La Rivolta in UE, la Turchia e l’Assedio di Vienna
UE e Turchia si stanno allontanando sempre piu’. Quali sono i rischi di internazionalizzazione in Turchia? E quelli geopolitici?

RISCHI GEOPOLITICI IN TURCHIA
UE e Turchia
I rischi di internazionalizzazione in Turchia sono sempre piu’ evidenti. Eppure, nell’agosto 2016 – quando ho originariamente scritto questo articolo – tutti ne parlavano come di una grande opportunita’ di export. Perfino l’Unione Europea era ancora una sorta di dogma: parlare di rivolta in UE – anche se tra virgolette – all’epoca era impensabile.
Prima del colpo di stato in Turchia – di cui tanto si e’ parlato ma poco di utile si e’ detto – vorrei ricordare cosa e’ accaduto. Parlo della “rivolta” di alcuni paesi della UE: in poche parole, si e’ tenuta una conferenza ad Atene – obiettivo un’alleanza contro la politica di austerity della UE.
A tale riunione sono stati invitati – dal primo ministro greco – i primi ministri di Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Cipro e Malta. Gli ambiti di discussione sono stati non solo la politica di austerity, ma anche le misure fiscali e l’immigrazione.
Per inciso, la Commissione Europea aveva pensato di sospendere i fondi strutturali a Spagna e Portogallo perche’ non hanno ridotto il deficit di bilancio secondo i livelli prescritti.

Turchia reloaded
Ad una serie di purghe chiaramente tendenti a trasformare il carattere della Turchia – ovvero non piu’ laica – si e’ aggiunto un chiaro tentativo di influire politicamente sui paesi UE. Questo viene fatto sia attraverso:
- Il “ricatto” profughi
- Attraverso manifestazioni di immigrati turchi in Germania.
Guarda caso, la Grecia ha rapporti poco felici con la Turchia. Una Turchia di cui molti temevano le ambizioni gia’ prima delle purghe. Queste ultime hanno reso praticamente assoluto il potere dell’AKP – il partito islamista di Erdogan.
Nel frattempo, Putin ha messo a segno un colpo da maestro: il riavvicinamento alla Turchia.

L’ASSEDIO DI VIENNA ED IL COLPO DI STATO TURCO
Il colpo di stato previsto con 4 mesi di anticipo
Questo scrivevo nel marzo 2016 – 4 mesi prima del tentato golpe – in Rischi di Export ed Internazionalizzazione – Rapporto Turchia:
‘… Per quanto visto, non escluderei il rischio di disordini, od addirittura rivolte o tentativi di deposizione del governo, in Turchia …’
Qualunque sia la verita’ sul tentato golpe in Turchia, e’ evidente che Erdogan ha preso la palla al balzo per rendere assoluto il suo potere. Ricordo che il suo partito – AKP – e’ un partito islamista.

L’apparato statale turco
Prima del golpe, l’apparato statale turco era ancora composto in larghissima maggioranza di kemalisti. In poche parole, si tratta di funzionari “allevati” nello spirito di Kemal Ataturk – ovvero lo stato laico.
Per approfondire questi aspetti, rimando al gia’ citato articolo su rischi di export ed internazionalizzazione in Turchia.
Quello che Erdogan sta facendo non e’ altro che porre in atto una serie di purghe tesa a:
- Consacrare il suo potere
- Distruggere definitivamente l’aspetto laico della Turchia.

COME FUNZIONA TRA UE E TURCHIA?
A fronte di quanto sta accadendo, la UE non dice praticamente nulla.
A parte qualche voce isolata, l’intellighenzia e’ ancora intenzionata ad ammettere la Turchia nell’Unione Europea. Fra l’altro, cio’ la sta allontanando ancora di piu’ dall’uomo della strada.
La strategia europea della Turchia – Fare tesoro di profughi ed emigrati
L’aspetto interessante non e’ costituito non solo dal “ricatto” turco alla UE, ovvero se non concedi l’ingresso senza visto ai miei cittadini ti riempio di profughi.
C’e’ anche il tentativo di influire sulla politica interna del paese leader della UE – la Germania – attraverso manifestazioni di immigrati turchi.
Il rifiuto tedesco di permettere la trasmissione su maxi-schermo di un messaggio di Erdogan ad una manifestazione pro-Erdogan a Colonia ha causato una reazione estremamente dura da parte della Turchia. Tale reazione rivela molto delle intenzioni della Turchia.
Si e’ poi passati alle accuse di ‘azioni naziste’ da parte del presidente turco Erdogan. Questo e’ accaduto perche’ la Germania non ha permesso dei comizi politici da parte di ministri turchi. I comizi avevano l’obiettivo di spingere i turchi residenti in Germania a votare si’ al referendum che ha garantito ancora piu’ poteri ad Erdogan.

Campione della comunita’ musulmana in Europa
E’ evidente che la Turchia non si limita a volere entrare in Europa, vuole che la UE esegua i suoi diktat. A tale scopo, sta chiaramente utilizzando la vasta comunita’ di immigrati in Germania per influire sulla politica dello stato leader dell’UE. Il passo successivo potrebbe essere un tentativo di ergersi a campione della comunita’ musulmana in Europa?
Il fortissimo desiderio turco di entrare nella UE e’ diminuito – per il momento – dopo il riavvicinamento alla Russia.
Comunque, il tentativo di ottenere subito un accesso senza visto dei suoi cittadini era forse legato al desiderio di avere forti presenze di turchi in tutta Europa? Per utilizzare tali persone come mezzo di pressione politica come e’ stato tentato in Germania?

L’importanza della storia
Forse si tratta di fantapolitica, ma i tentativi turchi di conquista dell’Europa sono durati secoli – il secondo assedio di Vienna risale al 1683.
Le affermazioni del marzo 2017 del presidente turco Erdogan – l’invito ai turchi in UE a fare tanti figli per diventare la maggioranza – confermano quanto scritto sopra (originariamente nell’agosto 2016), ovvero che la Turchia intendeva entrare in UE per:
- Approfittare dell’apertura delle frontiere – con conseguente afflusso in Unione Europea di parecchi milioni di turchi
- Influenzare la rotta della UE stessa, anche grazie a decine di milioni di turchi a quel punto in UE.
Sara’ un caso se l’opposizione ufficiale – finora – piu’ dura all’entrata della Turchia in UE e’ quella dell’Austria, che vorrebbe sospendere il negoziato di adesione della Turchia all’Unione Europea?

LA “RIVOLTA” GRECA – ASPETTI GEOPOLITICI
Come gia’ detto, il primo ministro greco Tsipras ha convocato una riunione dei paesi mediterranei dell’Unione Europea. Ricordo che la Grecia non solo sta patendo grandi sofferenze – imposte dalla UE – ma non e’ in rapporti idilliaci con la Turchia.
Alcuni Paesi europei
Spagna e Portogallo non erano ovviamente entusiasti delle idee della Commissione Europea.
In Italia, il governo aveva giocato il tutto per tutto sul referendum costituzionale – uscendone pesantemente sconfitto. Le conseguenze hanno incluso un governo populista Lega-M5S.
In ogni caso, l’opinione pubblica italiana appare molto ostile all’immigrazione.
Per quanto riguarda la Francia, gli attentati terroristici hanno mutato molto l’opinione dell’uomo della strada nei confronti dei profughi.

Grecia e Germania
Tornando alla Grecia, gli effetti deleteri – anche per la stabilita’ del paese – delle ondate di profughi sono ben noti. Essi che includono perdite enormi per l’importante settore del turismo greco.
Ricordo che:
- La famosa politica delle porte aperte della Merkel ha portato ad un afflusso eccezionale di profughi
- La Germania e’ stato il paese – in qualita’ di paese leader – che piu’ ha “umiliato” la Grecia con le note condizioni economiche.
Per quanto riguarda la Grecia, per non dilungarmi consiglio la lettura di La Crisi Greca, la Russia e gli Errori Strategici dell’Unione Europea, dove fra l’altro scrivevo ‘… Le conseguenze dell’attuale stato di cose potrebbero portare a gravi contraccolpi economici ed addirittura al collasso della UE …’.

LA GRANDE TURCHIA E LA NATO
La NATO
Alle azioni “bizzarre della UE”, ora si aggiunge una classe dirigente turca che pare accarezzare, e forse piu’ che accarezzare, il sogno della Grande Turchia. Per capire quanto grande potrebbe essere la nuova Turchia, basta studiare la storia.
Fatto sta che probabilmente la NATO non farebbe niente contro la Turchia, perche’:
- L’enorme base americana (e turca) di Incirlik e’ a tutti gli effetti un “ostaggio”. Le azioni turche durante e dopo il tentato colpo di stato hanno fatto ben capire. Viene da chiedersi se gli americani abbiano trasferito le armi nucleari presenti nella base – o se ne abbiano avuto la possibilita’
- La Turchia fa parte della NATO e viene considerata alleato essenziale
- Durante l’attacco, si assisterebbe con tutta probabilita’ a manifestazioni pro-Turchia in tutta Europa – e forse anche a disordini o peggio
- Viste le condizioni greche, un eventuale attacco arriverebbe probabilmente a conclusione in ore o pochi giorni. Considerato il carattere dei vari governi europei, probabilmente si assisterebbe a stupore, a paura e ad un tentativo di guadagnare tempo
- La parte europea della Turchia, ovvero la porta dell’Europa, consente un facile accesso anche alla Bulgaria.

Rivolta in UE?
Una UE previdente cercherebbe di rafforzare Grecia (e Bulgaria) e di mantenere eccellenti rapporti con la Russia. Nella pratica, la UE e’ occupata a
- Contrastare l’inesistente aggressione russa
- Porre in atto politiche che hanno devastato la Grecia
- Cercare di fare entrare la Turchia nell’unione stessa. Anche se questa possibilita’ si allontana sempre piu’, non e’ assolutamente tramontata.
C’e’ da stupirsi se la Grecia voleva dare il via ad una “rivolta” contro la UE?

E L’EXPORT E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE?
Dei rischi prevedibili e previsti
Per quanto riguarda la Turchia, penso di avere scritto quasi tutto nel gia’ citato Rischi di Export ed Internazionalizzazione – Rapporto Turchia.
Posso solo aggiungere che, al di la’ della soddisfazione personale di avere previsto un tentativo di colpo di stato vari mesi prima che avvenisse, penso che ormai l’utilita’ – anzi la necessita’ – di una seria analisi geopolitica sia chiara per tutte le imprese.
L’impresa che abbia letto e meditato l’articolo citato ha indubbiamente evitato molti grattacapi e grosse perdite. Ricordo che, fra l’altro, nell’articolo in questione scrivevo: ‘… Per quanto visto, direi che in questo momento il rischio di fare export ed internazionalizzazione in Turchia e’ elevato con tendenza ad aumentare, per tutte le imprese ed in particolare per le PMI …’

Ancora su Turchia ed Unione Europea
Per quanto riguarda la UE, e’ evidente che si trova in grossi guai: dopo la Brexit – peraltro avvenuta grazie alle politiche dell’unione stessa – assistiamo a:
- Una “rivolta” di vari paesi, principalmente del gruppo di Visegrad
- L’ascesa apparentemente irrefrenabile del populismo
Una UE che si dimostra del tutto impotente di fronte ad una Turchia estremamente “aggressiva”.
Nel frattempo, una Russia che si sente minacciata dall’Unione Europea ha riallacciato eccellenti rapporti con la Turchia e mantiene ottimi rapporti con una Grecia umiliata dalla UE.
Francamente: questa UE, che ha sempre anteposto la politica all’economia pur essendo una frana totale in politica, si sta dimostrando un mostro burocratico incapace del ruolo che ha assunto.

Rischi di export in Europa
Non credo che fare export ed internazionalizzazione extra-UE comporti rischi molto piu’ grandi che farlo in Europa. Il livello di rischio geopolitico in Europa sta aumentando. Soprattutto, se fossi in un’impresa non farei troppo affidamento su sovvenzioni od altro europee.
Tra i rischi geopolitici includo anche manifestazioni, disordini o sommosse – anche “suggerite” da attori esterni – legati all’immigrazione.
Non a caso la Svizzera ha previsto gia’ anni fa tali casistiche, ed ha dato dimostrazione pubblica di qualche contromisura durante le giornate dell’esercito di Lugano.
Video – Turkey threatens to flood Europe with migrants as row deepens
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agosto 7, 2016 alle 16:11
Ottima analisi Dave . L’Europa e il fondo monetario hanno recentemente ammesso di aver sacrificato la Grecia con un waterboarding fiscale , come lo chiama Varoufakis, in una “azione di contenimento” per salvare l’euro e le banche del nord Europa.
E ora che la Grecia potrebbe essere per noi un solido e prezioso baluardo ci facciamo tenere in ostaggio da Erdogan. Ultima ruota del carro in tutto questo contesto arriva l’italia. E ultimissime ruote del carro Italia sono le piccole imprese ogni giorno più svantaggiate e disorientate dall’evanescanza del sistema in mano ai burocrati Italoeuropei.
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