Brexit, Terrorismo e Immigrazione: Questione di Marketing
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In Europa c’e’ un serio problema di terrorismo, non disgiunto da un progetto fallimentare di immigrazione. Quest’ultima e’ stata un fattore fondamentale per Brexit e populismo rampante.

BREXIT, MARKETING, TERRORISMO E IMMIGRAZIONE
Brexit e populismo non sono i soli elementi da correlare
Che il voto a favore della Brexit sia stato dovuto anche all’immigrazione, e’ evidente. Tuttavia, parlare di terrorismo e immigrazione e’ diventato un tabu’.
Il terrorismo odierno – piu’ simile alla guerriglia che al terrorismo convenzionale – usa la propaganda come arma principale. Invece, i paesi che combattono il terrorismo utilizzano tecniche di marketing di derivazione commerciale.
L’uso di simili tecniche riguarda anche la Brexit, il post-Brexit e la crisi economica.
In Europa c’e’ un serio problema di terrorismo interno. Tale problema:
- Non e’ disgiunto da un progetto fallimentare di immigrazione
- E’ alimentato dalla propaganda di organizzazioni terroristiche – ad esempio l’Isis.

Marketing forever
In generale, qualunque problema si trovi ad affrontare la UE – o meglio l’intellighenzia europea – vede l’utilizzo di tecniche di marketing.
Distinguo tra UE ed intellighenzia per un motivo molto semplice: proprio il carattere di tale intellighenzia implica l’uso di un certo tipo di marketing, che non si differenzia molto da quello utilizzato negli USA se non negli aspetti “locali”.
Ovviamente, all’impresa che fa export od internazionalizzazione interessano invece i fatti e le analisi: il marketing e’ bello, ma cambiare l’aspetto delle cose non cambia la realta’.
In Terrorismo ed Export – Chi e’ Preparato? ho analizzato gli aspetti operativi ed i rischi che un’azienda dovrebbe affrontare – e, soprattutto, cui dovrebbe essere preparata – quando esporta od internazionalizza.
Invece, in questo articolo voglio analizzare l’uso del marketing da parte dell’intellighenzia europea.

IL TERRORISMO NELL’ERA DEI MEDIA E DEI SOCIALS
Non affronto qui la strategia di note organizzazioni terroristiche.
Ebbene si’, hanno una strategia che non corrisponde alla sfilza di “banalita’” che si sentono normalmente! Se volete approfondire, vi consiglio il mio articolo Isis’ Strategy in Europe – Stability.
In questo articolo, mi limito a degli accenni ad alcuni aspetti pratici: gli aspetti di comunicazione.

Propaganda o comunicazione?
Parlare di comunicazione rende la cosa piu’ comprensibile per chi opera nel mondo delle imprese, soprattutto se non PMI.
Faccio pero’ subito presente che se nel caso dell’intellighenzia il termine comunicazione e’ adeguato, nel caso del terrorismo e’ piu’ corretto usare il termine propaganda.
Vedete bene, quindi, come vi sia gia’ una differenza fondamentale: comunicazione, come intesa nel mondo Occidentale – ed aziendale – e’ ben diverso da propaganda.

Isis, terrorismo e social media
Che le organizzazioni terroristiche usino massicciamente i socials, YouTube per primo, e’ ben noto.
Che li usino non solo per fare propaganda ma anche per fare proseliti e’ alla luce del sole. Luce che sembrerebbe (forse) finalmente avere raggiunto gli occhi delle élites occidentali.
Facciamo un esempio.
L’Isis nelle sue rivendicazioni definisce i terroristi che agiscono in Occidente soldati, non lupi solitari.
Soldato fa pensare ad un’operazione convenzionale, al massimo alla guerriglia. Scopo principale della propaganda e’ fiaccare il nemico ed attirare nuove leve.

Il mito dei lupi solitari
Ovvio che l’intellighenzia ed i media occidentali preferiscano parlare di lupi solitari. Ammettere che qualcuno ha scatenato una guerra contro – leggi dentro – l’Occidente significherebbe mettere in discussione alcuni degli aspetti cardine dell’ideologia dell’intellighenzia.
Del resto, e’ noto che:
- Almeno due dei terroristi del Bataclan sono entrati un Europa come profughi
- Per quanto se ne sa, i lupi solitari e gli aggressori classificati come individui con problemi psichici sono per lo piu’ immigrati. Ma visto che di questi attacchi si parla pochissimo – se se ne parla – e’ ben difficile fare una statistica.

Terrorismo e immigrazione: la propaganda terroristica in Europa
Affrontare la questione di terrorismo e immigrazione? Ammettere che la propaganda, principalmente dell’Isis, sta funzionando – soprattutto presso alcuni immigrati non di prima generazione?
Questo obbligherebbe le élites a concentrare tutti gli sforzi contro l’Isis, e quindi:
- Rinunciare alla campagna mediatica contro la Russia, che per qualche strano motivo viene considerata il nemico principale di USA ed Unione Europea
- Ammettere il fallimento del progetto di immigrazione, e piu’ in generale di una visione mondialista – come direbbero i populisti
- Riconoscere che il “volgo” – leggi populismo – ha compreso quelle che dovrebbero essere le priorita’ occidentali. Invece l’intellighenzia non l’ha capito
- Ammettere che l’Unione Europea non capisce niente non solo di politica estera, ma nemmeno di politica interna
- Cambiare radicalmente l’atteggiamento occidentale verso alcuni paesi che, per qualche strano motivo, vengono considerati “alleati”
- Riconoscere che alcuni paesi stanno – alla fin fine – dalla stessa parte dell’Occidente.
Fatto sta che il terrorismo sta ottenendo grandi risultati con la propaganda tramite social networks.

Ed i media?
Normalmente, i media riportano le posizioni ufficiali e le rivendicazioni dell’Isis. Queste sono accompagnate da tonnellate di inutili dibattiti di politici e cosiddetti esperti. Il tutto viene condito con chilometri di immagini che non dicono niente.
C’e’ da stupirsi se le persone tendono sempre di piu’ a cercare informazione su internet?
E chi usa principalmente internet per la sua propaganda? L’Isis e le altre organizzazioni terroristiche.

LA REAZIONE OCCIDENTALE – IL TRIONFO DEL MARKETING COME “RELIGIONE”
Lupi solitari ed aggressione russa
Che i media – esattamente come le élites – tendano a minimizzare la gravita’ della situazione, e’ fin troppo evidente.
Chiunque spulci i socials notera’ che il lupo solitario con problemi psicologici e’ ormai diventato una barzelletta.
D’altra parte, la gente viene costantemente bombardata con la presunta aggressione russa – soprattutto in USA. Questo, anche se le regole base della propaganda dicono che non bisognerebbe mai diffondere messaggi palesemente infondati od addirittura assurdi.
L’assurdita’ di tale messaggio viene aggravata dai continui atti terroristici che provengono dall’interno e da Sud, non da Est.

Propaganda o marketing?
Se la propaganda risponde a delle regole minime, il marketing commerciale sconfina spesso nell’assurdo.
Potremmo dire che l’assurdita’ – se ben gestita – viene accettata in campo commerciale. Se invece non viene ben gestita, abbiamo il caso della pubblicita’ cinese di Dolce e Gabbana.
Posto che in Occidente non viene fatta propaganda ma marketing, perche’ succede cio’?

Intellighenzia, élites europee e Brexit
Come avrete notato, uso spesso i termini intellighenzia ed élites.
Se intellighenzia rende bene l’idea dell’organizzazione pratica della UE – ovvero un’oligarchia – élites e’ un termine spesso utilizzato dai populisti.
Devo pero’ dire che si tratta di un termine molto piu’ preciso del generico populisti. Se il secondo ha un carattere dispregiativo, il primo e’ molto sintetico e descrittivo.
Per tornare a noi, l’intellighenzia europea e’ principalmente costituita dalle élites politico-economiche.
Basta leggere uno dei numerosi appelli contro la Brexit per avere conferma di cio’. Per inciso, tali appelli hanno normalmente il carattere di Io sono uno che sa, tu popolano segui il mio consiglio.
C’e’ da stupirsi se dopo tali appelli i sondaggi vedevano una crescita del leave prima della Brexit?

Non si affronta il terrorismo con il marketing
Che in Europa vi sia una forte continuita’ tra il mondo economico e quello politico e’ evidente.
Quello che pochi sanno e’ che la politica usa metodi e tecniche mutuati dal mondo commerciale per i suoi messaggi. In poche parole, in Occidente comunicazione equivale a marketing.
Si assiste cosi’ a messaggi che:
- Forse convincerebbero la massaia a comprare un nuovo sbatti-uova
- Sono totalmente inadeguati quando si parla di terrorismo.
Come gia’ detto, ad ogni campo il suo: non si affronta la propaganda di chi e’ in guerra contro di te con il marketing di derivazione commerciale.
La gia’ accennata assurdita’ del contenuto dei messaggi, poi, ha raggiunto livelli veramente abissali.

LA MINIMIZZAZIONE DEL TERRORISMO INTERNO DI MARCA TAKFIRI
I continui tentativi europei e delle amministrazioni USA di evitare di parlare di terrorismo – e, perlomeno prima di Trump, di Isis – anche di fronte all’evidenza sono noti.
Parimenti, era evidente il tentativo dell’amministrazione Obama di minimizzare gli evidenti problemi di stabilita’ interna degli Stati uniti, anche dopo i gravissimi atti di terrorismo/guerriglia razziale.
I tentativi, sia in UE che in USA, di convincere le persone che non c’e’ collegamento tra i vari attentatori e l’Isis sono assurdi.
Lo scopo della propaganda dell’Isis e’ appunto convincere i ricettori della sua propaganda – in poche parole, potenzialmente chiunque – a diventare soldati ed a portare a termine atti terroristici. Quindi, un collegamento ufficiale potrebbe anche non esistere.
Ma perche’ i media e l’intellighenzia agiscono cosi’?

BREXIT E CRISI ECONOMICA
Brexit e marketing
Prima di dare una risposta all’ultima domanda, vorrei approfondire due casi dell’uso massiccio del marketing in Europa. La risposta sara’ cosi’ molto piu’ chiara.
Della colossale opera di marketing per evitare la Brexit ho gia’ scritto, anche in altri articoli. Vedi ad esempio il mio articolo Brexit ed Unione Europea: il Futuro delle PMI nella UE, originariamente scritto prima del referendum del 23 giugno 2016.
Dopo la reazione scomposta ed – obiettivamente – poco professionale dell’Unione Europea alla Brexit, si e’ assistito ad un qualcosa che puo’ essere frutto solo di qualche bizzarra idea di marketing. Bizzarra, perche’ la cara vecchia propaganda mai verrebbe utilizzata in questo modo: qualsiasi problema che attanagliasse la UE, sia uno stato membro o Joan di Marte – un po’ di ironia non guasta mai – era dovuto alla Brexit.
Sembra quasi che, come ha fatto Erdogan in Turchia dopo il golpe, l’intellighenzia abbia pensato di fare buon viso a cattivo gioco. In in poche parole, ha trovato il capro espiatorio ideale.

Brexit, immigrazione, populismi
Che le cose non andassero cosi’ bene in UE era ben evidente e noto anche prima della Brexit. Del resto, l’ascesa dei populismi e la stessa Brexit sono chiaramente dovute all’incapacita’ dell’intellighenzia di affrontare con successo i problemi.
Alcuni di detti problemi sono anzi stati creati dalle élites – vedi ad esempio:
- La disastrosa gestione dei rapporti con la Russia e le conseguenti perdite economiche per le imprese
- Una gestione dell’immigrazione talmente “bizzarra”, che l’immigrazione e’ stata uno dei fattori determinanti per la vittoria del leave al referendum sulla Brexit.

Il populismo dilaga
Descrivere la Brexit come il “demonio” ha dato dei risultati politici immediati: un deciso calo dei partiti populisti europei nei sondaggi. A questo e’ pero’ seguita l’ascesa del populismo in tutta Europa. Ancora una volta, l’immigrazione – ormai ribattezzata accoglienza – e’ stato il fattore piu’ importante dell’ascesa.
Non c’e’ da stupirsi di questo continuo ascrivere ogni male dell’umanita’ – gli effetti della crisi economica inclusi – alla Brexit, visto che
- I partiti populisti sono la bestia nera dell’intellighenzia europea
- La UE privilegia sempre la politica rispetto ad ogni altro aspetto. Cedi ad esempio 5 Semplici Domande sull’Export per Capire la Politica Estera della UE.
Resta da vedere se, alla lunga, tale strategia si rivelera’ controproducente.
Dopotutto, la famosa campagna “della paura” contro la Brexit ha funzionato per un po’, salvo poi rivelarsi controproducente. La paura indotta non funziona sul lungo periodo.
Lo stesso – come abbiamo appena visto – si e’ poi verificato con il populismo.
La novita’ sta nel fatto che, come dicevo, ogni magagna, soprattutto se economica, e’ stata ascritta alla Brexit.

PERCHE’?
Gli abbagli dell’Europa
Mi sembra evidente che l’Unione Europea e/o i singoli stati debbano rispondere di parecchi abbagli, solitamente ideologici od equiparabili:
- Una politica economica troppo rigida ed inflessibile
- Una vasta disoccupazione
- Un progetto di immigrazione semplicemente disastroso. A tale proposito, consiglio la lettura di Immigrazione – Conseguenze Strategiche ed Aspetti di Gestione
- Un’evidente incapacita’ di affrontare il terrorismo, nonche’ un’evidente mancanza di volonta’ di combattere con tutte le forze l’Isis
- Una miopia totale per quanto riguarda la Russia, nonche’ un continuo – ed incomprensibile per l’uomo della strada – aumento della tensione ad Est
- Un’evidente incapacita’ di individuare i nemici della UE.

L’immigrazione come religione
Molti dei punti precedenti si riducono ad un solo aspetto: l’immigrazione come “religione” dell’intellighenzia.
Quale sia il motivo di tale “incaponimento” sull’immigrazione non e’ ben chiaro. Penso pero’ che derivi dalla convinzione ideologica – che risale ai padri fondatori europei – che il globalismo sia una necessita’.
Eventuali motivazioni economiche sono, a mio avviso, piu’ materia per i complottisti che altro. Secondo me, tutto – o quasi – si riduce a motivazioni di fondo ideologiche.
Del resto, e’ vero che l’intellighenzia ha fornito motivazioni quasi esclusivamente economiche – l’unica eccezione essendo l’aggressione russa – contro la Brexit ed altri problemi.
Tuttavia, e’ evidente che le vere motivazioni sono politiche: l’Europa deve essere un tutt’uno politico, quindi bisogna evitare a tutti i costi Brexit o Italexit o chissa’-che-cosa-exit. O meglio, bisogna evitare una Brexit talmente soft che non era nemmeno piu’ una Brexit.

TERRORISMO E IMMIGRAZIONE
Come affronta il terrorismo l’Europa?
Analizzando la situazione, direi che per l’intellighenzia europea non vuole ammettere che:
- L’Europa e’ sotto attacco da parte di organizzazioni terroristiche
- Tale attacco ha piu’ il carattere di guerriglia che altro. Tale carattere metterebbe in discussione la politica di immigrazione dell’intellighenzia europea
- La propaganda del’Isis puo’ raggiungere chiunque, ed in particolare gli immigrati. Ammettere cio’, significherebbe ammettere che la situazione peggiorera’ sempre piu’ se i problemi dell’immigrazione non vengono affrontati logicamente invece che ideologicamente
- Tra gli immigrati si nascondono soldati e simpatizzanti dell’Isis. Ammettere questo punto, signifiherebbe ammettere il fallimento dell’ideologia talvolta chiamata globalismo. Come abbiamo visto, il globalismo e’ l’ideologia dell’intellighenzia europea.
La risposta delle élites all’attacco terroristico e’ il marketing. In poche parole, cio’ che
- Sentiamo ogni sera ai telegiornali
- Leggiamo ogni mattina sui giornali
- Vediamo ogni giorno sui social media.

Non immigrazione, ma accoglienza. Non propaganda, ma marketing
Del resto, ora non si parla piu’ di immigrazione bensi’ di accoglienza.
Prima non si parlava nemmeno piu’ di migranti ma di profughi. Ora, dopo i rifugiati, abbiamo di nuovo i migranti ed i giovani.
Il problema e’ che tale marketing – come dicevo – ha raggiunto evidenti livelli di assurdita’.
Nel caso dell’attacco terroristico di Nizza, si e’ parlato di lupo solitario con problemi psicologici e senza prova di collegamenti con il terrorismo. I fatti parlano di:
- Un attacco pianificato per mesi
- Parecchie persone coinvolte e – secondo alcune testimonianze iniziali – piu’ attentatori ed una presenza quasi inesistente della Police Nationale.
Puoi vendere il detersivo piu’ bianco del bianco una volta, ma poi di fronte ai fatti l’acquirente parlera’ male del tuo prodotto.
Soprattutto se la popolazione ha paura – la vera paura, non quella da “operetta” a scopi politici – non c’e’ marketing che tenga.
Che il marketing – applicato in ambiti sbagliati – abbia fallito e’ evidente: a Nizza, la popolazione ha fischiato le autorita’ nazionali.

LO SCONTRO TRA DUE IDEOLOGIE: CALIFFATO MONDIALE E GLOBALISMO
Chi combatte molte guerre, chi ne combatte una sola
Mi sembra quindi evidente che si tratta non solo di uno scontro tra propaganda – terroristica – e marketing, ma anche tra due ideologie:
- Da una parte il sogno di un califfato mondiale, la Umma universale
- Dall’altra il sogno di un mondo globale ma rigidamente non religioso.
La differenza fondamentale, all’atto pratico, sta in questo
- Le élites europee stanno affrontando una “guerra” su piu’ fronti: la Russia, la crisi economica, i populismi, il post-brexit e la possibile disgregazione della UE, il terrorismo
- Le organizzazioni terroristiche – Isis per prima – hanno un unico obiettivo: la conquista dell’Occidente.

Negare l’evidenza e rifugiarsi nel marketing?
L’unica reazione di cui le élites europee sembrano capaci – sia nel confronto del terrorismo che degli altri problemi – sembrerebbe essere il marketing.
Mandare forze estremamente limitate vicino alla Russia – oltre che contro-producente – e’ una forma di marketing per cercare di convincere la popolazione europea che l’aggressione russa e’ reale.
Con il marketing non si combatte il terrorismo e si perde la fiducia della popolazione. Cio’ sta gia’ avvenendo a seguito del tentativo maldestro di negare anche l’evidenza: in Europa c’e’ un serio problema di terrorismo interno – non disgiunto da un progetto fallimentare di immigrazione ed alimentato dalla propaganda di organizzazioni terroristiche basate altrove.
Continuare a negare l’evidenza non risolvera’ il problema.

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Questo articolo è stato pubblicato in Europa, Geopolitica, Media, Russia, Social networks, Unione Europea ed etichettato Brexit e populismo, Isis, marketing, terrorismo e immigrazione.
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gennaio 9, 2017 alle 16:31
[…] della comunicazione sul fronte immigrazione e terrorismo è affrontata in termini generali da un post di @Dave N. Righetto i cui contenuti mi inducono a integrare la stesura iniziale di questo articolo con alcuni miei […]
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