Guerra Aperta tra Globalismo e Sovranismo

Finora, lo scontro globale tra globalismo/mondialismo e sovranismo/populismo, ha visto ben tre disfatte per il fronte mondialista: Brexit, elezioni americane, referendum costituzionale italiano.

QUANDO E’ INIZIATA LA GUERRA TRA GLOBALISMO E SOVRANISMO?
Che sia in corso una guerra tra globalismo e sovranismo – o tra mondialismo e populismo – e’ evidente.
Specifico che uso i termini sovranita e populista in modo intercambiabile. Al di la’ delle definizioni accademiche, fondamentalmente si tratta sempre degli stessi attori.

Prima di Trump: Obama e la Russia
Ricordo alcune news che magari ora pochi ricordano: Barack Obama, una ventina di giorni prima di cedere la presidenza USA a Donald Trump, ha deciso una serie di misure contro la Russia.
Le misure in questione comprendevano:
- L’espulsione di diplomatici
- Possibili sanzioni
- Azioni segrete.
Le motivazioni? La presunta intromissione nei sistemi informatici americani durante le elezioni presidenziali.
Da parte sua, Putin e’ stato restio a reagire, perche’ sapeva che dopo poco Obama non ci sarebbe piu’ stato. Cio’ nondimeno, il ministero degli esteri russo ha proposto delle contromisure.

Quali sono le vere motivazioni delle azioni di Obama?
Tralasciamo il fatto che i presunti attacchi informatici russi fanno venire alla mente il famoso dossier sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein – armi mai trovate. Quello che e’ accaduto fa piu’ pensare ad altri fattori, alcuni piu’ ovvi ed altri molto meno:
- Il desiderio di Obama di creare tanti piu’ problemi possibili al nuovo presidente
- L’eccezionale successo diplomatico – dopo quello militare – di Putin in Siria, dove la tregua ottenuta, oltretutto senza l’apporto USA ed ONU, ha portato ad un risultato molto prestigioso per Putin. Tale risultato in breve: l’isolamento e la distruzione dell’Isis e del fronte Al-Nusra (fondamentalmente, Al-Qaeda Siria) in Siria – le due organizzazioni erano escluse dalla tregua, cosi’ come lo YPG curdo che era supportato direttamente dagli USA
- Lo scontro globale tra globalisti e sovranisti. Tale scontro ha visto ben tre disfatte per il fronte mondialista: Brexit, elezioni americane, referendum costituzionale italiano. Per questo punto, consiglio caldamente di leggere Elezioni USA – Scontro Globale tra Due Mondi.
L’evidente “bellicosita’” del fronte mondialista dopo le disfatte fa prevedere un futuro di duri “scontri”. Tali scontri saranno innescati dalla “controffensiva” globalista dopo lo smarrimento iniziale che ha fatto seguito alle vittorie del sovranismo.
Parliamo di una controffensiva che probabilmente segnera’ i prossimi anni dell’Occidente e di buona parte del mondo.

CYBER-WAR: ANALISI DELLE NEWS
Onestamente, nutro molti dubbi sulla fondatezza degli elementi su cui si basavano le dichiarazioni di Obama. Tali dubbi sono dovuti a cinque fattori, quattro oggettivi ed uno soggettivo:
- John McAfee, pioniere della sicurezza informatica, esclude che la Russia sia colpevole [‘Not the Russians’: John McAfee talks hacking allegations, cybersecurity with Larry King]
- Gli attacchi informatici, elementi di una presunta cyber-war russa, sarebbero avvenuti durante la campagna presidenziale ed avrebbero avuto per obiettivo principalmente la campagna di Hillary Clinton – ovvero della candidata democratica appoggiata da Obama e dall’establishment
- Da un lato, cio’ che viene dichiarato in campagna elettorale trova il tempo che trova, dall’altro sembrerebbe che la persona piu’ “vocale” in merito sia stato John Podesta, capo della campagna della Clinton: ‘… The chairman of Hillary Clinton’s presidential campaign has suggested that Russia hacked his emails to help Donald Trump, and implied that the Trump campaign may have colluded with Russian intelligence over the “criminal hack”…’ [Hillary Clinton adviser suggests Russia could have coordinated with Donald Trump’s campaign over email hack]
- Vista la posta in gioco ed il precedente del famoso dossier – cui ho gia’ accennato – delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, resto molto cauto. Ricordo infatti che quel famoso dossier – e il baillame che vi costrui’ attorno l’intellighenzia USA ed UE – porto’ allo sconvolgimento del Medio Oriente, a milioni di morti e profughi, alla nascita dell’Isis.
- Alcune fonti ascrivono ad altri – ovvero non alla Russia – un tentativo di hacking di database elettorale: ‘… The Georgia Secretary of State’s Office now confirms 10 separate cyberattacks on its network were all traced back to U.S. Department of Homeland Security addresses …’ [Georgia Confirms Homeland Security Attempted To Hack Election Database 10 Separate Times].

IL “CAMPIONE” DEL GLOBALISMO: ANALISI DELLE MOSSE DI OBAMA
Trump e Russia visti come “campioni” del sovranismo?
E’ indubbio che Obama abbia preso tutta una serie di misure poco opportune per chi stava per lasciare l’incarico al presidente eletto. Tali misure:
- Sembravano studiate affinche’ Trump potesse difficilmente modificarle
- Sono state prese senza averlo prima consultato prima – come invece vorrebbe la tradizione americana recente.
La cosa non si ferma qui: le accuse di cyber-war alla Russia sono anche una specie di atto di accusa verso Trump, il “campione” del sovranismo in Occidente. In questo modo, sembra quasi che quest’ultimo abbia vinto grazie all’intervento informatico russo.
A mio parere, questo dimostra che:
- L’amministrazione Obama non aveva capito quale fosse il potenziale distruttivo di una cyber-war – vedi Cyberwar, Cyberguerrilla e le Conseguenze sulle Imprese e l’Export – tanto da aver piu’ volte minacciato attacchi informatici contro la Russia
- Obama – in quanto presidente USA, ovvero il leader “ideologico” dell’Occidente – intendeva continuare la “guerra” contro Trump anche dopo il suo insediamento.
Ma quale guerra?

La guerra tra globalismo/mondialismo e sovranismo/populismo/nazionalismo
Analizzero’ piu’ in dettaglio la guerra in questione nel prossimo capitolo, poiche’ ora voglio continuare l’analisi delle mosse di Barack Obama in questo contesto.
Come ho gia’ accennato, la Russia – Putin in primis – ha ottenuto un successo senza precedenti: dopo avere sconfitto il fronte Al-Nusra (ovvero Al-Qaeda Siria) ad Aleppo, ed avere posto le basi per vittoria di Assad in Siria, ha fondamentalmente ottenuto la vittoria in Siria.
Le parti escluse (Al-Nusra, Isis, ecc.) dopo la tregua hanno subito – come avevo previsto nel testo originale di questo articolo – grandi sconfitte che hanno aumentato il prestigio della Russia in tutto il mondo. Inoltre la tregua era stata ottenuta senza la partecipazione degli Stati Uniti e dell’ONU.

E gli USA?
Il colpo per il prestigio americano, ed in particolare per quello di Obama e della fazione globalista/mondialista, e’ stato terribile. Contemporaneamente, Putin e’ sempre piu’ quotato – sia dalla popolazione europea che dai governi.
Da questo punto di vista, ritengo che l’astensione americana al Consiglio di Sicurezza dell’ONU – decisione sugli insediamenti israeliani – non sia stata solo un tentativo di mettere in difficolta’ l’amministrazione Trump, ma anche un tentativo di ritrovare consenso tra i paesi musulmani.

LA CONTROFFENSIVA GLOBALISTA/MONDIALISTA
Disfatte mondialiste
E’ evidente: dopo la sorpresa iniziale delle vittorie populiste, i globalisti sono passati alla controffensiva.
La sequenza degli eventi e’ stata terribile per i mondialisti:
- Battaglia persa nel Regno Unito con la Brexit
- Sconfitta cocente negli USA con l’elezione di Trump e del nuovo congresso
- Disfatta in Italia con la vittoria netta del no al referendum sulla riforma costituzionale – con contorno di afflusso alle urne raramente (o forse mai) visto.

La reazione dei globalisti si e’ gia’ vista in Europa:
- Brexit: il rifiuto totale di ogni compromesso da parte del presidente della Commissione Europea Junker – e non solo lui
- Elezione di Donald Trump: reazione scomposta e talvolta ben poco diplomatica da parte di Juncker ed alcuni leader europei
- L’intellighenzia UE che si dichiara pronta a continuare sulla strada mondialista – ed in generale sulla stessa strada di prima, anche nei confronti della Russia
- Italia: il premier Gentiloni che evava dichiarato di volere continuare sulla strada delle riforme di Renzi e che aveva scelto come vice di fatto l’ex ministro delle riforme – ovvero il principale artefice della riforma costituzionale.

E in America?
Negli USA, la reazione immediata all’elezione di Trump, al di la’ di alcune proteste di strada, e’ stata differente:
- Riconoscimento della sconfitta da parte di Hillary Clinton
- Obama conciliante
- Il tentativo di soddisfare i mercati e di una transizione morbida.

La reazione dei globalisti: fase due
In seguito, la reazione dei globalisti ha subito un’evoluzione:
- Sia negli USA che in UE, una dichiarazione di guerra alle cosiddette fake news, ovvero un malcelato tentativo di impedire la diffusione di informazione non “validata”. Vale la pena ricordare che in tutti e tre i casi di disfatta mondialista – Brexit, elezioni USA, referendum italiano – il web e’ stato fondamentale per la vittoria populista
- Forse a causa della posizione dell’intellighenzia UE, anche negli USA l’intellighenzia ha assunto una posizione intransigente nei confronti di Trump. Per inciso, questo pone interrogativi su dove si trovi il nuovo “vertice” mondialista
- I successi di Putin – la “bestia nera” dei mondialisti – in Medio Oriente. Tali successi si sono accompagnati al crollo del prestigio americano ed hanno portato ad una nuova ventata di “attacchi” alla Russia. Gli attacci in questione riguardano la sfera della presunta cyber-war russa, e quindi l’elezione di Trump.

Fake news
Quanto visto finora porta in una direzione chiara: i mondialisti/globalisti sono passati al contrattacco, ed hanno:
- Prima preparato il terreno, cercando di indebolire la fazione populista/nazionalista – attacco alle cosiddette fake news ed alla Russia ed in special modo Putin, accusa di cyber-war, di aggressione russa contro l’Europa, di crimini di guerra in Siria
- Poi attaccato Trump – elezione viziata dalla cyber-war russa ed “amicizia” con la Russia.
In poche parole, si e’ cercato cerca di gettare “un’onta” su Trump, per paralizzarne l’operato e preparare la strada per la controffensiva globalista.
In quanto al contrattacco vero e proprio, mi aspetto l’inflessibilita’ dimostrata finora: non si trattera’ di una guerra lampo, ma di una durissima guerra di trincea.

LE CONSEGUENZE PER LE IMPRESE – E NON SOLO
Le sanzioni economiche
Nel mondo odierno, una guerra vera e propria e’ improponibile. Di conseguenza, molti accarezzano l’idea di cyber-war e mettono in atto la guerra economica – vedi le sanzioni.
Gli effetti delle sanzioni, solo un assaggio della guerra economica, sono ben note a molti paesi – ad esempio l’Iran – ma anche alle aziende europee:
- Imprese fiorenti che chiudono
- Mercati esteri persi per sempre
- Licenziamenti
- Intere aree “devastate economicamente” – per questo rimando a Il Crollo dell’Export in Russia, Meccanica per Prima – Perche’?
Video: Comprende le conseguenze per le imprese italiane delle sanzioni contro la Russia
Non ci saranno vincitori
Delle conseguenze terribili ed imprevedibili di una cyber-war ho trattato approfonditamente nel gia’ citato Cyberwar, Cyberguerrilla e le Conseguenze sulle Imprese e l’Export.
La controffensiva mondialista portera’ con ogni probabilita’ ad una lunga guerra di trincea. Inoltre, visto che tale guerra riguardera’ il web in primis, possiamo aspettarci conseguenze enormi – non solo per la societa’ ma anche per le imprese.
Pensate solo a chi postera’ un link ad RT, giusto per dirne una, come ho fatto io per questo articolo. Ho gia’ fatto esperimenti su Facebook: il risultato sembrerebbe essere una penalizzazione dei post.
Quando l’artiglieria spara, i danni collaterali sono inevitabili.

Aziende e manager? Danni collaterali
E le aziende ed i manager che intrattengono buoni rapporti con la Russia o con settori della fazione populista/nazionalista?
La guerra che si prospetta, visti gli antefatti, sara’ probabilmente del tipo O con me, o contro di me. D’altronde, il ricorso “facile” alle sanzioni e quant’altro e’ indicativo di quello che potra’ accadere.
Tralasciamo per un momento il mondo delle aziende. Purtroppo, quello che i mondialisti vogliono mettere in atto con la guerra alle cosiddette fake news non e’ altro che una forma blanda di cyber-war – blanda, ma che riguarda l’aspetto sociale e quindi estremamente pericolosa.

Il campo di battaglia della guerra tra globalismo e sovranismo
Sul campo di battaglia che ne derivera’, vi saranno 1.000 attori – perche’ questo e’ il volto della cyber-war – e la confusione piu’ totale:
- Gli hacker ci sguazzeranno
- Verranno stretti accordi e spezzate alleanze
- Gli attivisti civili impiegheranno tutta la loro arte e idee/mezzi nuovi per trasmettere il loro messaggio
- La fazione sovranista.
Cari lettori e care aziende, preparatevi alla cyber-war e ad operare nell’instabilita’.

GRETA E L’ECOLOGISMO
Il fenomeno Greta
Parlo di Greta per un motivo molto semplice: ha innescato un fenomeno che ha contribuito ad arginare il populismo in alcuni paesi.
Faccio solo alcuni esempi:
- In Germania, l’ascesa apparentemente inarrestabile dello AfD e’ stata bloccata dal successo dei verdi
- In Svizzera, i verdi hanno acquisito molti seggi – ai danni dello UDC. Mai come durante le ultime elezioni, si e’ verificato un simile sconvolgimento nella politica svizzera
- Il viaggio di Greta in USA – e la sua lunga permanenza – sono chiaramente legati alle prossime elezioni presidenziali americane.
Che Greta sia stata creata come sostengono gli oppositori, o che sia apparsa al momento giusto, la situazione non cambia.
E’ indubbio che l’eccezionale copertura mediatica di cui gode questa ragazzina svedese dimostri quanto i globalisti apprezzino questa novella Giovanna d’Arco.

Gli ecologisti
I vari movimenti ecologisti – in alcuni casi “estremi” perlomeno nei metodi – hanno fortemente beneficiato del fenomeno Greta.
L’ecologismo con una forte componente di paura sta facendo molti proseliti – soprattutto tra i giovani.
Peraltro, che l’unico movimento che riesce ad arginare il sovranismo faccia fortemente ricorso alla paura, la dice lunga sul fatto che proprio la paura e’ il metodo piu’ efficace
Fino a poco tempo fa, spesso i mondialisti accusavano i populisti di fare ricorso alla paura. Ora, Greta ed il movimento ecologista sembrano fare ricorso alla paura.
Voi che ne pensate? Commentate questo articolo o scrivetemi sulla pagina di contatto. Quando volete.
