Social Media e Facebook – Aspetti Geopolitici
I social media e Facebook in particolare hanno assunto un potere geopolitico immenso.
Data l’onnipresenza dei social networks nella vita di tutti noi, e’ evidente l’importanza geopolitica dei socials, visto che molti li usano informarsi. Come dovrebbe regolarsi il temporary export manager?

GEOPOLITICA E FACEBOOK
Perche’ geopolitica e Facebook? Che c’azzeccano?
Tempo fa ho scritto, in un articolo che ha avuto un grande successo – Social Networks – Difetti e Pregi per le Imprese, l’Internazionalizzazione e l’Export – sugli aspetti puramente commerciali dei socials; nell’articolo in questione scrivevo: ‘… in un futuro articolo estendero’ poi il discorso – peraltro sfruttando l’analisi degli strumenti fatta in questo articolo – all’influenza che i vari social networks hanno sull’assetto geopolitico …’
Oggi, e non a caso, ho deciso di scrivere qualche riga in merito.
Non a caso, perche’ qualche tempo fa ci sono state alcune news semplicemente incredibili: in poche parole, Facebook avrebbe ingaggiato (fin dal 2014) un gruppo di giornalisti che, sotto vincolo di riservatezza – e l’obbligo di non rivelare di lavorare per Facebook – avrebbe decisocosa doveva apparire tra i trending topics.
La cosa ha portato ad un’inchiesta del congresso USA.
La cosa assume ancora piu’ rilevanza quando pensiamo all’attuale moda della “caccia” alle cosiddette fake news.

FACEBOOK ED I TRENDING TOPICS
Facebook e le news
Penso che sia utile ricordare quanto le persone usino il social media per eccellenza anche per informarsi. Probabilmente, e’ secondo solo a Google.
Non a caso, l’algoritmo del social appare privilegiare i posts sulle news di tendenza.
Ricordo infine la policy di cercare di mantenere, per quanto possibile, l’utente all’interno del network.

News
Umani avrebbero influito – e presumibilmente continuerebbero ad influire – su un’importante feature di Facebook, il social network piu’ diffuso ed influente al mondo.
In Former Facebook Workers: We Routinely Suppressed Conservative News, e’ scritto:
[…]
Facebook workers routinely suppressed news stories of interest to conservative readers from the social network’s influential “trending” news section, according to a former journalist who worked on the project. This individual says that workers prevented stories about the right-wing CPAC gathering, Mitt Romney, Rand Paul, and other conservative topics from appearing in the highly-influential section, even though they were organically trending among the site’s users.
Several former Facebook “news curators,” as they were known internally, also told Gizmodo that they were instructed to artificially “inject” selected stories into the trending news module, even if they weren’t popular enough to warrant inclusion—or in some cases weren’t trending at all. The former curators, all of whom worked as contractors, also said they were directed not to include news about Facebook itself in the trending module.
In other words, Facebook’s news section operates like a traditional newsroom, reflecting the biases of its workers and the institutional imperatives of the corporation. Imposing human editorial values onto the lists of topics an algorithm spits out is by no means a bad thing—but it is in stark contrast to the company’s claims that the trending module simply lists “topics that have recently become popular on Facebook.”
[…]

LE CONSEGUENZE
Algoritmo od umani?
Le conseguenze sono ovvie: se umani influivano su cosa era degno di nota o meno, ed in particolare (vedi capitolo precedente) ‘… lavoratori di Facebook sopprimevano abitualmente news stories di interesse per i lettori conservatori …’, saremmo in presenza di un tentativo di influenzare il pensiero degli utenti del social.
Personalmente, a seguito di parecchi esperimenti con Facebook, avevo avuto da tanto l’impressione che qualcosa non mi tornasse: e’ anche per questo che ho praticamente abbandonato il social in questione.

Aspetti geopolitici
Mi sono anche sempre chiesto: considerato che parecchie rivoluzioni Orange e la Primavera Araba hanno fatto uso massiccio di Facebook, in base a che criteri e’ stata data diffusione ad alcune notizie invece che ad altre?
Gia’ un algoritmo e’ creato da umani, ma qui si parla di umani – lavoratori di Facebook – che stabiliscono cosa ha la priorita’.
Data l’onnipresenza di Facebook – e dei socials in genere – nella vita di tutti noi, e’ evidente l’importanza geopolitica dei social networks: molti usano proprio i socials per informarsi, e del resto e’ noto che Facebook tende ad incoraggiare gli utenti a non uscire dalla piattaforma.
L’opinione pubblica e’ ormai fondamentale: troppi analisti geopolitici tendono a dimenticare cosa pensa l’uomo della strada.

CONSIDERAZIONI
Che Facebook (e non solo), con i suoi continui cambiamenti, stia diventando un colossale mal di testa per le imprese, lo sanno tutti. Ci sono specialisti che non sanno piu’ come spiegare alle imprese loro clienti che senza i loro miglioramenti la situazione sarebbe anche peggiore.
Sinceramente, comincio ad avere seri dubbi sul rapporto costo-efficacia del social network piu’ diffuso al mondo.

Geopolitica e Facebook – Le organizzazioni
Ma veniamo alle organizzazioni: un’organizzazione, diciamo, conservatrice, avrebbe la stessa esposizione di una “progressista”?
Sappiamo tutti che gli algoritmi sono fatti da umani, e se un social e’ (veramente) arrivato a fare quello che avrebbe fatto Facebook, la domanda e’ ovvia.

Brexit
Visto che, a quanto pare, il team di Facebook usava anche giornali come il Guardian e la BBC come riferimento, quale influenza ha avuto (e presumibilmente ha) l’azione del social network su come l’opinione pubblica percepiva la Brexit, giusto per fare un esempio? Ricordo le conseguenze geopolitiche dal voto a favore della Brexit: si rischia la disintegrazione della UE.
Ricordo che se il Guardian era apertamente contro la Brexit, la BBC lo era poco di meno.
In poche parole, i socials hanno indubbiamente assunto un potere geopolitico immenso: il problema sta nel fatto che spesso gli utenti neanche sanno cosa sia la geopolitica – vanno sui social networks per rilassarsi ed informarsi su quello che succede nel mondo.
Ma se veramente l’informazione che viene loro proposta fosse decisa da umani …….
Personalmente, resto fedele al mio caro, vecchio blog: chi vuole leggere i miei articoli sa dove trovarli.

COME DOVREBBE REGOLARSI IL TEMPORARY EXPORT MANAGER?
Temporary export manager e social media
Molti – ma, mi sembra, pochi export manager – sanno dell’importanza fondamentale che i socials, Facebook in primis, hanno avuto nel corso delle varie rivoluzioni Orange e nella Primavera Araba. Ben pochi sanno cosa e’ successo in pratica sui social networks durante gli eventi in questione.
Vi confido un segreto: un qualsiasi temporary export manager avrebbe potuto prevedere quello che stava accadendo – o perlomeno dell’avvicinarsi della tempesta – facendo uso dei socials, con i conseguenti vantaggi per le imprese che stava seguendo.
Tuttavia, mi sembra che i socials siano oggetto di studio, da parte degli export manager, solo per le possibilita’ di comunicazione e marketing – quale spreco!

Chi gestisce la piattaforme social?
Purtroppo, le varie piattaforme sono solitamente gestite – per le aziende – da persone senza alcuna conoscenza geopolitica; del resto, cio’ e’ normale in ambiente business.
Le imprese devono pero’ comprendere che quando si parla di internazionalizzazione non si tratta piu’ solo di vendere all’estero, bensi’ di comprendere il mercato target e di sapere analizzare il futuro – e certamente non solo quello economico.
Non ci sono pero’ scuse per un temporary export manager.

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Questo articolo è stato pubblicato in Brexit, Geopolitica, Social networks ed etichettato geopolitica e facebook, social media e Facebook, Social networks, temporary export manager.