Marketing, Geopolitica e Comunicazione: le Lezioni del Referendum Costituzionale
Le lezioni marketing, geopolitica e comunicazione del referendum costituzionale sono ancora attuali. I parallelismi con la Brexit e le azioni sui social media.

PERCHE’ IL REFERENDUM COSTITUZIONALE E’ STATO COSI’ IMPORTANTE?
- Il referendum in Italia ha visto una vittoria schiacciante del NO. Ma a me interessa analizzare gli aspetti di marketing, geopolitica e comunicazione della vicenda – senza dimenticare la Brexit.
I motivi sono vari, ma cerchero’ di riassumere i piu’ importanti:
- Il risultato e’ stato molto legato alla popolarita’ – od impopolarita’ – dell’Unione Europea
- Contemporaneamente, in Austria si votava di nuovo al ballottaggio per l’elezione del presidente: le differenti direzioni prese dai due paesi rivelano cose interessanti
- La riforma avrebbe tolto tantissimo potere ai cittadini italiani – vedi ad esempio il senato non elettivo. Sarebbe quindi andata in senso opposto alla tendenza che si sta manifestando in praticamente tutti i paesi, Italia per prima
- Il testo della riforma costituzionale italiana assegnava moltissimo potere alla UE, mettendola praticamente al pari con la nuova costituzione. In poch eparole, il governo italiano stava effettivamente andando in direzione di una Unione Europea sempre piu’ forte – in evidente contrasto col sentimento popolare
- Marketing: in Italia, il peso relativo dei media tradizionali – TV in primis – e’ ancora molto forte rispetto a quello di internet e dei social media. Tuttavia, l’ultima settimana della campagna ha visto uno sforzo straordinario, proprio sui socials, del fronte del SI‘.

ALCUNI ASPETTI DEL REFERENDUM
Un testo che non rendeva l’idea dell’aspetto europeo del referendum
Il termine UE – od Unione Europea – appariva spesso nel testo della riforma costituzionale, ma l’art. 117 era il piu’ interessante. In tale articolo era infatti scritto: ‘… La potesta’ legislativa e’ esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonche’ dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea …’
Il significato di tale articolo mi sembra chiaro: l’Unione Europea avrebbe assunto la stessa importanza della nuova costituzione.
A cio’ si aggiungeva un senato non elettivo: non vi sarebbe piu’ stata alcuna elezione da parte del popolo.
Altro aspetto che voglio rimarcare qui, aspetto ben noto agli italiani: il parlamento che ha varato la riforma costituzionale e’ stato eletto in base a legge dichiarata incostituzionale. A cio’ si aggiunge il fatto che il premier italiano Renzi non era stato eletto – peraltro, cio’ non e’ in contrasto con l’ordinamento italiano.

Unione Europea rules?
Vi sono molti altri aspetti degni di nota, ma mi pare evidente che:
- A fronte di poteri sempre piu’ vasti del governo e della UE, venivano ridotti quelli dei cittadini
- Il referendum, o meglio la riforma, era stato proposto da un partito politico (il PD), tanto che il fronte del no si era opposto al testo del quesito – a suo avviso non rispondente al contenuto stesso
- Non sono certamente uno specialista della legislazione italiana, ma mi pare che un testo senza i 2/3 del parlamento favorevoli avrebbe potuto comportare comunque un referendum. Rimarco cio’, perche’ tale aspetto sottolinea ancora una volta la distanza tra la gente e la nascita della riforma costituzionale – tutto si poteva ricondurre ad un singolo partito
- Poco prima del referendum ho rilevato una tensione e delle passioni molto elevate. Alcuni anziani con cui ho parlato hanno paragonato la situazione al 1948 (nascita della costituzione attuale) od addirittura al settembre 1943 – armistizio italiano. Mi pare che, dopo la sconfitta del no, i fattori citati al punto precedente siano diventati ben piu’ di semplice accademia.

POSSIBILI SVILUPPI GEOPOLITICI
Dopo la Brexit, la sconfitta del globalismo in Italia
Con la vittoria del NO, la UE ha subito un altro colpo terribile, tanto piu’ che gli italiani avevano sempre nutrito una simpatia notevole per l’Unione Europea.
Dopo la disfatte – per i globalisti – della Brexit e delle elezioni USA, un’altra disfatta ha accelerato la crisi della UE.
Se a cio’ si fosse accompagnata una vittoria di Hofer alle presidenziali austriache, la disfatta sarebbe probabilmente diventata una rotta nel giro di pochi mesi. Nella pratica, con un nuovo governo austriaco a seguito delle nuove elezioni – prima delle dimissioni del governo dovuta al noto scandalo – la disfatta si era trasformata in disastro.
Purtroppo, quanto visto e’ stato percepito da ben pochi export manager, che, specie in Italia, hanno ben raramente un bagaglio geopolitico e strategico.

Altre conseguenze?
Per il resto, non prevedo chissa’ che conseguenze dirette.
Il tentativo del fronte del SI’ di usare la paura di catastrofiche conseguenze economiche in caso di sconfitta del si’ era gia’ stato usato in occasione della Brexit, per spingere i cittadini a votare remain. Sappiamo tutti che invece i primi risultati sono stati positivi.
Come avevo previsto nella versione originale di questo articolo:
- Il risultato del referendum e’ stato devastante per i politici europeisti e/o glibalisti
- Si e’ trattato del punto in cui gli italiani hanno cominciato a realizzare la forza dei movimenti popolari.

Se avesse vinto il si’, mi sarei aspettato invece conseguenze di prima grandezza:
- L’Italia vive gia’ una situazione di estrema tensione, dovuta anche all’immigrazione – vedi L’Influenza del Petrolio Arabo sull’Immigrazione in Europa e la Russia – ed in particolare ai famosi profughi
- Ho letto di un piano di distribuzione capillare dei profughi, piano che avrebbe dovuto partire il giorno dopo il referendum. Se avesse vinto il SI’, tale piano sarebbe ovviamente stato messo in opera al 100%, e forse anche di piu’. Il ministro degli interni ha poi annunciato che non avrebbe nemmeno presentato la propria candidatura alle elezioni
- Proteste od addirittura vere e proprie rivolte (Gorino) si erano gia’ verificate ampiamente in Italia – contro l’arrivo dei profughi.
- Come gia’ scritto, la passione era molto alta in quel momento. Fortunatamente il risultato – a differenza del referendum sulla Brexit – e’ stato molto netto. Diversamente, molti avrebbero potuto rifiutare il risultato positivo del referendum – con manifestazioni, proteste e forse addirittura rivolte in caso di contestazioni del risultato
- L’odio per l’Unione Europea ed i globalistia avrebbe raggiunto nuove vette. Invece, i voti per i sovranisti si sarebbero moltiplicati.

Geopolitica e comunicazione
Indipendentemente dal risultato del referendum, si sono verificati grossi guai per la UE, oltre naturalmente che per il governo italiano – che e’ caduto.
E’ indubbio che i globalisti abbiano dimenticato che geopolitica e comunicazione sono due facce della stessa medaglia. Di conseguenza, sono stati fatti a pezzi prima su internet e poi ai seggi.
La caduta di un governo e’ di fondamentale importanza per le aziende del paese – soprattutto quelle che fanno export – basti pensare ai voucher per l’internazionalizzazione, di competenza del MISE – eppure praticamente nessun consulente di internazionalizzazione ha analizzato la questione.

ASPETTI DI MARKETING E COMUNICAZIONE
Marketing su internet
Fino a qualche settimana prima del referendum, ed in base a quello che ho notato ed ad un’analisi di internet – specialmente dei social media – avrei detto che una vittoria netta del NO era probabile. Del resto, questo dicevano anche i sondaggi.
Ma poi e’ subentrata la campagna social del si’, una campagna capillare che peraltro e’ partita troppo tardi e non ha cambiato il risultato:
- Persone mi avevano riferito di continui messaggi via Facebook e WhatsApp
- L’attivita’ del si’ sui socials aveva subito un’impennata
- La presenza di membri del governo, sia sulle TV – ben poche delle quali mi sembravano in realta’ contrarie alla riforma costituzionale – che in comizi o simili, aveva raggiunto nuove vette. Ad esempio, una caserma dei carabinieri presso la quale era stata posta una bomba era stata visitata dal ministro dell’ambiente anziche’ quello della difesa o dell’interno – evidentemente, gli altri erano impegnati con la campagna referendaria.
- Un controverso messaggio di Renzi agli italiani all’estero – si parla di 4 milioni di votanti – ed almeno una visita di un ministro presso gli italiani in Svizzera.

Guerra sui social networks?
A quanto visto si aggiungeva un fattore rilevante: almeno un’organizzazione che faceva campagna per il no, principalmente su un socials, aveva lamentato un calo sempre piu’ deciso della diffusione dei suoi posts – fino ad arrivare praticamente a zero.
Per quanto in Italia i socials siano ancora un canale secondario rispetto alla TV, i votanti che possono essere influenzati sono nell’ordine dei milioni.
Se poi contiamo anche WhatsApp, il SI’ avrebbe effettivamente potuto vincere. C’era poi da aggiungere il voto degli italiani all’estero – che infatti e’ stato largamente a favore del si’.

Comunicazione e fake news
Ritengo che non sia un caso se – proprio poco prima del referendum, se non erro – la UE abbia deciso di incrementare le risorse destinate a contrastare la diffusione di ‘notizie false’ su internet e sui social networks.
Ufficialmente, cio’ e’ avvenuto per contrastare la ‘propaganda’ russa – ma ovviamente il confine tra cio’ che e’ “russo” ed altro e’ molto labile: EU votes for citizens to fund their own brainwashing.
Le possibili conseguenze mi sembrano ovvie: anche questo mio articolo – per il semplice fatto di avere citato un articolo di RT ed essere critico dell’Unione Europea – avrebbe forse potuto essere ostracizzato?

Social media e geopolitica
Per tornare a noi: anche in Italia, internet e soprattutto i socials sono ormai diventati l’ago della bilancia.
Resta pero’ il fatto che i cittadini sono persone, persone che potrebbero decidere di scendere in piazza. Inutile negarlo, se una porzione consistente della popolazione dovesse scendere in piazza, entro 24 ore qualunque governo europeo cadrebbe.
Questo pare essere stato capito, tento che e’ nato il movimento delle Sardine:
- Ufficialmente slegato dai partiti – ma secondo molti legato al PD e comunque alla sinistra
- Diffuso ampiamente sul social media, ma con l’obiettivo di scendere in piazza.

Il globalismo e/o europeismo manca di contenuti
Per quanto visto, e’ ovvio che l’Unione Europea:
- Cerca di contrastare l’ondata sovranista con il marketing e la comunicazione – in cio’ e’ facilitata dalla possibilita’ di “dettare legge”
- Ha compreso l’importanza geopolitica di internet.
Il messaggio della UE – e/o dei globalisti e/o dell’intellighenzia – manca pero’ di verve ed e‘ ripetitivo:
- Vengono paventati disastri economici
- Viene posto in risalto il ‘pericolo’ del populismo, ecc.
Non credo che, alla lunga, cio’ sara’ sufficiente.
C’e’ da dire che il messaggio globalista pare avere infine trovato una vena che rende: l’ecologismo, od ambientalismo. Leggi Greta Thunberg e movimenti vari.

Marketing, geopolitica e comunicazione
Vista la novita’ di una simile campagna – SI’ – oltretutto concentrata nell’ultima settimana, ero curioso di vederne i risultati.
Tali risultati sono molto interessanti per chi si interessa a: marketing, geopolitica e comunicazione. In breve:
- Non basta fare comunicazione e marketing
- Ci vuole coscienza geopolitica ed una capacita’ di analizzare la situazione strategica.
Per approfondire l’influenza che socials e media hanno sull’opinione pubblica, consiglio la lettura de I Padroni del Vapore – Socials e Media.
INFORMAZIONI O CONSIGLI?
Se desiderate piu’ informazione o consigli e/o consulenze, scrivetemi.
Potete anche commentare questo articolo: mi piace dialogare con i miei lettori.
Oltre ad analisi geopolitiche, seguo vari settori collegati – ad esempio:
- Strategia aziendale
- Risk ed emergency management
- Project management
- Internazionalizzazione ed export.
Posto molto piu’ spesso sul canale Telegram di Export OK, accessibile anche senza installare l’app. Li’ trovate anche posts brevi – ma non per questo meno interessanti.
A presto.

Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
- Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
Correlati
Questo articolo è stato pubblicato in Europa, Geopolitica, Italia, Media, Social networks, Unione Europea ed etichettato Brexit, geopolitica e comunicazione, marketing, referendum.