Internazionalizzazione di Impresa – Una Nuova Era
Una nuova era dell’internazionalizzazione di impresa: l’export delle aziende sta diventando sempre piu’ “privato” – anche le PMI cercano consulenza aziendale e finanziamenti.

COSA SIGNIFICA INTERNAZIONALIZZAZIONE DI IMPRESA PRIVATA?
Voglia di liberta’
Privata nel senso che le vie dell’export seguono rotte sempre meno “statali”. Questo perche’ le aziende – PMI per prime – vogliono potere fare export senza:
- Essere limitate da montagne di burocrazia o da decisioni politiche
- Dovere rendere conto ad un sistema burocratico di eventuali finanziamenti
- Tutti i limiti posti dalle organizzazioni statali o para-statali.
Le imprese che hanno compreso cosa sta accadendo sono destinate a prosperare. Le altre sono destinate a dibattersi in acque sempre piu’ ristrette ed affollate.
Il valore per l’impresa della consulenza aziendale si misura sulla capacita’ di operare con successo senza l’ombrello statale. Non sul costo.

L’esempio delle sanzioni contro la Russia
L’affaire Russia, ovvero le sanzioni UE – e contro-sanzioni, nonche’ gli effetti collaterali – contro un paese con cui le aziende intrattenevano rapporti commerciali estremamente proficui, hanno aperto gli occhi agli imprenditori piu’ attenti.
L’evidenza dice che:
- La UE sembrerebbe privilegiare sempre e comunque la politica rispetto all’economia – vedi anche la gestione della Brexit, oppure l’affaire Regeni
- La politica UE sembrava andare “a rimorchio” di quella delle amministrazioni USA fino all’elezione di Donald J. Trump.

L’export ed i “mali” dello statalismo
E’ ormai parimenti evidente che un’impresa puo’ essere danneggiata da decisioni “statali”.
Tali decisioni possono cambiare totalmente la situazione e distruggere l’export di un’azienda – e forse l’azienda stessa – in pochissimo tempo. Ne consegue che i vantaggi “statali” sono talvolta ben piu’ che compensati dagli svantaggi.
Il lato triste: mentre accade cio’, tantissime societa’ di consulenza sono occupate a correre dietro ai famosi – oserei dire famigerati – voucher per l’internazionalizzazione del Mise.
La ricerca di finanziamenti “facili” non dovrebbe essere la priorita’ di una PMI. E non basta nemmeno rivolgersi ad organizzazioni bancarie come la Bper – i finanziamenti servono per un progetto, non il contrario.

CASE STUDY – INTERNAZIONALIZZARE IN RUSSIA E LO “STATALISMO”
Effetti sconosciuti delle sanzioni
Quanto accaduto con le sanzioni e contro-sanzioni e’ ben noto. Molto meno noti sono gli effetti collaterali:
- La Russia cerca di produrre internamente quanto possibile,
- La perdita di fiducia – anche dei consumatori russi – nell’Occidente
- La conquista di vari mercati russi da parte di Cina, Vietnam, India, ecc.
Per approfondire le conseguenze delle sanzioni, consiglio la lettura di Il Crollo dell’Export Italiano verso la Russia, Meccanica per Prima – Perche’?.

Quello che la consulenza aziendale di internazionalizzazione generalmente non vi dice
Pochissimi sanno che l’Italia:
- Aveva inviato caccia Typhoon a pattugliare i cieli dei paesi baltici – una chiara mossa contro la Russia
- Contribuira’ a costituire i famosi 4 battaglioni che saranno inviati in Polonia e nei paesi baltici – una mossa contro l’aggressione russa.
Che poi l’aggressione non sia mai avvenuta, non cambia le cose e semmai le aggrava: i russi sono ormai convinti che la NATO / UE si appresti a mosse offensive contro la Russia.
Non si tratta certamente di azioni amichevoli da parte dell’Italia verso la Russia. In queste condizioni, molte imprese hanno abbandonato i progetti di internazionalizzazione. Lo hanno fatto perche’ vi sono comunque altri mercati – e questo va bene – oppure perche’ non se la sentono di internazionalizzare in Russia – e questo va male.
Perche’ va male?

L’internazionalizzazione di impresa “statalista” fara’ la fine del’Unione Sovietica
Un’impresa che non riesce ad internazionalizzare e/o esportare senza l’appoggio massiccio di uno stato, ed in particolare di uno stato UE – dove la politica prevale sempre sull’economia – forse non dovrebbe proprio internazionalizzare.
Quello “statale” dovrebbe essere un aiuto, non il motivo dell’internazionalizzazione. Se poi consideriamo quanto accaduto con la Russia, e’ fin troppo evidente cosa puo’ accadere: fine delle sovvenzioni, fine dell’appoggio statale in loco, ecc.
Insomma, l’azienda che si affida solo al “sistema” statale non sta facendo impresa bensi’ lanciando i dadi.

CASE STUDY TURCHIA – VOLERE VEDERE CIO’ CHE NON C’E’
Chi mi segue da un po’ sa che e’ da tanto che sconsiglio alle aziende di andare in Turchia – a meno che non vi siano motivi validi.
Che la Turchia fosse a forte rischio non e’ quindi una novita’. A tale proposito, consiglio la lettura del mio articolo Crisi in Turchia 2.0 – Come Previsto 29 Mesi Prima.
Cio’ che mi sorprende e’ lo state of denial di imprenditori, aziende di consulenza, governi. Tutti hanno voluto negare l’evidenza – hanno voluto vedere una stabilita’ che non esisteva. Anche ora, si vuole ricondurre tutto ad aspetti puramente finanziari.
Si tratta chiaramente di un sistema basato sul falso mito della stabilita’.
L’imprenditore che voglia aprire gli occhi e vedere che l’instabilita’ sta diventando imperatrice, fara’ business. Gli altri “periranno”.
Affidarsi ad un sistema – Italia e/o UE – statalista basato sul mito della stabilita’ non portera’ a niente di buono.

LA “FOLLIA” EGIZIANA
L’affaire Regeni e l’Egitto
Quanto accaduto con l’affaire Regeni e’ ben noto. Meno note sono le conseguenze.
Ricordo solo che l’Italia e’ giunta a bloccare l’export verso l’Egitto di parti di ricambio per i caccia-bombardieri F-16. Dato che gli F-16 costituiscono la spina dorsale dell’aviazione egiziana, una simile azione era – agli effetti pratici – ben peggiore del richiamo di un ambasciatore.
Che l’Occidente non fosse entusiasta del governo egiziano e’ ben noto, ma l’affaire Regeni e’ stato “gonfiato” a livelli poco comprensibili – fino ad arrivare alla scesa in campo della UE.
Intendiamoci, comprendo l’aspetto umano ed il dolore della famiglia, ma e’ evidente che sono all’opera forze politiche.

Le aziende italiane e l’export in Egitto
Fino all’affaire Regeni, le prospettive per le imprese che volevano fare internazionalizzazione in Egitto erano eccellenti – vedi ad esempio le mie considerazioni in La Scoperta del Gas Egiziano – Le Conseguenze.
Adesso, per chi si affida allo “statalismo” le porte sono chiuse.
L‘impresa italiana che vuole fare export e business e’ probabilmente ancora ben accetta. Le imprese che pensano al business e non hanno niente a che fare con la politica sono sempre ben accette. Ma non scommetterei un centesimo sull’azienda che si presenta con il “marchio” statale.

LE SOCIETA’ DI CONSULENZA PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE
La consulenza aziendale – che e’ costei?
Qualcuno potrebbe dire: Anche tu sei un consulente.
Ebbene, io non ho mai creduto nel corporativismo, perche’ mi pare l’anticamera dello “statalismo”. Quest’ultimo e’ l’antitesi del fare impresa.
Ho eccellenti rapporti con altri consulenti, ma non devo nulla a tante societa’ che, sinceramente, hanno fatto solo “danni”.
Posto che il termine consulenza e’ uno dei piu’ abusati della storia, nonche’ che sembra quasi che tanti diventino consulenti di qualcosa a seconda di come tira il vento, sapete cosa succede?
Ebbena, capita cosiddetti consulenti “bussino” alle porte di praticamente ogni azienda e propongano i loro servizi. Questo sarebbe ok, se non fosse che – dopo che sono passati loro – la diffidenza delle imprese verso qualsiasi societa’ di consulenza raggiunge livelli elevatissimi.

Voucher per l’internazionalizzazione? Ma anche no!
Trovo che i famosi voucher per l’internazionalizzazione del Mise siano una “assurdita’”.
Sui voucher e sui TEM modello burocrazia italiana ho scritto vari articoli, ad esempio Il Temporary Export Manager al Tempo dei Cartoni Animati.
Posso solo aggiungere che si tratta della morte definitiva del fare impresa.
Veniamo quindi a quello che secondo me e’ il limite della piu’ parte delle societa’ di consulenza.

Lo statalismo e’ l’antitesi del fare impresa
Sfruttare tutte le possibilita’ di aiuto all’impresa e’ corretto. Quello che e’ sbagliato e’ fondare tutta l’opera di internazionalizzazione di un’impresa sullo “statalismo“.
Un’impresa deve fare impresa, appunto, non affidarsi ad aleatori contributi dell’Unione Europea, a voucher e quant’altro. Non sto parlando solo di export, ma si tutto il sistema.
Che poi, vi siete mai chiesti qual’e’ la probabilita’ di ottenerli, i contributi UE?
E’ proprio qui che il consulente dovrebbe brillare – dovrebbe consigliare l’azienda su come fare internazionalizzazione al di la’ dei fattori “statalisti“.

Cosa significa internazionalizzare?
Internazionalizzazione significa ben piu’ di cercare qualche contatto, ottenere qualche voucher, partecipare a qualche missione all’estero sotto l’egida statale o para-statale.
In fondo, e’ qui che si misura il valore per l’impresa del consulente di internazionalizzazione: e’ in grado di operare con successo senza l’ombrello statale? Come abbiamo visto, spesso tale ombrello non c’e’ o – peggio – viene a mancare.
Devo dire che tante imprese ragionano non in base al valore ed alla professionalita’ della societa’ di consulenza – in poche parole gli unici parametri verificabili praticamente quando si valuta una consulenza. Purtroppo, ragionano in base a promesse di obiettivi da raggiungere, programmi e, peggio di tutto, ai costi.

Dettagliamo meglio i “mitici” obiettivi:
- Obiettivi da raggiungere: e se poi non vengono raggiunti? Che fate, dopo avere investito tempo e risorse? Inoltre, nessun obiettivo e’ certo quando si fa impresa – se fosse cosi’, tutti i consulenti di internazionalizzazione lavorerebbero a percentuale. Infine, il raggiungimento degli obiettivi dipende anche dall’impresa, non solo dalla consulenza aziendale
- Programmi: va gia’ meglio, ma un programma non garantisce in alcun modo la professionalita’. Una cosa e’ preparare un programma, un’altra metterlo in pratica
- Costi: se per limitare i costi di consulenza un’impresa rischia perdite gravi od addirittura la chiusura o peggio ancora – rapimenti, assassinio di dipendenti, ecc. – forse e’ il caso che non ricorra ad una consulenza. O magari che faccia una fiera di meno ma ingaggi un consulente di spessore – c’e’ poco da fare, la qualita’ si paga.
Video – Internazionalizzazione di Impresa – Una Nuova Era
FARE IMPRESA E LE NUOVE ROTTE DELL’EXPORT
La stabilita’ e’ una chimera
Uso il termine rotta perche’:
- Ricorda i bei tempi dell’impresa nella sua accezione originaria
- Richiama immagini di imprenditori previdenti e coraggiosi che percorrevano i mari per fare export e profitto
- Via ha anche altre accezioni – con rotta non si puo’ sbagliare.
Le imprese sono ormai assuefatte a quello che chiamo il sistema UE, dove ci deve essere stabilita’, altrimenti tutto – business per primo – ne risente.
La mancanza di stabilita’ significa anche che non basta andare sul sito della della Sace o della Bper e pensare di avere risolto tutti i problemi.

Le rotte dell’export e l’Asia
Al di la’ che la ricerca “disperata” di una stabilita’ apparente puo’ provocare solo dolore, prima di continuare a leggere questo articolo consiglio di leggere Imprese ed Instabilità – Fare Export Oggi.
In questa occasione, mi vorrei concentrare sull’aspetto pratico delle rotte dell’export.
In poche parole, vi sono varie aziende che – giusto per fare un esempio – hanno deciso di non rinunciare alle enormi opportunita’ del mercato russo.
Intendiamoci, mercato russo significa anche una bella fetta di Asia non russa – fetta destinata a diventare sempre piu’ grande. Fra l’altro, la Turchia e’ ora interessata ad entrare nella Comunita’ Economica Eurasiatica.
Rinunciare a tale mercato, anche in vista delle previsioni del DoD (Department of Defense) USA – ovvero la possibile perdita del predominio militare ed economico occidentale – e’ pura “follia”. Vedi World order in 2035: US could lose ability for global dominance, DoD paper says.

Vedete l’importanza della geopolitica?
Grazie alla geopolitica si possono fare anche previsioni su come sara’ il mondo. Proprio grazie a tali previsioni, tante imprese del passato sono passate da PMI a multinazionali.
Ebbene, alcune aziende hanno:
- Deciso che vogliono sopravvivere facendo export
- Stabilito che l’export deve riguardare anche la Russia
- Cominciato a muoversi indipendentemente senza aspettare i canali “statali”. Canali che nel caso della Russia – ma anche dell’Egitto – sono sempre piu’ in secca.
Come dico sempre, l’imprenditore che vuole fare onesto business e’ tendenzialmente sempre ben visto – anche quando lo stato da cui proviene si sta comportando in maniera “bizzarra” per motivi politici.
Ecco quindi che l’impresa che vuole fare internazionalizzazione profittevole allaccia contatti diretti con imprese ed organizzazioni estere. Si tratta di una cosa ben diversa dal correre dietro a voucher e quant’altro.

Strategia aziendale ed analisi e gestione dei rischi
Ovviamente, quanto visto implica
- Analisi geopolitiche di spessore
- Una solida strategia aziendale – e di internazionalizzazione
- Un’adeguata analisi e gestione dei rischi
- Ecc.
L’imprenditore del futuro si attiva per trovare nuove rotte, non aspetta che lo “stato” si accorga delle opportunita’ – o che realizzi che sta danneggiando le sue stesse imprese.

Ed il consulente di internazionalizzazione del futuro?
Aiuta l’imprenditore a:
- Trovare le nuove rotte
- Allestire un bastimento adeguato
Poi non resta dietro una scrivania. Si imbarca e conduce la nave a destinazione. Soprattutto, cerca di venderne bene il carico ed a riportarla indietro piena di spezie.

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