Temporary Export Manager nell’Era dell’Instabilita’
In questa era di crescente instabilita’ geopolitica e di conseguenti rischi per le imprese dell’export, quali dovrebbero essere le caratteristiche di un temporary export manager? Cosa viene invece normalmente proposto dalle societa’ di consulenza per l’internazionalizzazione, e perche’?

INTERNAZIONALIZZAZIONE: CHI E’ COSTEI?
Ho gia’ scritto su come l’export e l’internazionalizzazione delle imprese si debbano adattare ad una realta’ sempre piu’ instabile – vedi ad esempio Imprese ed Instabilità – Fare Export Oggi. Oggi vorrei approfondire la figura del temporary export manager in tale realta’. Si tratta di un argomento estremamente importante, ma di cui praticamente nessuno parla mai, tantomeno le societa’ di consulenza.
Video: Internazionalizzazione e Geopolitica
Le “colpe” delle societa’ di consulenza
Le ragioni del blackout sono a mio avviso tre:
- Nonostante la crescente evidenza di un’instabilita’ sempre piu’ diffusa – perfino negli USA ed in UE – le aziende non hanno la cultura del risk management e dell’emergency management
- Nella stragrande maggioranza dei casi, le societa’ di consulenza per l’internazionalizzazione hanno sempre trascurato – o dimenticato del tutto – le analisi geopolitiche. Al massimo fanno uso della Country Risk Map della Sace, mappa che presenta parecchie limitazioni e che non e’ molto ferrata dal punto di vista geopolitico. In poche parole, non sanno che pesci pigliare e sono in uno stato di denial: non vogliono vedere cio’ che non sanno affrontare, ovvero l’instabilita’ dovuta a fattori geopolitici
- In Italia c’e’ la “mania” di percorrere sempre la via “pubblica”, ovvero di affidarsi solo ed esclusivamente a sovvenzioni – ed altro – pubbliche. Anche in questo caso, la “colpa” di tante societa’ di consulenza e’ grande. Infatti varie di tali societa’ sono inserite nel famoso elenco del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) tra le aziende che possono lavorare con i voucher per l’internazionalizzazione ed i temporary export manager “formato” burocrazia italiana. Non hanno quindi evidentemente sproni a farsi domande su cio’ che pone in questione tutta l’impostazione italiana dell’internazionalizzazione.
Il temporary export manager dovrebbe avere una grande esperienza aziendale per potere portare a successo l’internazionalizzazione delle imprese
RISK ED EMERGENCY MANAGEMENT – CHI SONO COSTORO?
L’interesse per la gestione dei rischi c’e’
Come gia’ sapete, tengo parecchi corsi presso l’Ordine degli Ingegneri di Padova. Ebbene, sia durante i corsi che comprendono risk e/o emergency management che durante altri corsi, mi sono reso conto che:
- L’interesse per risk ed emergency management e’ enorme
- La stragrande maggioranza delle aziende non ha idea di come fare gestione dei rischi, e tantomeno gestione delle emergenze
- I rischi geopolitici sono dei perfetti sconosciuti, e comunque nessuno ha idea di come individuarli ed analizzarli – tantomeno gestirli.
Video – Risk Management ed Emergency Management pratici
Rischi e societa’ di consulenza
E’ quindi evidente che vi e’ una grande mancanza di conoscenza, nonostante una:
- Necessita’ di risk ed emergency management
- Chiara volonta’ delle aziende di apprendere le due discipline.
Tale mancanza diviene critica quando si parla di geopolitica – leggi instabilita’.
Chi dovrebbe sopperire a tali mancanze?
Le societa’ di consulenza, ovvero chi dovrebbe fornire innanzitutto competenze specifiche difficili da trovare. Tuttavia, esse spesso forniscono solo generici servizi di export ed internazionalizzazione. Tali servizi ben raramente comprendono analisi dei rischi geopolitici e dell’instabilita’ delle aree oggetto di internazionalizzazione.
Notate bene che ho parlato di aree, non paesi. A casa mia, quando si va in un mercato estero non si ragiona a paese, ma a specifica area geografica.

LE SOCIETA’ DI CONSULENZA DI INTERNAZIONALIZZAZIONE E LE COUNTRY RISK MAPS
L’internazionalizzazione delle imprese non si fa solo con le mappe
Anche se cito come esempio country risk map della Sace, in quanto la piu’ conosciuta, ricordo che non e’ l’unica mappa del genere.
In generale, si parla non solo di mappe, ma di rischio paese. E’ questo infatti il termine usato da praticamente tutti i conferenzieri e dalle aziende di consulenza.
Ma veramente pensate di fare internazionalizzazione di impresa guardando una mappa del mondo con i paesi colorati?

Il mitico rischio paese
Voglio qui sottolineare un aspetto fondamentale: si dovrebbe parlare di rischio area, non di rischio paese. Il volere assegnare un colore ad ogni paese sara’ forse d’effetto, ma e’ profondamente sbagliato.
Perche’?
Basta pensarci un attimo: cambiando regione, od addirittura citta’, i rischi possono variare di molto – rischi di tutti i tipi, intendo. Cio’ e’ ben noto a chiunque. E’ ben noto pure a qualunque impresa italiana che operi anche solo in Italia.
Perche’ le cose dovrebbe stare diversamente all’estero?

Che dicono vari consulenti di internazionalizzazione
I consulenti che hanno criticato i miei scritti sono stati veramente tanti. Secondo costoro:
- Per tutto il resto c’e’ la country risk map della Sace
- Non si devono fare analisi specifiche in base al dove ed alle necessita’ del cliente.
La mia opinione e’ molto semplice:
- Tali consulenti non sono probabilmente in grado di fare analisi specifiche dei rischi, tantomeno di quelli geopolitici
- E’ molto piu’ semplice prendere la mappa della Sace e – nel caso di una societa’ di consulenza – fornire un export manager temporaneo.

L’instabilita’? Nah, troppo complicata!
Alla fin fine, tutto il discorso dell’instabilita’ viene elegantemente delegato ad altri. Sperando che venga mai affrontato dall’impresa, intendo.
Badate bene che instabilita’ significa anche:
- Un modo completamente diverso di concepire, impostare e gestire export ed internazionalizzazione.
- Porsi molte domande sulla societa’ di consulenza stessa e sull’intero concetto di internazionalizzazione “pubblica”. Concetto che come abbiamo visto ha portato ad una lista del Mise che stabilisce quali societa’ di consulenza possono fornire temporary export manager sovvenzionati alle imprese – PMI per prime.

“PUBBLICO” CONTRO “PRIVATO” E L’INSTABILITA’ INOPPORTUNA
Cosa succede in Italia?
Della dicotomia “privato” – “pubblico” (o “statale”) ho gia’ parlato in Internazionalizzazione di Impresa – Una Nuova Era. Nello stesso articolo ho parlato del fatto che l’export delle imprese sta diventando sempre piu’ “privato” – e tale dovrebbe diventare ancora di piu’ per avere successo. Rimando quindi a tale articolo per approfondire la questione.
Posto che l’instabilita’ aumenta sempre di piu’, cosa ne facciamo degli export manager temporanei?
Cominciamo con una premessa: in Italia, il concetto di temporary export manager e’ stato dirottato. Esso viene automaticamente associato ai voucher vedi Voucher per l’Internazionalizzazione delle PMI – Vi Giochereste l’Impresa?
Ebbene, l’export manager temporaneo dovrebbe essere un consulente con un’elevatissima professionalita’ ed una grande esperienza.

La via italiana per l’export
Se leggete l’articolo appena citato, scoprirete che in Italia e’ stato invece frainteso. In poche parole, sembra quasi che un giovane con poca/nulla esperienza lavorativa all’estero possa fare il TEM (Temporary Export Manager) dopo un corso – al massimo completato da uno stage.
Voglio proprio vedere come puo’ un simile export manager gestire – a tempo parziale – l’internazionalizzazione di una PMI totalmente digiuna di export e priva di personale adeguato. Anzi, di solito la PMI e’ perfino senza dipendenti che parlano l’inglese in modo accettabile.
Introducete ora il fattore instabilita’ nell’equazione internazionalizzazione dell’impresa. Secondo voi, con le condizioni al contorno appena citate esiste una soluzione?
A questo punto, e’ evidente: l’instabilita’ ed i fattori che la causano sono piu’ facili da trascurare, o da ridurre ad una generica mappa dei rischi paese. E poi, se le cose vanno male si puo’ sempre dare la colpa al destino, al fato o – nel peggiore dei casi – alla mappa.

IL TEMPORARY EXPORT MANAGER E L’INSTABILITA’
Una check list parziale del temporary export manager
Anche se le caratteristiche che dovrebbe avere il temporary export manager risultano evidenti da quanto finora visto e/o dagli articoli citati, e’ giusto citarne qui alcune.
Specifico che la figura ideale e’ quella di un consulente, altrimenti dovremmo parlare di export manager:
- Capacita’ di: gestire contemporaneamente varie imprese, sapere gestire in maniera adeguata le priorita’ – anche tra le imprese che segue – agire con precisione e senza sprechi di tempo. Visto che si parla di instabilita’, tutto cio’ deve avvenire in modo altamente dinamico
- Grande esperienza di vita e lavoro all’estero
- Capacita’ di operare in ambienti multiculturali, nonche’ di interfacciarsi con culture varie. Occorre forse sottolineare che cio’ presuppone il punto precedente?
- Capacita’ di fare analisi geopolitiche, non solo a livello paese ma anche locale ed internazionale. O pensate forse che cio’ che accade in Nord Corea – od in Turchia, in USA o in UE – non abbia influenza sui traffici marittimi? Questi significano assicurazioni, e quindi contraccolpi sull’internazionalizzazione della vostra azienda?
- Capacita’ di analizzare e gestire rischi ed emergenze
- Una conoscenza dell’inglese – anche di quello usato nei contratti – vissuta. L’inglese scolastico non e’ sufficiente per interfacciarsi con altre culture
- Soft skills varie
- Estrema adattabilita’ e capacita’ di reagire molto velocemente. Siamo in un’era di crescente instabilita’, giusto?
- Ecc.

Il TEM
Vi pare che il TEM “formato” burocrazia italiana risponda ai requisiti appena visti?
E poi diciamocelo: quante societa’ di consulenza per l’internazionalizzazione sono in grado di fornire consulenti che:
- Rispondano ai requisiti appena citati?
- Lavorino come abbiamo visto in questo articolo?
Per la pace di tutti, non e’ meglio “dimenticare” tante cosette, geopolitica ed instabilita’ per prime? Non e’ meglio fare internazionalizzazione “formato” pubblico? Ti finanziano pure, cavolo!
Sulla matematica di tale finanziamento ho scritto nel gia’ citato Voucher per l’Internazionalizzazione delle PMI – Vi Giochereste l’Impresa?

Ps: ogni tanto faccio dell’ironia.