Nuova Via della Seta: la Fine dell’Export UE
Tutti hanno sentito parlare della Via della Seta, tanti parlano di export e Cina, pochi sanno cos’e’ la Nuova Via della Seta e cosa implica per l’export UE.

LA NUOVA VIA DELLA SETA
Se pronunciate le parole Via della Seta, gli occhi dei vostri interlocutori brilleranno. Tuttavia, se parlate di Nuova Via della Seta – od addirittura della Nuova Via della Seta Marittima – ben raramente vedrete delle reazioni che non siano confuse.

L’impatto sull’export UE
L’impatto delle nuove vie sul mondo del commercio in generale – soprattutto sull’export UE e l’internazionalizzazione – e’ destinato ad essere enorme. Soprattutto nel caso della Nuova Via della Seta.
Peccato che – prendendo in considerazione le imprese dell’Unione Europea.:
- Si tratti di un ambizioso progetto cinese destinato a favorire – oltre all’influenza geopolitica – l’export e l’internazionalizzazione cinese
- La Nuova Via della Seta abbia lo scopo di penetrare – anche – il mercato UE per via di terra.

Perche’ anche il mercato UE?
Ecco perche’:
- Tra la Cina e l’Europa vi sono parecchi nuovi mercati, ad esempio i paesi dell’Asia Centrale
- A differenza della Via della Seta storica, la nuova via avra’ una diramazione terrestre direttamente verso l’Europa: il capolinea di entrambe le nuove Vie della Seta sara’ Venezia. Le conseguenze di cio’ dovrebbero essere ovvie, ma evidentemente non lo sono per l’intellighenzia europea.

Giusto per capirci:
- Molti progetti infrastrutturali sono gia’ in atto nell’Europa Orientale
- Gli investimenti cinesi sono colossali
- Fondi cinesi vengono gia’ utilizzati – giusto per dirne una – per espandere il porto lituano di Klaipeda.

Quanto visto significa:
- Una penetrazione cinese dei mercati europei ancora maggiore di quella attuale
- La conquista di tanti mercati da parte delle aziende cinesi che fanno export
- Dolori per le imprese europee che fanno internazionalizzazione – ma anche per quelle che vendono solo sul mercato interno.
Nel frattempo, la UE e’ occupata a fare i “dispetti” alla Russia.

IN BREVE – UNA OVERVIEW DEI PROGETTI CINESI
La Nuova Via della Seta partira’ da Kashgar e Khorgas, nel Xinjiang Uighur.
Si tratta di una:
- Regione abitata dagli Uiguri, di religione islamica
- Una delle pochissime eccezioni in Cina alla uniformita’ della popolazione.
Tale regione e’ famosa per i ripetuti episodi di tensione e terrorismo islamico.
Ovviamente, questo e’ uno dei fattori che spiegano l’estrema attenzione della Cina per il terrorismo islamico. Ma oggi non parleremo di cio’.

Una via, tanti rami
Un ramo della via raggiungera’ il porto pakistano di Gwadar, sull’Oceano Indiano – piu’ precisamente sul Mare Arabico. La Cina sta costruendo tale porto da zero.
Per inciso, Kashgar si trova ai “confini” dei paesi dell’Asia Centrale, per cui tale progetto darebbe loro uno sbocco sull’Oceano Indiano.
Un altro ramo seguira’ il percorso Samarcanda (Uzbekistan), Turkmenistan, Iran, Bosforo.
Infine, un ramo totalmente differenziato dalla Via della Seta storica raggiungera’ l’Europa attraverso Astana (Kazakistan).

Investimenti e infrastrutture
Nel 2015, ben 57 paesi – anche della UE – hanno firmato l’atto costitutivo della Banca di Investimento per l’Infrastruttura Asiatica (Asian Infrastructure Investment Bank – AIIB). La banca si prendera’ cura dell’aspetto finanziario dell’opera.
Sono in corso enormi investimenti cinesi, non solo per strade e ferrovie – ben due arriveranno direttamente in Germania – ma anche per infrastrutture e parchi industriali.
Occorre infine ricordare che i paesi dell’Asia Centrale – Kazakistan per primo – sono ricchi di risorse energetiche, di cui la Cina ha gran bisogno. Guarda caso, il primo accenno ufficiale alla Nuova via della Seta si verifico’ ad un incontro tra i leaders cinese e Kazako.

La Nuova via della Seta Marittima
Export e Cina sono ormai due sinonimi.
La Cina sta investendo pesantemente anche in porti – per la Nuova Via della Seta Marittima.
E’ di interesse il fatto che tale via passera’ – ovviamente – per lo stretto di Malacca.
Questo ci conduce direttamente al problema delle isole Spratly- Per gli approfondimenti rimando al mio articolo La Cina, le Rotte Marittime dell’Export e del Petrolio e le Isole Spratly, scritto in tempi non sospetti.

CONSEGUENZE GEOPOLITICHE
Ci sono ovvi vantaggi per le aziende cinesi che fanno export ed internazionalizzazione, soprattutto in un periodo non certo felice per il mercato, sia interno che esterno, cinese. Vedi Perche’ sono stati Ignorati i Dati di Export ed Import? Le Conseguenze della Crisi Cinese.

Dovrebbe anche essere evidente quali vantaggi geopolitici la Nuova Via della Seta porti alla Cina:
- Una seconda via per l’export, eventualmente in alternativa a quella marittima. Quest’ultima presenta numerosi colli di bottiglia e potrebbe essere facilmente bloccata dai vicini e/o dagli Stati Uniti
- L’accesso diretto a molti mercati interessanti, ad esempio Asia Centrale, Russia, Iran, Turchia, Europa
- Un’influenza politica ed economica enorme lungo tutto il tracciato. Quest’ultimo vede enormi investimenti da parte della Cina
- Accesso all’Oceano Indiano, attraverso il Pakistan
- Estensione dell’influenza cinese in Siberia, ricchissima di materie prime e di Acqua. Ricordo che la Cina ha riserve esigue di acqua potabile
- Accesso rapido alle fonti energetiche dell’Asia Centrale
- Vantaggi enormi per le imprese cinesi rispetto alle imprese dell’export degli altri paesi
- Rafforzamento dei gia’ eccellenti rapporti commerciali con l’iran, ecc.

Vorrei trattare a parte le conseguenze sull’equilibrio eurasiatico:
- I rapporti con la Russia diventeranno sempre piu’ stretti, per cui Russia e Cina diventeranno probabilmente i “dominatori” dell’area asiatica. Per quanto cio’ non sia l’ideale per la Russia, quest’ultima non ha scelta di fronte all’ incomprensibile politica estera di USA ed UE
- Se quanto visto al punto precedente si verifichera’, prima o poi la Cina tentera’ probabilmente di prendere il controllo diretto della Siberia. Penso comunque che cio’ non accadra’ prima della rovina della UE. Come sanno i miei lettori, considero molto probabile tale rovina – sia economica che politica
- La UE si ritrovera’ fuori dai giochi
- Gli Stati Uniti vedranno calare sempre di piu’ la loro influenza
- La Turchia tendera’ ad orbitare attorno al nuovo “ordine” asiatico.

CONSEGUENZE SULL’EXPORT UE
L’Unione Europea e’ “nemica” dell’export
L’auto-esclusione della UE da molti mercati russi:
- Va ben oltre gli effetti di sanzioni e contro-sanzioni
- Ha dato un colpo grave alle imprese europee. Si sono chiusi non solo molti mercati russi, ma di riflesso anche molte aree dell’Unione Economica Eurasiatica (UEE). Per approfondire questi aspetti, rimando a PMI ed Export – Eurafrica od Eurasia? ed in particolare al capitolo Eurasia.
Sommandosi alle sanzioni (e contro-sanzioni) contro la Russia, la via rende molto difficile alle imprese UE il mercato dell’Asia centrale, ma anche dell’Iran, del Pakistan, ecc.
Viene da chiedersi se l’intellighenzia europea pensi mai all’export UE.

La visione cinese
Una nuova Via della Seta finanziata dalla Cina darebbe enormi vantaggi a chi – la Cina – progetta, finanzia e realizza:
- L’opera
- Gran parte delle infrastrutture ausiliarie.
Inoltre, come abbiamo visto la Cina va ben al di la’ delle infrastrutture: ha concepito un sistema che comprenda tutti gli aspetti dell’export.
Come gia’ visto, la Nuova Via della Seta penetrera’ fin nell’Europa Occidentale.
In queste condizioni, le imprese UE si troveranno un’incrementata concorrenza perfino a casa loro – figuriamoci per quanto riguarda export ed internazionalizzazione!
CONSEGUENZE SULL’ECONOMIA EUROPEA
Gli USA hanno ragione
Anche se sono spesso critico delle decisioni geopolitiche e strategiche USA, in questo caso la contrarieta’ americana al progetto dovrebbe esser pienamente condivisa dalla UE.
Invece – come visto – vari paesi UE hanno firmato l’atto costitutivo della Banca di Investimento per l’Infrastruttura Asiatica. Per inciso, si parla di paesi come la Germania e la Francia.
Viene da supporre che la UE ritenga che la Nuova Via della Seta sara’ un’occasione per l’export e l’internazionalizzazione delle imprese europee. Tuttavia, e’ evidente che la parte del leone – per le motivazioni gia’ viste – la fara’ la Cina.

A mio avviso, le conseguenze per la UE saranno:
- Perdita di molte occasioni sui mercati asiatici
- Grave difficolta’ per le imprese UE di competere con quelle cinesi sui mercati esteri – per intenderci, anche per un’impresa italiana sul mercato tedesco
- L’ulteriore afflusso di merci asiatiche portera’ alla crisi per molte aziende – anche sul mercato interno
- Ulteriore incremento della disoccupazione, forse fino ad un punto pericoloso per la stabilita’ interna e soprattutto se non sara’ trovata una soluzione al problema immigrazione
- Riallacciandomi al punto precedente, la miopia della UE e’ oltre l’umana comprensione. Usare risorse enormi per l’immigrazione, ovvero manodopera non necessaria e non qualificata, invece che per infrastrutture per l’export – come fa la Cina – significa andare incontro al tramonto economico e politico.

Russia, UE e Cina
Siamo di fronte ad una UE che antagonizza senza alcuna necessita’ la Russia e la spinge tra le braccia cinesi. Probabilmente, cio’ e’ dovuto al fatto che in politica estera l’Unione Europea va a rimorchio degli USA.
D’altra parte, la stessa UE non solo non fa nulla per cercare di ostacolare il progetto della Nuova Via della Seta, ma partecipa pure alla fase di finanziamento del progetto. O perlomeno, vi partecipano alcuni dei paesi leaders, Germania per prima. E fa cio’ nonostante l’opposizione americana.

Ben piu’ senso avrebbe avuto un contro-progetto UE, ma cio’ non si e’ verificato perche’:
- La UE ha guastato i rapporti con la Russia
- La Russia teme al massimo grado ogni eventuale ulteriore “espansione” della UE, anche se solo commerciale, vicino a casa. Come abbiamo visto, il commercio puo’ diventare uno strumento politico
- La UE non ha le risorse necessarie. O meglio, le avrebbe ma ha deciso di utilizzarle nel fallimentare progetto di immigrazione
- La miopia della UE – in particolare per quanto riguarda gli aspetti economici e quello che potremmo definire “estero” – e’ ormai proverbiale.
Per concludere, consiglierei alle imprese che fanno – o vogliono fare – export od internazionalizzazione di muoversi con le loro gambe. E farlo senza aspettare la UE od altre organizzazioni statali/para-statali.
Senza dilungarmi su questo argomento, consiglio caldamente di leggere Internazionalizzazione di Impresa – Una Nuova Era.

SVILUPPI
I treni corrono
Dopo il primo treno che ha raggiunto il Regno Unito dalla Cina attraverso la Nuova Via della Seta nel gennaio 2017, nell’aprile 2017 e’ partito il primo treno dall’Inghilterra per la Cina. Tale treno ha un tempo di percorrenza inferiore a quello via nave, e passa per Francia, Belgio, Germania, Polonia, Bielorussia, Russia e Kazakistan.
La Nuova Via della Seta e’ una realta’. Considerando i problemi che si stanno sempre piu’ palesando nel Mar Cinese Meridionale, diventera’ con ogni probabilita’ sempre piu’ importante.

Ed in Italia?
In Italia le imprese sono ancora occupate a dare la caccia a sovvenzioni varie – cosa di per se’ giusta – e a correre dietro ai voucher per l’internazionalizzazione ed ai Temporary Export Manager formato burocrazia italiana.
Nel frattempo, il mondo si muove e paesi previdenti cominciano a fare internazionalizzazione in Europa. Penso che ormai tante imprese si siano rese conto che stanno perdendo il treno.
Il termine impresa deriva da fare impresa, che non ha niente a che fare col legare il futuro dell’azienda solo ed esclusivamente a sovvenzioni ed temporary export manager di societa’ di consulenza presenti su una lista fatta da altri.

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