Il Qatar ed il Medio Oriente – L’Inferno Geopolitico
La crisi tra Qatar ed i paesi guidati dall’Arabia Saudita ha radici geopolitiche profonde, che attingono alle mire egemoniche del Paese della Penisola Arabica e della Turchia. Tra i possibili sviluppi nel Golfo Persico – ed il Medio Oriente in generale – non necessariamente derivanti dalla crisi: guerre, rivoluzioni, guerre civili. L’area e’ estremamente instabile e l’Arabia Saudita e’ probabilmente la nazione piu’ a rischio.

NON SOLO GOLFO PERSICO, MA ANCHE MEDIO ORIENTE
Arabia Saudita, Qatar, Turchia, ecc.
Quando si parla di Arabia Saudita e Qatar, molti tendono a dimenticare che vi e’ coinvolto non solo il Golfo Persico, ma anche tutto il Medio Oriente.
Tutti hanno sentito parlare della crisi tra Qatar ed alcuni paesi islamici – Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Egitto. Pochi hanno idea del fatto che vi siano coinvolti altri attori, Turchia per prima.
Ancora meno persone sanno cosa sta accadendo nell’Arabia Saudita Orientale – dove la minoranza sciita e’ forte. Infine, praticamente nessuno ha realizzato le conseguenze sulla Siria.

Non solo geopolitica
L’argomento e’ indubbiamente complesso – ma non complicato – per cui procediamo per gradi: prima la geopolitica, poi le conseguenze prevedibili sui rischi di export ed internazionalizzazione delle imprese. L’eventuale export manager frettoloso ed interessato solo alle conseguenze puo’ saltare all’ultimo capitolo.
Prima di procedere con l’analisi, consiglio la lettura di Rischi di Internazionalizzazione nella Penisola Arabica. Tale articolo non solo costituisce un’eccellente base di partenza per questo scritto – sia per l’aspetto geopolitico che per quello dell’internazionalizzazione – ma contiene anche dati estremamente interessanti che richiamero’ in questa analisi.

LA SITUAZIONE GEOPOLITICA COME GENERALMENTE APPARE SUI MEDIA – E LE LORO PRINCIPALI DIMENTICANZE
Mass media e socials
In poche parole, generalmente i mass media – e di conseguenza anche i socials – pongono la questione in questi termini:
- Alcuni paesi, Arabia Saudita in testa, accusano il Qatar di appoggiare il terrorismo. Tali paesi avevano posto un ultimatum che il Qatar considera una violazione della sovranita’
- In Qatar vi e’ la principale base militare USA della regione
- L’Iran e’ coinvolto nella vicenda – ed appoggerebbe il terrorismo
- Il Qatar ha ricevuto un ultimatum, cui seguira’ il pressoche’ totale isolamento del paese. Peraltro, l’embargo e’ in realta’ – almeno parzialmente – gia’ in vigore.

I media ed i social media sembrano dimenticare totalmente:
- Il delicato equilibrio – o squilibrio – tra sunniti e sciiti nel Medio Oriente. Per approfondire questo punto, consiglio la lettura di Rischi di Internazionalizzazione in Iran?, ed in particolare del capitolo Il problema sciita
- La Turchia, che ha una base in Qatar ed e’ estremamente interessata alla situazione navale dell’area – oltre ad essere pesantemente coinvolta nella vicenda Siria e curdi
- I comuni interessi – giacimento di gas per primo – tra Iran e Qatar
- Le molte accuse di appoggiare il terrorismo rivolte – in tempi anche recenti – all’Arabia Saudita. Di solito tali accuse venivano rivolte sia all’Arabia Saudita che al Qatar.

Altre “dimenticanze” della stampa e dei social media
- Il coinvolgimento siriano di Arabia Saudita e Qatar
- Il famoso e misconosciuto rapporto del BND – intelligence tedesca – che ha definito l’Arabia Saudita un rischio per la stabilita’ del mondo arabo. Vedi Rischi di Export ed Internazionalizzazione: Rapporto su Penisola Arabica e Dintorni
- Una delle principali preoccupazioni del BND era il principe Mohammed Bin Salman, che all’epoca era stato nominato vice principe della corona – ovvero secondo in linea di successione – e ministro della difesa. Il principe era generalmente considerato uno dei principali sostenitori dell’intervento saudita in Yemen. Il 21.06.2017, Mohammed Bin Salman e’ stato nominato – come previsto dal BND – principe della corona, ovvero erede al trono.

RISCHI DI GUERRA CIVILE IN ARABIA SAUDITA E DINTORNI?
Gli sciiti Sauditi
Nel gia’ citato Rischi di Export ed Internazionalizzazione: Rapporto su Penisola Arabica e Dintorni, ho scritto dell’esecuzione dell’imam sciita Nimr al-Nimr – una sorta di capo morale degli sciiti sauditi. Tale esecuzione che ha portato a parole estremamente minacciose tra Arabia Saudita ed Iran.
Nell’articolo citato scrivevo che ‘… la morte dello sceicco al-Nimr allarga drammaticamente il solco tra sciiti e sunniti in tutto il mondo – si tratta di un solco religioso prima che politico, per cui le passioni si infiammeranno sempre di piu’ …’
Ricordavo inoltre che ‘… il Bahrein, dove si sono verificate proteste sciite gia’ prima dell’esecuzione di al-Nimr e dove ci sono stati scontri con la polizia dopo tale esecuzione, e’ quindi ad alto rischio …’
Il Bahrein non solo e’ un vicino – separato solo da un braccio di mare – del Qatar, ma ha una popolazione costituita per il 70,2% da sciiti (censo del 2010).

Le operazioni interne saudite e l’ultimatum al Qatar
Il 10 maggio 2017, le forze di sicurezza saudite hanno “posto l’assedio” alla citta’ di Al-Awamiyah, nella regione di Al-Qatif.
Al-Awamiyah era la citta’ di Nimr al-Nimr ed e’ la sede della famiglia Al-Nimr. Al-Qatif si trova a brevissima distanza dal Bahrain e poco lontano dal Qatar.
Il 1 giugno 2017, un’auto-bomba (secondo i primi rapporti di Al-Arabiya) e’ esplosa ad Al-Qatif, una citta’ fondamentalmente sciita.
In generale, l’area rappresenta un ovvio problema per l’Arabia Saudita – paese a maggioranza sunnita.
Tra il 5 ed il 6 giugno 2017, vari paesi musulmani hanno rotto le relazioni diplomatiche con il Qatar.
23 giugno 2017 – ovvero due giorni dopo la nomina a principe della corona di Mohammed Bin Salman – Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Bahrein hanno dato il famoso ultimatum di 10 giorni al Qatar. L’ultimatum e’ fortunatamente scaduto senza che accadesse niente di eclatante.
Video – Historic Rivalry for Regional Dominance at the Root of Saudi-Qatar Crisis
Alcune considerazioni sul Golfo Persico:
- Il Qatar ha, esattamente come l’Arabia Saudita, una maggioranza di cittadini costituita da sunniti che seguono il wahhabismo – movimento religioso molto conservatore “derivato” dal salafismo.
- Come ricordato nel gia’ citato Rischi di Internazionalizzazione nella Penisola Arabica, ‘… Secondo Wikipedia, forse la fonte non piu’ affidabile, il 46.87% degli abitanti del Qatar e’ wahhabita; per gli Emirati Arabi Uniti, wikipedia riporta la percentuale del 48.8% …’ In realta’, i dati di wikipedia si riferiscono probabilmente ai cittadini del Qatar, che rappresentano solo il 12% della popolazione; il resto della popolazione e’ costituito da stranieri, in maggioranza apparentemente non musulmani – in Qatar sono consentite le chiese.

Concentriamoci ora sull’Arabia Saudita e sulla guerra in Yemen:
- Il cambio della successione in Arabia Saudita potrebbe non essere stato gradito a tutte le fazioni saudite. Questo, in particolare perche’ comporta una politica “di potenza” nella regione, con tutte le prevedibili conseguenze sulla stabilita’ del Golfo Persico – anzi dell’intero Medio Oriente – e sulla tranquillita’ delle élites saudite
- Secondo stime saudite, a fine 2014 il 33% della popolazione era costituita da stranieri. Tra il 10 ed il 15% dei musulmani e’ costituito da sciiti, che costituiscono la grande maggioranza nell’est del paese.
- La guerra in Yemen, con le conseguenze umanitarie sulla popolazione yemenita e su come viene percepito il governo saudita sta creando seri problemi ai sauditi. Bisogna pensare sia alle conseguenze umanitarie che ad una guerra che ricorda sempre di piu’ la guerra del Vietnam – con l’aggiunta di attacchi al territorio saudita.
- Nel gia’ citato Rischi di Internazionalizzazione nella Penisola Arabica , parlando della rivoluzione iraniana del 1979, ho scitto: ‘… Ma soprattutto, il mondo si stupi’ di fronte alla velocita’ con cui si svilupparono le proteste prima e la rivoluzione poi …’. Il capitolo finale dell’articolo in questione invitava a non sottovalutare il rischio di rivoluzioni nella Penisola Arabica
- Vista la situazione, non escluderei eventi “instabili” in Arabia Saudita e dintorni – con tutte le conseguenze.

LA SITUAZIONE GEOPOLITICA – QUELLO CHE BEN POCHI SANNO
Per rendere piu’ semplice l’esposizione, ho deciso di dividere questa parte a seconda dei principali paesi coinvolti. Gli elementi che riguardano vari attori sono esposti nelle parti che riguardano i singoli paesi.
Ovviamente, la sequenza ha un senso e le ripetizioni sono evitate per quanto possibile.

Qatar:
- Il paese e’ una penisola che normalmente riceve praticamente tutto il cibo via terra dall’Arabia Saudita, unico confinante via terra del Qatar
- Ha acquistato 20.000 tonnellate di grano dalla Russia. Per il grano russo, il Medio Oriente e le vie marittime, vedi Export del Grano Russo – Fattori Geopolitici e Marittimi
- Il 7 giugno 1017, il presidente della camera di Commercio del Qatar ha dichiarato che il paese aveva riserve strategiche di cibo sufficienti per un anno
- Trattandosi di una penisola, non avra’ problemi a ricevere tutto quanto di cui necessita via mare – soprattutto se avra’ l’appoggio dell’Iran
- L’indipendenza del Qatar dall’Arabia Saudita e’ dovuta al fatto che le truppe turche rimasero in Qatar – in cambio dell’autonomia – piu’ a lungo che in ogni altro paese del golfo. L’autonomia fu fondamentale nell’escludere il Qatar dall’espansione saudita
- Sfrutta un grosso giacimento off-shore di gas congiuntamente con l’Iran
- Assieme agli USA, alla Turchia ed all’Arabia Saudita, e’ uno dei maggiori supporters dei “ribelli” siriani.
- Le prime esercitazioni militari congiunte Turchia – Qatar sono iniziate piu’ o meno in contemporanea con l’inizio della crisi
- Il paese sta investendo molto in Turchia
- Ritengo che un tentativo di colpo di stato – o simile – cui segua un governo favorevole all’Arabia Saudita (od un’annessione) non sia da escludere.

Emirati Arabi Uniti:
- Fino all’embargo costituivano il principale punto di transito – e rifornimento – per le petroliere e le navi trasporto gas del Qatar. L’embargo significa che il Qatar deve rifornire le proprie navi altrove, con un aumento notevole delle spese
- Tra i paesi della regione, e’ quello che piu’ investe in Turchia. Quanto sta accadendo spingera’ probabilmente il paese verso altri lidi.

Turchia:
- Grazie ad un accordo del 2014, ovvero ben prima degli eventi del giugno 2017, ha una base militare in Qatar. Nel 2015, l’ambasciatore turco in Qatar ha detto che erano previsti 3.000 soldati per tale base. Pare che la base turca potra’ ospitare 5.000 soldati, e servira’ anche per l’aviazione e la marina turca
- Una base in Qatar consente alla Turchia di esercitare una tremenda influenza politica e militare nel Golfo Persico e piu’ in generale nel Medio Oriente
- Non desidera uno scontro con l’Iran, con cui confina
- Non e’ un mistero che molti parlino di Grande Turchia
- Appoggia senza mezzi termini il Qatar contro i paesi dell’ultimatum
- La caduta della Fratellanza Musulmana (appoggiata dalla Turchia) in Egitto, e lo schierarsi di quest’ultimo con l’alleanza contro il Qatar, pongono interrogativi sulla reale capacita’ delle forze turche di intervenire rapidamente in Qatar. Il passaggio per il canale di Suez e’ fondamentale per la velocita’ di un eventuale intervento turco.

Iran:
- Desidera diventare l’hub economico della regione. Mira ad esportare competenze – ingegneria per prima – infrastrutture, prodotti meccanici, ecc. Rappresenta quindi l’antitesi dell’Arabia Saudita, che puo’ ricercare un’eventuale egemonia solo attraverso la potenza militare e finanziaria
- E’ chiaramente in grado di bloccare l’accesso al Golfo Persico, soprattutto alle piccole marine dell’area
- In teoria non dovrebbe essere contento dell’esistenza di una base turca a Doha, capitale del Qatar. Tuttavia, il suo nemico piu’ temibile e’ ora l’Arabia Saudita.

USA:
- Hanno una grossa base aerea a Doha, per cui si trovano in una posizione estremamente delicata. Peraltro, senza l’esistenza di tale base il Qatar potrebbe gia’ essere stato attaccato dall’Arabia Saudita
- Tutto sommato, la presenza americana a Doha e’ una garanzia anche per la base turca. Infatti un’azione saudita coinvolgerebbe necessariamente anche gli Stati Uniti, alleati NATO della Turchia e che non potrebbero certamente lasciare massacrare dei soldati turchi sotto i loro occhi
- Il presidente Donald J. Trump ha firmato un enorme accordo per la fornitura di armi all’Arabia Saudita: 110 miliardi di dollari, destinati a diventare 350 in dieci anni. Cio’ equivale a rendere l’Arabia Saudita una potenza militare di primo piano. Tuttavia, se l’export delle imprese USA ci guadagna moltissimo, tale accordo rischia di destabilizzare l’intera regione
- L’accordo appena visto porta col pensiero alla fine dell’Iran dello scia’: enormi quantita’ di materiale militare all’avanguardia caduto nelle mani della rivoluzione.
- Per altre considerazioni sugli USA ed il Medio Oriente, consiglio la lettura di Siria – Le Conseguenze della Grande Strategia USA in Medio Oriente, che tratta appunto della strategia americana in Medio Oriente.

Russia:
- Come abbiamo visto, ha deciso di rifornire il Qatar di grandi quantita’ di grano – necessario per la sopravvivenza del paese
- Probabilmente trova fastidioso il fatto che la Turchia si insedi nel Golfo Persico, nonche’ l’aumento dell’instabilita’ nell’area
- La Turchia in Qatar (paese sunnita) contribuisce ad indebolire il fronte saudita (sunnita) ed a rafforzare il fronte sciita – di cui l’Iran, amico della Russia, e’ il capofila. D’altra parte, in futuro la Turchia – prevalentemente sunnita – potrebbe fare una piroetta a 180 gradi
- Se l’instabilita’ nel Golfo Persico aumenta, il prezzo del petrolio potrebbe aumentare – un aumento del prezzo del petrolio sarebbe estremamente favorevole per la Russia. La Russia ha comunque sempre operato in favore di soluzioni amichevoli nell’area
- L’area ha un particolare interesse per la Russia perche’ puo’ costituire una via alternativa – rispetto al Bosforo, controllato dalla Turchia – alle rotte marittime. Vedi Il Mar Nero e le Rotte dell’Export, ed in particolare il capitolo Conclusioni – Ci guadagna l’Iran.

Egitto:
- Ha sperimentato il governo della Fratellanza Musulmana, appoggiata dal Qatar che e’ vicino a tale organizzazione. Il governo egiziano seguito al colpo di stato non puo’ che essere favorevole ad azioni contro il Qatar – ed ad ogni altra azione che contribuisca ad indebolire la Fratellanza Musulmana
- Il paese e’ fortemente finanziato dall’Arabia Saudita. Probabilmente, senza gli aiuti sauditi il paese collasserebbe e/o sarebbe teatro di rivolte
- Per approfondire l’aspetto Egitto, consiglio la lettura di La Scoperta del Gas Egiziano – Le Conseguenze.

Siria:
- Come gia’ accennato, il Qatar e l’Arabia Saudita sono tra i principali finanziatori dei “ribelli” siriani. La rottura che si e’ verificata non poteva non avere conseguenze anche in Siria
- I ribelli sono pesantemente appoggiati anche da USA e Turchia, per cui si potrebbe assistere a scontri tra le diverse fazioni “ribelli” – con grandi vantaggi per il governo di Assad
- I curdi – non solo in Siria – saranno probabilmente oggetto di una continuazione della campagna turca contro di loro. Gli USA saranno probabilmente troppo occupati a mantenere un minimo di ordine tra la “ribellione” siriana ed a evitare escalations nel Golfo Persico per potere fare piu’ di un’opposizione formale.

Arabia Saudita:
- Il crollo del prezzo del petrolio ha creato seri problemi nel paese, tanto che sono stati ridotti i sussidi. Questo, in un paese dove i sussidi sono – come in tanti altri paesi arabi ed in generale dell’area musulmana – fondamentali per mantenere la stabilita’
- Come gia’ accennato, non e’ un mistero il desiderio saudita di diventare la potenza egemone della regione. Tale desiderio la pone in contrasto con la Turchia ed il desiderio di molti di una Grande Turchia
- L’avventura in Yemen sta avendo ripercussioni terribili sul prestigio – sia interno che internazionale – del paese. La crisi con il Qatar potrebbe anche essere un modo di distogliere l’attenzione sia dallo Yemen che dalle operazioni contro gli sciiti sauditi.

Ed Il futuro dell’Arabia Saudita?
- Le enormi spese militari programmate dal paese non sono chiaramente solo una risposta alla base turca in Qatar. Si tratta di una visione del futuro che vede l’egemonia saudita garantita da un forte apparato militare. Questo esperimento e’ gia’ stato tentato nell’Iran dello scia’, con le conseguenze che tutti conosciamo
- Una riduzione dei sussidi accompagnata da enormi spese militari, una disastrosa – soprattutto dal punto di vista psicologico – campagna in Yemen, embarghi ed il rischio di confronti militari – anche con un altro paese wahhabita – un erede al trono forse malvisto da alcuni anche in Arabia Saudita. Per tali motivi non escluderei gravi fatti in Arabia Saudita, inclusi tentativi di colpi di stato e/o una guerra civile – con attori piu’ o meno prevedibili.

PERCHE’?
Golfo Persico – ipotesi geopolitiche
Probabilmente, il Qatar si e’ rivolto alla Turchia perche’ spinto dalla paura dell’Arabia Saudita Non vedo altra spiegazione per l’avvicinamento ad un paese forte ma lontano, rischiando l’allontanamento dai paesi vicini con cui condivide cosi’ tante cose. Suppongo che l’avvicinamento sia avvenuto grazie al comune impegno in Siria ed altrove.
E l’Arabia Saudita?
Il fatto che il famoso rapporto del BND sia stato reso pubblico fa pensare: sembra quasi un segnale d’allarme inviato dall’intelligence tedesca; se e’ cosi’ c’e’ da supporre che il Qatar abbia ricevuto segnali d’allarme ben prima della pubblicazione del rapporto tedesco.

La prima guerra del golfo
Non voglio certamente scendere nella fanta-politica, ma ricordo che il 2 agosto 1990 l’Irak di Saddam Hussein invase il Kuwait – le motivazioni ufficiali essendo:
- Il Kuwait era una parte naturale dell’Irak, separata dal colonialismo
- L’emiro era altamente impopolare
- Il Kuwait stava rubando petrolio iracheno.
Le reali motivazioni secondo alcuni analisti del tempo, erano:
- Il desiderio di fare crescere il prezzo del petrolio, anche per ripagare il debito iracheno
- Mettere le mani su ulteriori riserve di petrolio
- Egemonia.

VENIAMO AD OGGI
Il Qatar ed i vicini del Golfo Persico
- Come visto, il Qatar e’ un’entita’ separata dall’Arabia Saudita solo per regioni storiche legate all’impero ottomano – i turchi erano i “colonialisti dell’epoca. Nel giugno 2017, l’Arabia Saudita ha descritto i cittadini del Qatar come ‘… un’estensione dei loro fratelli nel Regno …’
- Il motivo ufficiale della crisi e’ l’appoggio del Qatar al terrorismo
- Il Qatar si e’ specializzato soprattutto nel gas; quando il gas e’ diventato una risorsa di primo piano tanto quanto il petrolio, il Qatar non lo ha fornito ai paesi della regione a prezzo di favore. Inoltre, a detta di molti non ha sfruttato in modo adeguato l’enorme giacimento di gas che condivide con l’Iran – il risultato immediato e’ che non vi e’ una maggiore quantita’ di gas disponibile per l’export locale (leggi EAU, Arabia Saudita, ecc,). In poche parole, il Qatar si e’ ben guardato dal condividere le proprie risorse con i “fratelli” dell’area, fratelli che ora cominciano ad avere problemi finanziari. Ricordo che il Qatar ha il reddito pro-capite piu’ alto al mondo.

Arabia Saudita e Qatar
- Un’invasione (o messa sotto “tutela”) del Qatar porterebbe ad un aumento vertiginoso del prezzo del petrolio. Causerebbe inoltre un aumento della richiesta del petrolio in seguito alla paralisi nell’estrazione del gas – e/o ad un suo utilizzo prioritario per le esigenze dei paesi dall’ultimatum
- Prendere il controllo del piu’ grosso giacimento di gas del mondo porterebbe a vantaggi non solo economici, ma anche geopolitici. Per inciso, il discorso vale anche per la Turchia. Resta il problema delle relazioni con l’Iran, ovviamente.
- La storia insegna che praticamente tutti i sogni egemonici sono cominciati con la liberazione di “fratelli”.
Il paese vede molte uscite – peraltro inevitabili – per un paese che vuole diventare una potenza egemone.
Vista la ben nota situazione economica saudita, e considerate le enormi uscite verso altri paesi, nonche’ le enormi spese militari programmate, ci si chiede come il paese pensi di potere sostenere un simile sforzo. Ricordo che l’Arabia Saudita ha gia’ dovuto ridurre le sovvenzioni alla popolazione – mossa estremamente pericolosa nel Medio Oriente, ed ancora piu’ tale in Arabia Saudita.
Video – Here’s what the Saudi military is buying from the U.S
Un’eventuale annessione del Qatar:
- Costituirebbe il primo passo in direzione di una Grande Arabia Saudita
- Distoglierebbe l’attenzione dallo Yemen e dal fallimento siriano
- Unirebbe la popolazione (sunnita) nell’esultanza
- Risolverebbe molti problemi economici e fornirebbe i mezzi economici per l’acquisto di armi in grande quantita’.

LA GEOPOLITICA E LE IMPRESE DELL’EXPORT – SENZA DIMENTICARE IL TERRORISMO
Golfo Persico e Medio Oriente – Una situazione esplosiva
Da quanto visto finora, e’ evidente che il Golfo Persico – ed un po’ tutto il Medio Oriente – e’ un barilotto di polvere da sparo. Si’, lo so: le varie Country Risk Map non vanno in questo senso. Ebbene, le varie Country Risk Map hanno ben poco a che spartire con la geopolitica e spesso mi danno l’idea di essere politically correct.
La verita’ e che sia la Turchia che l’Arabia Saudita sembrano avere mire egemoniche, mire che stanno apparentemente mettendo in pratica. Ma ci sono dei problemi:
- Perlomeno nel Golfo Persico – ma non solo – gli interessi dei due paesi stanno entrando in conflitto diretto
- L’Iran ha mire principalmente economiche, ma tali mire e la sua posizione geografica lo pongono in aperto conflitto con l’Arabia Saudita e gli altri paesi dell’ultimatum al Qatar – oltre naturalmente che con gli USA
- Mentre l’Iran e la Turchia possono attingere a fonti economiche alternative e dispongono di risorse che non dipendono solo dal petrolio e/o dal gas, l’Arabia Saudita e’ letteralmente un gigante dai piedi di sabbia. Senza un prezzo minimo del petrolio e senza armi (e tecnologia) fornita dall’estero, il Paese non e’ assolutamente in grado di esercitare la sua influenza all’estero – e forse nemmeno di sopravvivere nella sua forma attuale.

Previsioni geopolitiche per le imprese che fanno export ed internazionalizzazione?
La situazione e’ cosi’ complessa e comprende cosi’ tanti attori – anche su scala globale – che e’ difficile fare una previsione.
Posso solo dire che:
- Non mi stupirei di gravi fatti – od addirittura guerre di densita’ da definirsi – nel Golfo Persico. Non escludo colpi di stato, epurazioni, rivolte o guerre civili nei paesi arabi del Golfo
- Trovo molto improbabile uno scontro tra Turchia ed Iran, ma se la situazione precipitasse nel Golfo – e/o se l’Arabia Saudita fosse “fuori gioco” – chi lo sa che conseguenze ci potrebbero essere?
- Il fatto che la monarchia saudita sia piu’ interessata ad investire in armi anziche’ in infrastrutture e quant’altro non promette bene per le imprese – fatte salve quelle che operano nel settore armi e sicurezza
- Prima di firmare un contratto nell’area, consiglio un’attenta analisi geopolitica e dei rischi – nonche’ un’attenta gestione di questi ultimi e delle emergenze.

Terrorismo
In questa analisi geopolitica non ho parlato del terrorismo se non in termini generici. Si tratta infatti di un fenomeno cosi’ complesso, soprattutto nel Medio Oriente, che richiederebbe parecchi articoli dedicati.
Per quanto riguarda i rischi per le imprese che fanno internazionalizzazione ed export, nonche’ qualche consiglio base, consiglio la lettura di Terrorismo ed Export – Chi e’ preparato?

Attacca l’analista geopolitico!
Torno con la mente agli attacchi “assurdi” che ho subito su un social da parte di un temporary export manager. Al di la’ degli attacchi, non ha mai chiarito cosa vi fosse di sbagliato nelle mie analisi, ma una cosa e’ risultata evidente: non gli piaceva neanche un po’ il mio accento sui fattori geopolitici.
Spero che le imprese abbiano ben compreso che si puo’ fare internazionalizzazione solo con un export manager – temporary o meno – che ne capisce di geopolitica e gestione dei rischi e delle emergenze. Soprattutto nel Golfo Persico, e nel Medio Oriente in generale.
Una cosa vorrei sottolineare: non si va in Medio Oriente come si va a Monaco di Baviera.
Ricordo inoltre che un Erasmus od un corso servono ben a poco in un’area obiettivamente ad elevato rischio e con cultura, tradizioni e consuetudini estremamente diverse da quelle europee.
Video che riassume li concetti base dell’articolo: Il Qatar ed il Medio Oriente – L’Inferno Geopolitico
VUOI APPROFONDIRE?
Per saperne di piu’, leggi l’articolo Geopolitical Aspects of the Crisis between Qatar and Saudi Arabia.