politica” e’ stata presa dall’intellighenzia – senza alcuna consultazione della popolazione.

Riconoscere il perdurare dell’identita’ dell’Europa significa inoltre:
- Chiudere una volta per tutte il capitolo delle scelte ideologiche, magari suggerite da attori esterni
- Aprire il capitolo delle scelte a favore dell’economia e della popolazione europea – intendendo come tale quella attuale e non quella (di fatto ancora sulla carta) frutto dei desiderata dell’intellighenzia politica. Questo significa ascoltare la popolazione e le aziende europee, fare i loro interessi, fare Realpolitik
- Riprendere la strada che l’Europa ha cominciato ad abbandonare con la prima guerra mondiale
- Riconoscere che non c’e’ niente di male ad essere orgogliosi di essere europei e di una fiera cultura millenaria
- Riprendere la politica commercialista dei bei tempi europei. In poche parole: fare export e profitto.

LA SECONDA POSSIBILITA’ DELLA UE – CONTINUARE A RINNEGARE L’IDENTITA’ EUROPEA
Per quanto precedentemente visto, continuare a rinnegare l’identita’ europea equivale a:
- Continuare con il business as usual, ovvero continuare ad andare a rimorchio e/o seguendo principi “moral-politici” – leggi ideologici – non condivisi dalla popolazione e dalle imprese
- Allontanarsi sempre di piu’ dalla Russia – sia politicamente che culturalmente – con tutte le ovvie conseguenze
- Vedere il progressivo allontanamento di vari paesi membri – e soprattutto della stessa popolazione UE
- Vedere un continuo aumento dell’immigrazione ed una trasformazione totale della realta’ europea.

Come ho scritto in Export del Made in Italy e Immigrazione:
‘… I prodotti europei sono sempre piu’ rivolti ai nuovi abitanti, ovvero sono sempre piu’ “africani” od “asiatici”.
Perche’ i paesi africani o asiatici dovrebbero comprare delle brutte copie dei loro prodotti? Sarebbe lo stesso dello pseudo Made in Italy, solo che sarebbe pseudo Made in Gambia, giusto per dirne una.
L’Europa perdera’ sempre piu’ la sua attrattiva come fonte di prodotti di qualita’ “europei”; per quanto riguarda le produzioni industriali, e’ ben noto che paesi come India e (soprattutto) Cina sanno ormai produrre con qualita’ quasi uguale ma a meno prezzo: il declino dell’export della grande produzione industriale e’ inevitabile …’
‘… Fra qualche anno, l’Europa sara’ la stessa, o una “brutta copia” del mercato indiano? …’

Rinnegare l’identita’ europea significa inoltre:
- I problemi interni dovuti ad un progetto di immigrazione fallimentare diventeranno sempre piu’ grandi. Seguiranno il probabile incremento del terrorismo islamico, e forse anche sommosse urbane
- L’imposizione da parte dell’intellighenzia del modello multiculturale causera’ quasi certamente una reazione popolare. Potrebbe perfino nascere un terrorismo “anti-islamico” da parte di frange estreme, sullo stile di quanto accaduto anni fa nell’Ulster – ovvero terrorismo unionista come reazione al terrorismo dell’IRA. Nota: questa mia previsione del 2015 si e’ gia’ verificata – vedi ad esempio i fatti di Christchurch
- Generale instabilita’ politica. A questo punto, tanti stati – soprattutto dell’Est Europa – decideranno probabilmente di abbandonare l’Unione. Nota: viste le news ed il gruppo di Visegrad, anche questa mia previsione del 2015 si potrebbe verificare a breve
- Viste le tendenze in Europa, e’ ipotizzabile una “rivolta” democratica su scala molto maggiore di quella avvenuta in Francia con la vittoria della destra e dell’estrema destra
- Sfaldamento dell’Unione Europea.
L’instabilita’ economica e politica in Europa sta raggiungendo livelli critici
LA CADUTA DEGLI DEI
Ideologia invece di Realpolitik
Sinceramente – e come gia’ scritto nel gia’ citato Export del Made in Italy e Immigrazione –temo che il sistema Unione Europea sia’ talmente ingessato che non cambiera’ rotta, visto che l’intellighenzia europea:
- Sembra cieca alla realta’ e sorda alle richieste di imprese e cittadini
- Appare sicuramente incapace di abbandonare ragionamenti ideologici per pensare all’export ed al benessere economico dei paesi europei.
Ne abbiamo la riprova nelle posizioni – il continuo ripetere di vecchi mantra – espresse a Roma, in occasione dei 60 anni dei Trattati di Roma.
Evidentemente, la lezione di Bismark e della Realpolitik e’ andata sprecata con l’élite europea.

L’élite europea
La maggioranza dell’intellighenzia politica europea non sembra in grado di andare al di la’ della ripetizione di “mantra”:
- La Turchia e’ preziosa
- Assad se ne deve andare
- L’immigrazione e’ una risorsa e/o un dovere morale
- Ecc.
Non mi pare di intravedere il benche’ minimo ragionamento geopolitico o strategico, la benche’ minima comprensione delle aspettative pratiche della popolazione europea.
Al di la’ del pensiero che ognuno puo’ avere riguardo alle affermazioni precedenti, e’ indubbio che l’intellighenzia europea manchi totalmente di flessibilita’. Del resto, “l’incaponirsi” sui parametri di Maastricht ed altre regole che potrebbero benissimo essere rivalutate vista la situazione e l’esperienza, la dice lunga su un sistema che non ha futuro. Non a caso i marines dicono Adapt and win – Adattati e vinci.

Immigrazione ed impero romano
Viviamo in un mondo in cui bisogna cambiare vocabolario a seconda del vento. Il risultato: non si sa piu’ come chiamare le cose, nemmeno i partiti euroscettici.
Per chi si ricorda della caduta dell’impero romano, faccio presente che tale impero inizio’ il declino irreversibile quando comincio’ a pagare reparti militari – od addirittura stati – stranieri perche’ proteggessero i suoi confini.
L‘Unione Europea sta a tutti gli effetti “pagando” la Turchia perche’ vegli sui suoi confini.
La Turchia, dopo avere incassato, usa i migranti come arma di ricatto verso la UE.
L’Unione Europea ha addirittura concepito costose operazioni per arginare l’immigrazione dalla Libia. Vista la situazione e le estesissime frontiere sud del paese, la cosa mi e’ sembrata assurda.

Ed i partiti sovranisti o populisti o nazionalisti?
Viviamo in un mondo in cui bisogna cambiare vocabolario a seconda del vento. Il risultato: non si sa piu’ come chiamare le cose, nemmeno i partiti euroscettici.
Perfino partiti politici definiti xenofobi sostengono la necessita’ di investimenti in paesi stranieri, non per l’export ma perche’ tali stati blocchino l’immigrazione in Europa. Lo stesso fanno generalmente populisti, sovranisti, nazionalisti e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.
Tornando all’argomento di questo capitolo: in tali condizioni, per il futuro mi aspetto un continuo declino dell’export ed il collasso dell’UE.

E le aziende?
Le aziende dovrebbero cominciare a:
- Muoversi sempre piu’ con le loro gambe
- Intrattenere rapporti diretti con i paesi obiettivo di export ed internazionalizzazione
- Svincolarsi – per quanto possibile – dalle decisioni politiche contrarie agli interessi commerciali.
In poche parole, le aziende dovrebbero fare come le 50 aziende italiane che sono andate in delegazione in Russia per incontrare il ministro degli esteri russo Lavrov.
E’ ora che le imprese pensino a fare commercio e lascino perdere la caccia alla pietra filosofale dei nostri giorni – i fondi europei.
Ricordo che la caduta dell’Unione Sovietica e’ stata dovuta alla situazione economica. Se uno sfaldamento della UE e’ forse inevitabile, questo non significa che le imprese non debbano cercare di salvare il salvabile.
Naturalmente, le aziende – che danno da vivere ai cittadini europei – hanno anche un’altra alternativa: cominciare a fare sentire la loro voce.

Gloria od oblio?
E’ ora che l’Europa torni a dare la precedenza all’economia e dimentichi le velleita’ politiche, che ha dimostrato di non sapere ne’ gestire ne’ tantomeno discutere prima con i cittadini. Non dimentichiamo che il grande buco nell’acqua della gestione della Brexit e’ colpa anche dell’unione.
Ma soprattutto, e’ ora che la UE si ricordi che:
- Con la “morale”, l’ideologia e la politica non si da’ da mangiare ai cittadini
- Le imprese fanno export o muoiono.
L’Europa e’ ad un bivio: export e gloria, od oblio?
Purtroppo, l’intellighenzia pare avere scelto la strada dell’oblio perenne.
Anche in Italia, le news recenti sembrano dimostrare che molti decisori agiscono in base a fattori ideologici, “incaponendosi” a tutti i costi nonostante l’evidenza.

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