Internazionalizzazione ed Aziende – Il Sistema Trascura le PMI
Il sistema italiano non favorisce l’internazionalizzazione di PMI. Nonostante la presenza di una camera di commercio in ogni citta’, l’export e’ poco agevole per una piccola o media azienda.

L’INTERNAZIONALIZZAZIONE E LE PMI
Un sistema concepito per le grandi aziende
L’internazionalizzazione di PMI e’ perfetta per il mio obiettivo di oggi.
E’ da un po’ che voglio analizzare alcuni gravi problemi strutturali – a livello di sistema Italia – che affliggono le PMI italiane. Anche se concentro la mia analisi sull’aspetto export ed internazionalizzazione, tali problemi riguardano pure il mercato interno.
Per chi sia interessato ai fattori strutturali prettamente aziendali, consiglio la lettura di Internazionalizzazione delle PMI – Fattori Strutturali.
Gli effetti del sistema Italia sono – o meglio sembrano – minori perche’ le PMI sono nate e cresciute in tale sistema. Un sistema dove una PMI deve essere iscritta alla locale camera di commercio – non c’e’ scelta.
Le imprese sono cosi’ abituate a lavorare in condizioni tutt’altro che ideali anche sul mercato interno, che non si accorgono della gravita’ dei problemi che le affliggono.
Fondamentalmente, il sistema Italia e’ concepito per le grandi aziende.

Internazionalizzazione di PMI
L’attenzione ufficialmente riservata le PMI e’ dovuta al gran numero di piccole e medie imprese. Non farlo avrebbe contraccolpi politici non indifferenti.
Per essere onesti, si tratta di un problema che affligge anche la UE. Tuttavia, in Italia ha assunto una dimensione colossale – al punto che le PMI devono affrontare problemi non indifferenti per fare export ed internazionalizzazione.
Per cercare di ovviare a tali problemi strutturali del sistema Italia stanno nascendo molte reti di impresa. Tuttavia, la soluzione definitiva sarebbe un cambiamento del sistema. Questo e’ pero’ praticamente impossibile – non solo a livello italiano, ma anche e soprattutto a livello di Unione Europea.

UN SISTEMA PMI-UNFRIENDLY
Le PMI sono viste solitamente viste come sotto-fornitori
Il sistema italiano e’ concepito per le grandi aziende – vedi l’importanza attribuita alle grandi opere.
Questo comporta miriadi di piccole e medie imprese che cercano di entrare nel “giro” delle grandi opere.
Ecco quindi il mitico indotto – un qualcosa di non ben definito che viene usato per giustificare l’esistenza di qualche grande azienda in crisi o la necessita’ di qualche grande opera.

Nessuno parla mai dell’indotto delle PMI stesse
L’indotto delle PMI esiste – ed e’ enorme.
Vari mesi fa ho avuto esperienza diretta di tale mondo: un’azienda veneta che si serviva di un’altra PMI, la quale a sua volta si serviva di una PMI ancora piu’ piccola. E badate bene che si trattava di un solo prodotto, ovvero un componente meccanico speciale per un attrezzo.
In poche parole: la tecnologia e le competenze speciali spesso non si trovano presso le grandi aziende, ma presso i loro sotto-fornitori – o magari presso i sotto-sotto-fornitori. Proprio queste tecnologie e competenze sono cio’ che piu’ interessa ai mercati esteri.
Purtroppo, le PMI hanno grandi difficolta’ a fare export ed internazionalizzazione. Non parlo solo dei finanziamenti.

Perche’ tante difficolta’?
Perche’ il sistema – mentre coccolava le grandi aziende – non investiva nelle PMI.
Perche’ managers con competenze linguistiche avanzate generalmente non sceglievano di lavorare presso una PMI. Avrebbero potuto farlo se il sistema avesse investito in questo settore, ma era troppo preoccupato ad investire nel “grande”.
Per una PMI, i vari contributi e fondi europei comportano forti investimenti ed una bassa percentuale di successo. Semplicemente, non sono concepiti per le PMI.
A mio avviso, i famosi voucher per l’internazionalizzazione sono un’operazione di facciata – con evidenti risvolti politici – che “riserva” tale operazione alle societa’ di consulenza inserite in un elenco del ministero. Per evitare di dilungarmi sui voucher, consiglio di leggere Temporary Export Manager (TEM) e Internazionalizzazione.
E’ pur vero che ultimamente si stanno moltiplicando le iniziative per aiutare le PMI ad internazionalizzare, ma lo stampo di tali iniziative pare ancora sulla falsariga delle grandi aziende.
Semplicemente, in Italia – ed in misura un po’ minore in UE – le PMI sono sempre state le cenerentole. L’importanza e l’influenza delle associazioni industriali e’ enormemente superiore a quella delle PMI.
Il sistema e’ PMI-unfriendly, punto.
Video – Voucher per l’Internazionalizzazione o Fiducia Personale?
ATTENZIONE POLITICA – MA NON ECONOMICA – PER LE PMI
Tutto – o quasi – concepito per le grandi aziende
Come accennato, le PMI sono la grande maggioranza delle imprese, per cui viene ufficialmente data loro molta importanza.
In realta’, ed al di la’ di molto parlare, tutto – perfino a livello UE – e’ concepito per le grandi aziende.
La politica estera, anche quando prende in considerazione l’aspetto economico, considera solo le grandi aziende.

Le sanzioni contro la Russia
Gli affetti catastrofici di sanzioni – nonche’ di contro-sanzioni ed effetti collaterali – contro la Russia sono ben noti. Intere aree hanno visto le aziende dell’export “devastate” – gli effetti massimi sono stati sentiti dalle PMI, ovviamente.
PMI che avevano sfondato in Russia si sono trovate a terra dalla sera alla mattina. Nel contempo, il sistema italiano ed UE non ha battuto ciglio.
Anche di fronte all’evidente fallimento dell’operazione sanzioni, operazione che ha visto non solo perdita di export ma anche perdita definitiva di importanti mercati, il sistema continua imperterrito. Tutto cio’ accade per ragioni prettamente politiche.
In poche parole, nonostante il peso politico degli elettori – che lavorano preso le PMI – il sistema antepone comunque la “grande” politica – ovvero su scala UE – alle necessita’ della piccola e media impresa.
Quando gli imprenditori hanno l’impressione di essere le cenerentole …. beh, fondamentalmente hanno ragione. Mi sembra che la miriade di iniziative a favore delle PMI che fanno internazionalizzazione sia spesso solo un modo per “tenerle buone” – l’arcipelago PMI da’ lavoro a tantissimi elettori.
Pensate che io sia troppo duro?
No, solo franco, e per esplicare meglio il mio pensiero passo ad un esempio pratico: la Brexit.

L’ESEMPIO DEL CASO BREXIT
Il caso Brexit e’ esemplificativo: caterve di appelli a favore del remain da parte di premi Nobel, economisti e quant’altro – non si tratta certamente di persone legate alle PMI.
Le PMI sono state messe da parte
Nel contempo, il leader delle Camere di Commercio Britanniche (BCC), John Longworth, e’ stato sospeso alcuni mesi prima del referendum.
Perche’?
Come ho scritto nel marzo 2016 in Brexit – Il Futuro delle PMI nella UE, ‘… non solo si e’ espresso a favore della Brexit, ma lo ha fatto sulla base delle conclusioni dei suoi ragionamenti: le imprese britanniche se la passerebbero meglio se il Regno Unito uscisse dalla UE …’
Al di la’ del fatto che i primi dati sembrerebbero dare ragione a Longworth, mi sembra fin troppo evidente che chi dava voce alle PMI e’ stato messo da parte senza esitazione alcuna.

I primi dati della Brexit
Mi voglio soffermare sui primi dati.
Si parla di andamento positivo – od estremamente positivo – di occupazione, vendita al dettaglio, accordi commerciali. Si tratta di parametri pratici, quelli che il responsabile di una PMI capisce ed apprezza.
A questi dati, i supporters della UE rispondono con indici finanziari o comunque complessi. Al di la’ del comprensibile tentativo di dimostrare a tutti i costi il fallimento della Brexit, le loro argomentazioni sono quelle tipiche dei mercati finanziari e della grande impresa. Sono le argomentazioni di un sistema concepito per le grandi aziende.
Gli indicatori cosi’ interessanti per le PMI nemmeno vengono considerati dai fan della UE. I sostenitori del remain continuano a dire che bisognera’ valutare gli indicatori – tipicamente finanziari o per grandi aziende – tra anni.
Si tratta di coloro che si potrebbero definire gli ultras della UE e del suo modo di operare, di persone normalmente distanti anni luce dal mondo delle PMI.
I media? Per trovare links ad alcuni dati ufficiali per un mio articolo ho dovuto ricorrere ad un tabloid inglese. Perfino i media sono lontani anni luce dalle PMI.

PMI – IN MANCANZA DI ALTRO SI PESCA LI’
Un mercato vasto
Tornando all’aspetto prettamente di internazionalizzazione, tutti si “rivolgono” alle PMI perche’ e’ un vasto mercato per le consulenze ed i servizi.
Inoltre, in questo momento le PMI stano guardando molto all’export ed all’internazionalizzazione.
Vedi le banche, che si sono buttate sull’internazionalizzazione e stanno dedicando molto tempo alle PMI. Cosa ovvia, visto che tra i loro clienti vi sono miriadi di PMI e che i servizi si pagano.

Le consulenze di export
Per essere brutali: lo stagno dei lucci e’ ormai vuoto, ed allora ci si accontenta dei pesciolini od addirittura dei girini – le mitiche startup.
Niente di male, eh!
Pero’ si parla talvolta di societa’ di consulenza per l’internazionalizzazione e/o fornitori di servizi per cui – prima – le PMI erano un mercato collaterale. Si parla di un settore – export ed internazionalizzazione – dove fino a non molto tempo fa c’erano molti, ma proprio molti, operatori di meno.

Il problema?
Spesso societa’ di consulenza e fornitori di servizi sono figli del sistema – sono tarati sul sistema. Come abbiamo visto, quest’ultimo e’ molto lontano dalle PMI.
Si pretende di curare il malato con le medicine che hanno causato la malattia.
Il risultato?
Personalmente non ho mai sopportato il marketing modello sistema, ovvero cio’ che dava buoni frutti presso le grandi aziende nell’epoca delle vacche grasse: varie persone sorridenti, rigidamente in giacca e cravatta, attorno ad un laptop su un tavolo – magari senza cavo.
Quello che ho appena descritto e’ quanto di piu’ lontano vi sia dalle PMI – il frutto perfetto del sistema italiano ed UE.
Le PMI sono speciali. Necessitano di soluzioni particolari, di grande attenzione al budget ed alle spese, di multi-tasking, ecc.
Giusto per chiarire: ho lavorato presso parecchie multinazionali, non solo presso PMI – d’altronde l’esperienza da qualche parte deve pure arrivare.

CAMBIARE IL SISTEMA?
Il sistema continua a trascurare le PMI
Se ci pensate, e’ davanti ai nostri occhi. I vari G5–G7-GXX non vedono certamente la presenza delle ragioni delle PMI – il famoso Bilderberg vede la presenza di capitani di industria, ecc.
In Italia, perfino giornali locali danno risalto alle dichiarazioni di qualche consigliere comunale.
Tuttavia, ma non riportano praticamente mai la notizia di interessanti appuntamenti per le aziende, tipo convegni o seminari – a meno che non si tratti di assemblee di confindustria o simili.

Tutto il sistema – export per primo – resta quello concepito per le grandi aziende
Le reti di impresa cercano di ovviare alle deficienze del sistema – portando le PMI nel mondo delle grandi aziende – ma le deficienze del sistema restano.
L’ideale sarebbe cambiare il sistema aziende, che pero’ non ha nessuna intenzione di cambiare.
Come insegnano le sanzioni contro la Russia, la Brexit, ecc., il sistema vigente non ha la benche’ minima intenzione di cambiare. Basti pensare al gran numero di ultras della UE che rifiuta anche solo di prendere in considerazione un sistema alternativo.
Se ci pensate bene, cio’ e’ bizzarro oltre che triste: nonostante le 1.000 forme di crisi che impazzano, molti si abbarbicano al relitto invece di cercare una nuova nave.

Fare vera internazionalizzazione di PMI
Personalmente, ritengo che per la PMI che voglia fare export ed internazionalizzazione ci sia una sola soluzione: andare per la sua strada. A questo proposito, consiglio caldamente la lettura di Internazionalizzazione di Impresa – Una Nuova Era.
Meglio una scialuppa piccola ma sana perche’ costruita con le vostre mani, di una nave che sta’ gia’ colando a picco. Poi con la scialuppa troverete una nuova nave.