Dove Internazionalizzare – Le Grandi Citta’ Costiere
Le grandi citta’ costiere diventeranno sempre piu’ importanti. Nessuno parla di porti ed internazionalizzazione, o di rotte marittime ed export. Eppure, sono fondamentali sia dal punto di vita geopolitico che economico.

L’IMPORTANZA DI CITTA’ COSTIERE E PORTI PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE
Rotte marittime ed export
L’importanza di porti e rotte marittime per l’export e l’internazionalizzazione e’ destinata a crescere. Prevedere gia’ ora quali citta’ diventeranno obiettivi privilegiati sui mercati esteri e’ fondamentale per un’azienda.
Purtroppo, spesso le societa’ di consulenza non sanno andare oltre le analisi economiche e la Country Risk Map della SACE.
Di solito, quando si parla di dove internazionalizzare si parla di paesi, regioni e/o mercati.
Posto che io analizzo sempre la situazione ad ampio spettro per arrivare a definire anche la specifica area/citta’ di interesse per la specifica impresa, oggi voglio andare oltre.

Grandi citta’ costiere significa porti
Oggi faccio una previsione su quale tipologia diventera’ sempre piu’ importante, e quindi interessante per l’export. Tale tipologia e’ costituita dalle grandi citta’ costiere.
Si tratta di un qualcosa di diverso delle normali analisi: partendo – a questo siete ormai abituati – da considerazioni geopolitiche, traggo conclusioni valide per tutto il globo. Questo, ovviamente, non significa che tutte le grandi citta’ costiere siano promettenti o consigliabili.
Significa che – ferme restando tutte le altre considerazioni – le citta’ costiere diventeranno sempre piu’ importanti da tutti i punti di vista. Diciamo che tenderanno a diventare il fulcro del mondo futuro.

Dove internazionalizzare? I porti sono spesso fondamentali
Quanto apppena visto ha delle implicazioni enormi, non solo per decidere dove internazionalizzare. Pensate solo all’importanza sempre maggiore delle rotte marittime e della loro protezione e controllo.
Viste le mosse cinesi – e le tipologie di nuove unita’ navali previste per le marine russa e cinese – non credo proprio di essermi sbagliato.
Evidentemente, qualcun altro e’ giunto alle mie stesse conclusioni. D’altronde, non e’ un caso che ora la marina cinese sia la piu’ grande – per numero – del mondo.
Per l’imprenditore che non si diletta di geopolitica ed internazionalizzazione, ho riassunto le mie conclusioni nel capitolo finale. Egli puo’ quindi cominciare dalle conclusioni, per poi leggere il resto dell’articolo.

UN FORTE LEGAME TRA EXPORT E GEOPOLITICA: LE GRANDI CITTA’ COSTIERE
Cosa includo tra le citta’ costiere?
Innanzitutto, specifico che includo nel novero delle grandi citta’ costiere anche quelle con un agevole accesso al mare – vedi ad esempio Amburgo.
Anche se d’ora in poi parlero’ solo di citta’ costiere, la categoria comprendera’ implicitamente le citta’ con agevole accesso al mare.
Ovviamente, l’incremento di popolazione delle citta’ costiere tendera’ a trasformarla tutte – o perlomeno molte – in grandi citta’, o meglio agglomerati.

Futuri conflitti, porti ed internazionalizzazione
Alle mie stesse conclusioni e’ giunto – a seguito di un’approfondita analisi di molteplici fattori, non solo militari – anche David Kilcullen, uno dei massimi esperti mondiali in conflitti non convenzionali.
In poche parole, Kilcullen e’ convinto che i futuri conflitti:
- Avranno come fulcro le grandi citta’ costiere
- Saranno di tipo non convenzionale e sempre piu’ svincolati dalle realta’ nazionali – leggi stati.
Inoltre, Kilcullen pensa che la popolazione tendera’ a concentrarsi attorno alle grandi citta’ costiere. Questo e’ estremamente importante per le imprese che esportano od internazionalizzano. Ne consegue il binomio porti ed internazionalizzazione.
Un appunto: anche se meno flessibile – in termini di riallineamento del target – del puro export, l’internazionalizzazione da’ risultati molto migliori. E’ cosi’ anche nella fase di penetrazione del mercato.
Dove tendono a spostarsi aziende e servizi?
La maggior parte dei prodotti e dei servizi necessita di consumatori e/o di aziende.
Anche le aziende muoveranno sempre piu’ in direzione delle citta’ costiere. Ovviamente, ci sono eccezioni, come ad esempio il settore Oil & Gas e quello estrattivo.
Guarda caso, le grandi citta’ costiere dispongono anche di grandi aeroporti – spesso di piu’ di uno.

Alcuni esempi di grandi citta’ costiere importanti
Vi sono gia’ parecchi esempi di citta’ costiere estremamente importanti per il paese dove si trovano:
- Amburgo
- Rotterdam
- New York
- San Francisco
- Los Angeles
- Shanghai
- Mumbay (Bombay)
- San Paolo
- Marsiglia
- Algeri
- Casablanca
- Citta’ del Capo
- Sidney
- San Pietroburgo (Leningrado)
- Vladivostok
- Tokyo, ecc.
Londra e’ un esempio di citta’ con agevole accesso al mare che e’ gia’ il cuore pulsante di un paese.
Penso che nessuno dubiti del fatto che senza il Tamigi e l’accesso al mare, Londra non sarebbe mai diventata il fulcro della Gran Bretagna.

Cina e Russia
Cosa sarebbe la Cina senza Shanghai ed Hong Kong? Quest’ultima viene utilizzata da decenni come principale punto di entrata per l’export in Cina.
Per ovvi motivi, la Russia e’ una parziale eccezione. Parziale, perche’ il sistema di canali costruito in epoca sovietica rende il mare accessibile a vaste aree del paese.
Sta di fatto che, come visto in Export del Grano Russo: Fattori Geopolitici e Marittimi, senza le citta’ costiere del sud della Russia ed i porti del nord il paese morirebbe economicamente in breve tempo.
Per quanto riguarda Archangelsk – al nord – prevedo interessanti sviluppi.

Le grandi citta’ come fulcro della vita politica di un Paese
Per non dilungarmi, un’ultima nota: i risultati delle elezioni politiche in parecchi paesi sono sempre piu’ spesso decisi dagli abitanti delle grandi citta’. Per l’Europa, vedi Regno Unito, Italia e Francia.
Le grandi citta’ stanno quindi diventando sempre’ piu’ il fulcro politico dei vari paesi.
Cio’ introduce anche un elemento di conflitto che appare sempre piu’ evidente: abitanti degli agglomerati contro quelli della provincia. Ritengo che questo conflitto stia diventando sempre piu’ intenso, come dimostra la vicenda dei Gilet jaunes – i Gilet gialli.

LE IMPRESE, LA LOGISTICA ED I PORTI – LEGGI CITTA’ PORTUALI
Le aziende ed i consulenti internazionali dimenticano spesso ferrovie e porti
Le imprese dell’export – ed anche molte societa’ di consulenza – tendono spesso a sottovalutare la logistica. Cio’ ha importanti ripercussioni anche sulla scelta dei mercati.
Perche’?
Ecco qua alcuni motivi:
- Pensare di cominciare un’opera di internazionalizzazione -od anche solo di strategia aziendale – senza considerare la logistica e’ pura “follia”
- Logistica significa vie di comunicazione: strade, ferrovie, porti ed aeroporti.
Se prendiamo ad esempio le imprese italiane – specie se PMI – questa e’ la situazione usuale:
- Tutto viene purtroppo concepito in funzione del trasporto su strada – magari fino alla Siberia
- Le ferrovie vengono raramente contemplate. Per inciso, cos’e’ piu’ conveniente per la Siberia: un camion o la ferrovia?
- Gli aeroporti non servono solo per i viaggi internazionali – spesso inutili e/o mal preparati
- I porti vengono considerati per i carichi ingombranti e/o pesanti – e sempre quando si tratta di Americhe, Africa, ecc.
In poche parole, la tipica azienda italiana prende il telefono e chiama un’azienda di trasporti – di solito poco prima di spedire il materiale. Ovviamente, trascurare le varie possibilita’ significa fare un’analisi dei mercati monca

Altre conseguenze del sottovalutare la logistica:
- Il mercato estero che potrebbe apparire piu’ promettente, potrebbe non esserlo
- Un mercato effettivamente promettente potrebbe comportare costi, soprattutto rispetto all’offerta sotto-stimata, proibitivi
- I costi avrebbero potuto essere molto minori di quelli stimati – e sostenuti
- Chi considera la logistica fin dall’inizio, tende a definire paesi obiettivo differenti, mercati differenti, aree/citta’ differenti – rispetto a quelli scelti senza considerazioni logistiche, ovviamente
- Chi ragiona in termini di strade per definizione, anche quando e’ costretto a ricorrere alle spedizioni via mare vede il porto come un obbligo – non come una grande citta’ con tante opportunita’

Vuoi internazionalizzare?
Per chi vuole esportare – ed ancora di piu’ per chi vuole internazionalizzare – i porti sono la prima cosa da prendere in considerazione. L’alternativa dovrebbe usualmente essere costituita dalle ferrovie ed eventualmente dal trasporto aereo per alcune tipologie.
Ma se il futuro sta nelle grandi citta’ costiere, perche’ non combinare necessita’ ed opportunita’?
Perche’ – ad esempio – non mettere su un ufficio a Cape Town invece che a Johannesburg? Perche’ non scegliere Cape Town come mercato target invece di Johannesburg? Si risparmia sulla logistica e si prevedono gli sviluppi futuri – ovvero si fa export e business.
Ovviamente, ho appena fatto un esempio a scopo esplicativo. Non e’ che il Sudafrica sia uno dei posti piu’ “sani” per l’export.

LE CITTA’ COSTIERE: POCO PIU’ VULNERABILI DELLE ALTRE
Una storia di attacchi ed incursioni
Dell’importanza delle rotte marittime, nonche’ degli enormi investimenti di Cina e Russia – ma anche di India e di tanti paesi minori – ho gia’ scritto in parecchi articoli. Vedi ad esempio Le Rotte Marittime di Export ed Internazionalizzazione – Parte 2: Rischi e Geopolitica.
Un fattore che nella storia ha limitato lo sviluppo delle citta’ costiere e’ stata la vulnerabilita’.
Esempi in questo senso sono:
- La spedizione della flotta USA nella baia di Tokyo
- La distruzione della flotta del graniera russa nei porti del Mar Nero durante la guerra di Crimea
- Le citta’ fluviali – Parigi e Pechino per prime – quando le navi avevano ancora dimensioni limitate ed i ponti sui fiumi erano pochi. Penso che nessuno abbia dimenticato i vichinghi.

Le armi moderne possono colpire con facilita’ anche le citta’ interne:
- Le armi offensive sono diventate sempre piu’ letali. Vedi i missili anti-nave russi dell’ultima generazione ed i moderni sommergibili, contro cui esistono ben poche difese
- Prima i bombardieri a lungo raggio e poi le portaerei hanno spesso reso vulnerabile tutto il territorio nazionale – o comunque buona parte di esso. Vi sono ben poche eccezioni, tra cui la Russia e la Cina
- I moderni missili da crociera, lanciabili in grande quantita’ da un semplice cacciatorpediniere, hanno reso colpibile gran parte dei territori nazionali – ad un costo molto minore di quello di una portaerei. Per inciso, solo gli USA dispongono di una capacita’ apprezzabile d’attacco tramite portaerei, ma i sistemi anti-aerei sono ormai cosi’ sofisticati, che le perdite di aerei e le limitazioni – conseguenti il tentativo di ridurle – le rendono sempre meno decisive
- Perfino le aree piu’ remote sono raggiungibili da missili cruise lanciati da bombardieri strategici.
In queste condizioni, non vi sono piu’ le limitazioni che sono sempre esistite per lo sviluppo delle citta’ costiere. Non vi sono piu’ i vichinghi od i pirati saraceni che assaltano gli insediamenti costieri od arrivano fino a Parigi via fiume.

IL FUTURO DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE STA SOPRATTUTTO NELLE CITTA’ COSTIERE?
Rotte marittime ed export richiedono porti
Fatte salve le attivita’ che per necessita’ gravitano attorno ad aree lontane dal mare, e’ indubbio che le citta’ costiere continueranno a svilupparsi.
Del resto, l’aumento del commercio tra paesi lontani – ossia l’inevitabile sviluppo di export ed internazionalizzazione – rendono tali citta’ sempre piu’ dei crocevia fondamentali.
I porti sono necessari non solo per il traffico marittimo, ma anche per le forze navali che tale traffico devono proteggere.
Diciamocelo: finche ci sara’ commercio, rotte marittime ed export resteranno inscindibili.

L’esempio della Siria
La Siria ed il porto russo di Tartus in quel paese sono la vera causa dalla lunga e complicata guerra siriana, nonche’ di buona parte di cio’ che vi ruota intorno. Perlomeno, lo e’ da parte USA e russa.
Se per approfondire la questione siriana e del porto di Tartus rimando a Il Mar Nero e le Rotte dell’Export, faccio presente quanto la Russia abbia investito – e rischiato – per mantenere quel porto:
- Prima l’unico incrociatore della classe Moskva (ex Slava) disponibile al largo della Siria. Fra l’altro, ricordo come la situazione con la Turchia fosse estremamente critica in quel periodo
- Poi l’unica portaerei e l’unico incrociatore da battaglia disponibili, inviati dai porti del nord della Russia. Ma per questo rimando a La Verita’ sul Conflitto tra Occidente e Russia – Parte 1: Geopolitica.

Le rotte marittime e le nuove unita’ navali
Sia la Russia che la Cina stanno costruendo dei grossi incrociatori – ufficialmente hanno altre denominazioni – polivalenti, in grado di affrontare qualunque nemico sul mare.
Inoltre, soprattutto le unita’ russe avranno grosse capacita’ in fatto di missili anti-aerei a lunghissimo raggio e di missili da crociera.
Le unita’ russe saranno – non si sa in che percentuale sul numero di unita’ – pure a propulsione nucleare. Cosa ovvia, viste le enormi distanze e l’unica base all’estero – Tartus, per l’appunto.
Le unita’ navali in questione dovrebbero essere in grado di:
- Proteggere le vie marittime – non dalla US Navy, ovviamente
- Tenere le unita’ navali nemiche lontane dai propri porti, in modo che non possano lanciare massicci attacchi contro i porti in questione.
Cosa ancora piu’ interessante, tali unita’ potranno colpire – con missili cruise – gli obiettivi strategici degli avversari, dei paesi minori in particolare.
Scommettiamo che i principali obiettivi saranno le citta’ costiere, attaccabili da grande distanza e senza entrare nel raggio d’azione di aerei ed armi difensive?

E quindi, dove internazionalizzare?
Sembra quindi che molti aspetti del mondo futuro ruoteranno – nel bene e nel male – attorno alle grandi citta’ costiere.
Capire come, e soprattutto quali citta’ saranno le piu’ profittevoli per l’export, puo’ cambiare il futuro di un’impresa.
Tutte le analisi di cui ho parlato estensivamente in altri articoli restano valide nel caso specifico delle grandi – o che diventeranno grandi – citta’.
Ovviamente, non si puo’ internazionalizzare senza le opportune analisi, che nel caso delle grandi citta’ costiere:
- Come visto, l’aspetto geopolitico diventa ancora piu’ fondamentale. Se lo valutate male – o non lo fate – la vostra internazionalizzazione diventera’ un fallimento internazionale
- Entrano in gioco tutta una serie di fattori che ben poche – forse quasi nessuna – societa’ di consulenza prendono in considerazione. Parliamo di: crescita demografica locale; movimenti interni della popolazione e delle aziende; migrazioni; infrastrutture e servizi; fattori di crisi come conflitti, aperti o meno; ecc.
- Comprendono fattori economici, politici, militari, ecc.

CONCLUSIONI – PORTI ED INTERNAZIONALIZZIONE
Export e geopolitica
Anche se ho gia’ detto piu’ o meno tutto, mi rendo conto che per chi non si diletta di export e geopolitica puo’ essere difficile trarre le conclusioni – ovvero:
- Prevedo un grosso sviluppo delle citta’ costiere, destinate a diventare il fulcro geopolitico – ed economico – di gran parte delle nazioni
- Quanto sopra implica un’attenzione – ed un livello di scontro – sempre piu’ grande verso porti, rotte marittime e paesi presi nel mezzo. Vedi Siria e paesi situati nei dintorni del Mar Cinese Meridionale
- Per approfondire il punto precedente: tutte le operazioni cinesi, dai missili balistici anti-nave alle basi nel Mar Cinese Meridionale alle “provocazioni” navali, hanno un chiaro obiettivo. Tale obiettivo consiste nel proteggere le rotte dell’import/export e tenere le forze ostili lontane dai porti, ovvero dalle grosse citta’ costiere che costituiscono il vero “cuore” cinese.

Mai dimenticare porti ed internazionalizzazione
A quanto appena visto, vorrei aggiungere:
- I porti sarebbero comunque – nella maggioranza dei casi – un punto di transito per le merci delle aziende. Diventando obiettivo di internazionalizzazione, comporterebbero una diminuzione dei costi logistici e di una serie di rischi. Infatti, molti rischi sparirebbero o verrebbero ridotti, se non altro perche’ i piani di emergenza sarebbero molto piu’ facilmente attuabili – vedi le evacuazioni
- Come visto, le grandi citta’ costiere presenteranno anche una serie di rischi nuovi – nonche’ un aumento di altri tipi di rischio. I conflitti interni, aperti o meno, convenzionali od atipici, tenderanno a concentrarsi in tali citta’
- Una grande popolazione comporta enormi problemi di gestione. Le grandi citta’ saranno si’ fondamentali per porti ed internazionalizzazione, ma anche i primi obiettivi in caso di conflitti internazionali e di attacchi terroristici.

Le societa’ di consulenza di export
Le mie analisi conducono in una direzione precisa: le grandi citta’ costiere sono destinate a diventare estremamente importanti per le aziende che vogliono internazionalizzare. Tali aziende devono cominciare a ragionare in termini di geopolitica e previsioni.
Capisco perche’ cio’ non venga praticamente mai fatto: gia’ il concetto stesso di internazionalizzazione e’ nebuloso, figuriamoci quello di geopolitica.
L’ostacolo maggiore che vedo?
Troppe societa’ di consulenza di export non vedono al di la’ dei fattori economici – visti in termini di opportunita’ – e della Country Risk Map della SACE.
La triste verita’ e’ che troppe aziende di consulenza – e conseguentemente troppe imprese – anche nel 2020 non sanno andare al di la’ del Temporary Export Manager “formato” burocrazia italiana.
Penso che dopo avere letto quanto ho scritto, ben pochi imprenditori possano avere dubbi in merito: c’e’ ben di piu’ da considerare della Country Risk Map e delle opportunita’ economiche.

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