L’Italia come case study degli effetti dell’immigrazione sulle imprese. Le aziende, soprattutto le PMI, devono riorganizzarsi ed imparare a ragionare in termini di instabilita’. Inoltre, devono considerare l’Italia come un mercato estero – con tutte le conseguenze del caso, rischi per primi.
L’immigrazione in Italia e’ caotica – quali conseguenze per le imprese, PMI per prime?
IMMIGRAZIONE ED AZIENDE
PMI ed immigrazione
Riassumo i risultati di una breve analisi geopolitica sugli effetti dell’immigrazione sulle imprese:
Mercato interno sempre piu’ difficile
Concorrenza delle nuove imprese straniere, soprattutto per le PMI
Perdita di mercato autoctono e grande difficolta’ a penetrare quello degli immigrati
L’Italia e’ un magnifico paese, dove pero’ la geopolitica e la strategia vengono sempre dopo le considerazioni politiche interne
Perche’ l’Italia?
Avrei potuto scegliere un altro paese europeo per questo studio, ma l’Italia e’ evidentemente il paese dove:
L’immigrazione e’ piu’ caotica
Non c’e’ alcuna volonta’ reale di frenare o regolare tale fenomeno
Le conseguenze dell’immigrazione sul mondo business e del lavoro si stanno palesando
C’e’ la volonta’ governativa di introdurre lo ius soli.
D’altro canto, in Italia la seconda generazione degli immigrati giunge alle luci della ribalta con molto ritardo rispetto ad altri paesi, per cui si tratta di un caso che – pur beneficiando dell’esperienza di altri paesi – e’ ancora chiaro.
Diciamo quindi che l’Italia puo’ essere usata come case study sul futuro delle imprese europee.
Immigrazione: qual’e’ il futuro delle imprese italiane e straniere?
QUALCHE DATO SULLE IMPRESE ITALIANE E STRANIERE IN ITALIA
Vediamo di inquadrare la situazione italiana partendo dal serbatoio di materia prima delle imprese, ovvero il mercato del lavoro: l’Italia e’ un’anomalia rispetto ad altri paesi d’Europa.
l’Italia risulta essere, in base agli ultimi dati Eurostat, uno dei Paesi d’Europa in cui il tasso d’occupazione degli stranieri è più alto di quello dei locali. Precisamente il 6,9% in più, solo in Slovenia e in Grecia il divario è maggiore, mentre in media in Europa gli extracomunitari sono meno occupati degli autoctoni del 10% circa, che diventa il 20% in Francia e il 22% in Germania
[…]
Inoltre e’ scritto:
[…]
Qui è del 33% in Italia, ovvero tra gli stranieri extracomunitari lavora il 33% dei giovani in più che tra gli italiani
[…]
In Europa, la politica di asilo viene spesso invocata anche quando l’opinione pubblica percepisce migranti economici. Cio’ genera confusione invece di chiarimenti
il primo trimestre di quest’anno consegna infatti alle elaborazioni dell’Istat 326mila occupati in più rispetto al 2016 (+1,5%), ma la percentuale di chi ha un lavoro è più alta tra la popolazione straniera (con il 59,7%) che tra le famiglie italiane, ferme al 56,9%. Il divario è ancora maggiore tra gli uomini: gli stranieri occupati sono il 71,7%, gli italiani il 65,7%, mentre le donne impiegate sono rispettivamente il 49,3% e il 48,1%. E se è vero che la disoccupazione è scesa, è calata soprattutto tra gli immigrati: il tasso è diminuito dello 0,7% nel primo trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016, mentre tra gli italiani c’è stato un aumento dello 0,1%
[…]
Gli stranieri extracomunitari sono meno disoccupati degli italiani
Veniamo alle imprese
Un documento di Confersercenti del giugno 2017 e basato su dati Infocamere, Gli stranieri e le attivita’ economiche – Diffusione e incidenza della componente straniera nelle attivita’ commerciali e di servizi in Italia, rivela che in sei anni:
Le imprese straniere sono cresciute del 25.8%. Lo studio specifica che circa l’80% di tali imprese e’ condotto da extracomunitari
Le imprese italiane sono calate del 2.7%
Si tratta solo di attivita’ commerciali e di servizi, come specificato. Tuttavia, tutte le fonti relative all’imprenditoria straniera – ovvero generalmente extracomunitaria – in Italia vanno tutte nella stessa direzione:
Aumentano le imprese straniere
Diminuiscono le aziende italiane.
Aumentano le imprese straniere, diminuiscono quelle italiane – cosa puo’ comportare per la stabilita’?
IMMIGRAZIONE ED IMPRESE: UN’ANALISI
I dati appena visti vanno completati con alcuni dettagli:
Le imprese straniere – nella grande maggioranza condotte da immigrati – sono generalmente PMI
Normalmente, le imprese condotte da extracomunitarie si rivolgono in primis ad una clientela di immigrati – clientela che cresce di giorno in giorno grazie all’immigrazione
I messaggi pubblicitari in italiano e – soprattutto – in lingua straniera (arabo, cinese, inglese, ecc.) rivolti esclusivamente ad immigrati sono sempre piu’ numerosi e diffusi
Le attivita’ con le insegne anche – o solo – con scritte in lingua straniera sono sempre di piu’
Anche alcune grandi aziende e multinazionali rivolgono messaggi destinati solo agli immigrati – un chiaro tentativo di assicurarsi una fetta del nuovo mercato
Generalmente, le attivita’ straniere tendono ad assumere personale straniero. D’altro canto, sempre piu’ immigrati trovano lavoro presso imprese italiane.
I messaggi pubblicitari sono sempre piu’ rivolti agli immigrati, spesso solo in lingua straniera
Una nuova forma di concorrenza
Tutto sommato, e’ quindi evidente che le PMI italiane sono le prime a subire gli effetti dell’immigrazione sempre piu’ massiccia:
Concorrenza di PMI aperte da immigrati e perdita di mercato
Meno acquirenti perche’ i disoccupati non comprano.
Forse questo articolo non piacera’ a qualcuno, ma non si fanno analisi e business col politically correct. Ritengo che un buon consulente di internazionalizzazione e geopolitica non possa esimersi dal dire la verita’ ai clienti.
Soprattutto in Italia, l’immigrazione portera’ quasi certamente ad instabilita’, anche economica per le PMI
FIN DOVE ARRIVA L’INSTABILITA’?
Unione Europea ed immigrazione
Tutti i dati portano nella stessa direzione: l’immigrazione sta minando la stessa Unione Europea. Sono evidenti sia i forti dissensi, che un’evidente incapacita’/volonta’ di affrontare seriamente il problema.
In tempi non sospetti (dicembre 2015) ho scritto che ‘… l’immigrazione e’ un fattore fondamentale per il presente (ed il futuro) della UE, non solo economicamente ma anche politicamente …’ [La Caduta degli Dei – Parte 2: Analisi dei Fattori].
Penso che gli avvenimenti dell’ultimo anno e mezzo abbiano confermato in pieno le mie previsioni – a partire da un probabile collasso della UE se le cose non cambiano. Ebbene, le cose non stanno evidentemente cambiando.
Tutto cio’ porta a sempre maggiore instabilita’. Almeno in Italia, tale instabilita’ e’ incrementata dall’instabilita’ economica – vedi le considerazioni dei due capitoli precedenti – ed occupazionale dei cittadini.
L’immigrazione trova sempre piu’ resistenza in Italia – sono state lanciate delle bombe molotov contro un albergo destinato ai profughi
Ius soli
Qui si inserisce la faccenda dello ius soli, che rendera’ moltissimi immigrati dei cittadini italiani – ad occhio principalmente immigrati di seconda generazione. Le conseguenze sulle imprese italiane e sul mercato del lavoro sono ovvie.
Ricordo inoltre che l’esperienza degli altri paesi insegna che la seconda e terza generazione sono quelle che tendono a radicalizzarsi. Vedi il mio articolo sull’Isis in Europa.
In Italia e non solo si susseguono episodi di cui ben poco si parla e che vedono attacchi – incluse bombe molotov – ai luoghi destinati all’accoglienza dei profughi.
La percezione dell’opinione pubblica e’ evidente: c’e’ un legame tra terrorismo ed immigrazione incontrollata che consente arrivi non sufficientemente vagliati
Un futuro molto incerto
La situazione potrebbe peggiorare, soprattutto se non sara’ trovata una soluzione efficace contro il terrorismo. Mesi fa avevo addirittura previsto la nascita di un terrorismo autoctono, come reazione a quello islamico – un po’ come in Ulster il terrorismo protestante e’ nato come reazione a quello dell’IRA.
Fra l’altro, nell’articolo citato sopra ho scritto: ‘… Tale scollamento e’ inoltre aggravato dalla percezione di tanti cittadini europei, ovvero che l’immigrazione sia portatrice di terrorismo. Tale percezione e’ stata aggravata dal fatto che due dei terroristi di Parigi erano profughi – o perlomeno cosi’ indicavano i loro documenti …’
Video: Sempre più giovani all’estero, in fuga dalla disoccupazione e dalla poverta’
E LE IMPRESE?
Le imprese troveranno sempre maggiore difficolta’ a competere sul mercato interno, a causa:
Della sempre maggiore disoccupazione – con conseguenti minori consumi da parte degli italiani
Dell’incremento di imprese condotte da immigrati
Della sempre maggiore importanza di un mercato che tende a rivolgersi alle imprese straniere.
Cio’ sara’ in particolare vero per le PMI: da un lato le imprese straniere sono generalmente PMI, dall’altro le grandi aziende hanno i mezzi per mantenere il loro mercato.
L’Immigrazione non e’ l’unico problema delle imprese, anche la fuga dei giovani talenti lo e’, soprattutto per le PMI
La fuga dei cervelli
A quanto visto si aggiunge la fuga verso l’estero dei giovani talenti italiani. I danni per il sistema Italia non sono quantificabili, ma sono probabilmente enormi.
Ribadisco che le PMI devono cominciare a pensare in termini di instabilita’, perche’ questa e’ la direzione che sta prendendo l’Italia, la UE ed un po’ il mondo tutto.
Da questo punto di vista, come ho spesso rimarcato non vi sono poi tanti piu’ rischi ad operare all’estero – anche extra UE – piuttosto che in Italia. Non per niente quanto ho scritto nella prima parte diImprese ed Instabilità – Fare Export Oggi e’ riferito al mercato interno.
Dovremmo cominciare a parlare di rischi di internazionalizzazione in Italia?
L’Italia stessa deve ormai essere considerata da una PMI come un:
Un paese con molti rischi – non solo economici ma anche geopolitici
Un mercato estero, con sempre piu’ possibili clienti stranieri e dinamiche da export
Un paese sempre piu’ instabile. Fra l’altro, la possibile approvazione dello ius soli portera’ sicuramente – visto il livello di “scontro” gia’ presente tra favorevoli e contrari – a conseguenze.
Immigrazione: una bomba a tempo per la stabilita’ e le PMI?
La PMI nell’era dell’immigrazione e dell’instabilita’
A questo punto, la PMI dovrebbe pensare seriamente a riorganizzarsi totalmente per affrontare le nuove sfide.
Penso che sia il momento, per le imprese, di rivolgersi seriamente ad altri mercati. Questi ultimi dovrebbero essere mercati esteri promettenti e possibilmente stabili e sicuri. Temo pero’ che ormai, di stabile, resti solo la Svizzera – vedi Perche’ e Come Internazionalizzare in Svizzera?.
Posto che la Svizzera e’ un’ottima alternativa – ma non per tutti i tipi di prodotti – e’ il caso che le aziende comincino a ragionare in termini di operazioni in aree instabili. Senza dimenticare l’Italia, paese sempre piu’ instabile.
Sono sempre disponibile ad essere contattato
PER SAPERNE DI PIU’
Se volete saperne di piu’ – o se vi interessa una consulenza di spessore – contattatemi.
Come avete visto, ritengo che quando si parla di aziende si debba parlare di business, geopolitica, strategia, ecc; non di politically correct, ovvero la morte delle imprese.
Possibilita’ di business ce ne sono sempre – ma bisogna sapere dove e come muoversi
Effetti dell’immigrazione sulle Imprese – PMI per Prime
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L’Italia come case study degli effetti dell’immigrazione sulle imprese. Le aziende, soprattutto le PMI, devono riorganizzarsi ed imparare a ragionare in termini di instabilita’. Inoltre, devono considerare l’Italia come un mercato estero – con tutte le conseguenze del caso, rischi per primi.
IMMIGRAZIONE ED AZIENDE
PMI ed immigrazione
Riassumo i risultati di una breve analisi geopolitica sugli effetti dell’immigrazione sulle imprese:
Perche’ l’Italia?
Avrei potuto scegliere un altro paese europeo per questo studio, ma l’Italia e’ evidentemente il paese dove:
D’altro canto, in Italia la seconda generazione degli immigrati giunge alle luci della ribalta con molto ritardo rispetto ad altri paesi, per cui si tratta di un caso che – pur beneficiando dell’esperienza di altri paesi – e’ ancora chiaro.
Diciamo quindi che l’Italia puo’ essere usata come case study sul futuro delle imprese europee.
Di altri aspetti dell’immigrazione su scala europea ho gia’ scritto in Immigrazione – Conseguenze Strategiche ed Aspetti di Gestione.
QUALCHE DATO SULLE IMPRESE ITALIANE E STRANIERE IN ITALIA
Vediamo di inquadrare la situazione italiana partendo dal serbatoio di materia prima delle imprese, ovvero il mercato del lavoro: l’Italia e’ un’anomalia rispetto ad altri paesi d’Europa.
Immigrazione e lavoro: l’articolo di Linkiesta
Cominciamo da un articolo pubblicato da Linkiesta, chiaramente non ostile all’immigrazione: Il paese con il tasso di occupazione di stranieri più alto? Sorpresa: l’Italia.
In tale articolo e’ scritto:
[…]
l’Italia risulta essere, in base agli ultimi dati Eurostat, uno dei Paesi d’Europa in cui il tasso d’occupazione degli stranieri è più alto di quello dei locali. Precisamente il 6,9% in più, solo in Slovenia e in Grecia il divario è maggiore, mentre in media in Europa gli extracomunitari sono meno occupati degli autoctoni del 10% circa, che diventa il 20% in Francia e il 22% in Germania
[…]
Inoltre e’ scritto:
[…]
Qui è del 33% in Italia, ovvero tra gli stranieri extracomunitari lavora il 33% dei giovani in più che tra gli italiani
[…]
Un altro articolo che usa i dati Istat – In Italia aumenta il lavoro ma solo per gli immigrati – rivela che:
[…]
il primo trimestre di quest’anno consegna infatti alle elaborazioni dell’Istat 326mila occupati in più rispetto al 2016 (+1,5%), ma la percentuale di chi ha un lavoro è più alta tra la popolazione straniera (con il 59,7%) che tra le famiglie italiane, ferme al 56,9%. Il divario è ancora maggiore tra gli uomini: gli stranieri occupati sono il 71,7%, gli italiani il 65,7%, mentre le donne impiegate sono rispettivamente il 49,3% e il 48,1%. E se è vero che la disoccupazione è scesa, è calata soprattutto tra gli immigrati: il tasso è diminuito dello 0,7% nel primo trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016, mentre tra gli italiani c’è stato un aumento dello 0,1%
[…]
Veniamo alle imprese
Un documento di Confersercenti del giugno 2017 e basato su dati Infocamere, Gli stranieri e le attivita’ economiche – Diffusione e incidenza della componente straniera nelle attivita’ commerciali e di servizi in Italia, rivela che in sei anni:
Si tratta solo di attivita’ commerciali e di servizi, come specificato. Tuttavia, tutte le fonti relative all’imprenditoria straniera – ovvero generalmente extracomunitaria – in Italia vanno tutte nella stessa direzione:
IMMIGRAZIONE ED IMPRESE: UN’ANALISI
I dati appena visti vanno completati con alcuni dettagli:
Una nuova forma di concorrenza
Tutto sommato, e’ quindi evidente che le PMI italiane sono le prime a subire gli effetti dell’immigrazione sempre piu’ massiccia:
Forse questo articolo non piacera’ a qualcuno, ma non si fanno analisi e business col politically correct. Ritengo che un buon consulente di internazionalizzazione e geopolitica non possa esimersi dal dire la verita’ ai clienti.
Vi sono poi le conseguenze sul Made in Italy, di cui ho scritto approfonditamente in Export del Made in Italy e Immigrazione – che consiglio di leggere.
FIN DOVE ARRIVA L’INSTABILITA’?
Unione Europea ed immigrazione
Tutti i dati portano nella stessa direzione: l’immigrazione sta minando la stessa Unione Europea. Sono evidenti sia i forti dissensi, che un’evidente incapacita’/volonta’ di affrontare seriamente il problema.
In tempi non sospetti (dicembre 2015) ho scritto che ‘… l’immigrazione e’ un fattore fondamentale per il presente (ed il futuro) della UE, non solo economicamente ma anche politicamente …’ [La Caduta degli Dei – Parte 2: Analisi dei Fattori].
Penso che gli avvenimenti dell’ultimo anno e mezzo abbiano confermato in pieno le mie previsioni – a partire da un probabile collasso della UE se le cose non cambiano. Ebbene, le cose non stanno evidentemente cambiando.
Tutto cio’ porta a sempre maggiore instabilita’. Almeno in Italia, tale instabilita’ e’ incrementata dall’instabilita’ economica – vedi le considerazioni dei due capitoli precedenti – ed occupazionale dei cittadini.
Ius soli
Qui si inserisce la faccenda dello ius soli, che rendera’ moltissimi immigrati dei cittadini italiani – ad occhio principalmente immigrati di seconda generazione. Le conseguenze sulle imprese italiane e sul mercato del lavoro sono ovvie.
Ricordo inoltre che l’esperienza degli altri paesi insegna che la seconda e terza generazione sono quelle che tendono a radicalizzarsi. Vedi il mio articolo sull’Isis in Europa.
In Italia e non solo si susseguono episodi di cui ben poco si parla e che vedono attacchi – incluse bombe molotov – ai luoghi destinati all’accoglienza dei profughi.
Un futuro molto incerto
La situazione potrebbe peggiorare, soprattutto se non sara’ trovata una soluzione efficace contro il terrorismo. Mesi fa avevo addirittura previsto la nascita di un terrorismo autoctono, come reazione a quello islamico – un po’ come in Ulster il terrorismo protestante e’ nato come reazione a quello dell’IRA.
Fra l’altro, nell’articolo citato sopra ho scritto: ‘… Tale scollamento e’ inoltre aggravato dalla percezione di tanti cittadini europei, ovvero che l’immigrazione sia portatrice di terrorismo. Tale percezione e’ stata aggravata dal fatto che due dei terroristi di Parigi erano profughi – o perlomeno cosi’ indicavano i loro documenti …’
Video: Sempre più giovani all’estero, in fuga dalla disoccupazione e dalla poverta’
E LE IMPRESE?
Le imprese troveranno sempre maggiore difficolta’ a competere sul mercato interno, a causa:
Cio’ sara’ in particolare vero per le PMI: da un lato le imprese straniere sono generalmente PMI, dall’altro le grandi aziende hanno i mezzi per mantenere il loro mercato.
La fuga dei cervelli
A quanto visto si aggiunge la fuga verso l’estero dei giovani talenti italiani. I danni per il sistema Italia non sono quantificabili, ma sono probabilmente enormi.
Ribadisco che le PMI devono cominciare a pensare in termini di instabilita’, perche’ questa e’ la direzione che sta prendendo l’Italia, la UE ed un po’ il mondo tutto.
Da questo punto di vista, come ho spesso rimarcato non vi sono poi tanti piu’ rischi ad operare all’estero – anche extra UE – piuttosto che in Italia. Non per niente quanto ho scritto nella prima parte di Imprese ed Instabilità – Fare Export Oggi e’ riferito al mercato interno.
L’Italia stessa deve ormai essere considerata da una PMI come un:
La PMI nell’era dell’immigrazione e dell’instabilita’
A questo punto, la PMI dovrebbe pensare seriamente a riorganizzarsi totalmente per affrontare le nuove sfide.
Penso che sia il momento, per le imprese, di rivolgersi seriamente ad altri mercati. Questi ultimi dovrebbero essere mercati esteri promettenti e possibilmente stabili e sicuri. Temo pero’ che ormai, di stabile, resti solo la Svizzera – vedi Perche’ e Come Internazionalizzare in Svizzera?.
Posto che la Svizzera e’ un’ottima alternativa – ma non per tutti i tipi di prodotti – e’ il caso che le aziende comincino a ragionare in termini di operazioni in aree instabili. Senza dimenticare l’Italia, paese sempre piu’ instabile.
PER SAPERNE DI PIU’
Se volete saperne di piu’ – o se vi interessa una consulenza di spessore – contattatemi.
Come avete visto, ritengo che quando si parla di aziende si debba parlare di business, geopolitica, strategia, ecc; non di politically correct, ovvero la morte delle imprese.
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