Catalogna: Geopolitica ed Elementi Misconosciuti
Tanti parlano della situazione in Catalogna, ma praticamente nessuno sottolinea elementi e fattori della crisi dovuta al referendum per l’indipendenza in Catalogna. Nessuno sembra inoltre rilevare le implicazioni di quanto sta accadendo, in particolare l’aspetto “popolare”, sull’equilibrio geopolitico europeo e sui movimenti popolari. Indipendentemente dai risultati in Spagna, il messaggio e’ chiaro: i governi europei sono restii a reagire duramente alle rimostranze popolari.

LA SPAGNA E LO SCONTRO PER L’INDIPENDEZA IN CATALOGNA
Ero indeciso se scrivere un articolo sulla ricerca dell’indipendenza in catalogna ed il famoso referendum. Sinceramente, la situazione in Spagna e’ sempre piu’ complessa
Pero’ ho notato che nessuno – o perlomeno non ho avuto occasione di leggere niente in merito – sembra parlare di alcuni fattori fondamentali, il primo essendo la storia spagnola recente.
Ci sono anche altri fattori che sembrano non essere stati presi in considerazione. Tra questi vi sono:
- La UE e le profonde implicazioni geopolitiche della vicenda Catalana
- Le contromisure che la Spagna probabilmente si preparava a mettere in atto – e di cui nessuno parla mai. Tra queste ultime includo le truppe posizionate su navi di fronte alla costa catalana poco prima del referendum.

ELEMENTI DIMENTICATI DI STORIA SPAGNOLA
La conquista di Barcellona
Tralasciamo la storia precedente e cominciamo dal 1714, quando Filippo V di Spagna ha (ri)conquistato Barcellona – come noto, la capitale catalana. Tutti i privilegi precedenti furono aboliti, tranne il codice civile.
In poche parole, e’ evidente che la Catalogna e’ sempre stata una regione un po’ a parte.
Le guerra carliste – particolarmente dure in Catalogna – del 1800 videro i catalani schierati dalla parte perdente, come e’ spesso capitato ai catalani.
L’autonomia della Catalogna e la guerra civile
In seguito, varie forme di autonomia furono ottenute dalla Catalogna, finche’ nel 1932 la repubblica spagnola concesse l’autonomia. Nel frattempo, la regione era diventata un’importante area di sviluppo economico – con una forte presenza di operai sindacalizzati.
Poi (1936) scoppio’ la guerra civile, e la Catalogna si schiero’ con la Repubblica (per modo di dire, perche’ in realta’ divento’ un’entita’ indipendente che non si coordinava con le altre forze repubblicane) e contro le forze nazionaliste – il cui leader divenne in seguito il generale Franco. La caduta di Barcellona segno’ la fine effettiva della guerra – cui segui’ la grande fuga di tanti catalani verso la Francia, per sfuggire alle rappresaglie nazionaliste. I pochi centri di resistenza restanti caddero rapidamente nelle mani nazionaliste nelle settimane successive.
Vorrei fare notare come le vicende della guerra civile in Catalogna siano state piuttosto complesse, con scontri e massacri tra le diverse fazioni “repubblicane”.

La sconfitta dei repubblicani
Fatto sta, che i nazionalisti preferirono spezzare le forze repubblicane in due prima, per finire i catalani poi. L’operazione contro la Catalogna fu una delle ultime – proprio perche’ la combattivita’ e la base industriale catalane rendevano la regione un avversario difficile.
Per dovere di cronaca, non bisogna dimenticare le enormi quantita’ di aiuti militari – soprattutto russi – alle forze repubblicane.
Ovviamente, dopo la fine della guerra civile comincio’ la repressione: chiunque fosse stato dalla parte dei repubblicani – i rossi, per i nazionalisti – venne considerato un cittadino di serie B. Ovviamente, i catalani soffrirono piu’ di altri. Comunque sia, ci vollero decenni perche’ l’economia catalana tornasse ai livelli pre-1936.
La democrazia spagnola
Dopo la morte di Franco nel 1975, fu ristabilito l’ordine democratico con quella che e’ agli effetti pratici una repubblica (il re ha poteri estremamente limitati ed e’ fondamentalmente una figura simbolica le cui decisioni vanno convalidate) e la Catalogna ebbe l’autonomia.
Attualmente, la Catalogna e’ l’area piu’ florida della Spagna.
Non mi soffermo sugli avvenimenti recenti. Penso che quanto fin qui visto dimostri che la regione di Barcellona e’ spesso stata un’area instabile – ovviamente parlo in termini geopolitici, senza niente volere togliere ai catalani.

LA SITUAZIONE PRIMA DEL REFERENDUM PER L’INDIPENDENZA – QUELLO CHE POCHI SANNO
Considerazioni sul referendum
Come abbiamo visto, la regione catalana vanta una lunga storia di conflitti e tentativi di ottenere l’indipendenza o perlomeno un’autonomia estremamente spinta. Di solito, tali tentativi sono falliti quando non sono stati di tipo politico.
La guerra civile ha lasciato degli strascichi. D‘altra parte, la Spagna non puo’ rinunciare alla parte economicamente piu’ forte del Paese.
In poche parole: non solo il referendum per l’indipendenza e’ stato dichiarato incostituzionale, la Spagna non puo’ permettere la secessione.
Ma, al di la’ di cio’ che dicono i giornalisti, c’e’ dell’altro da sapere?
Ecco qua:
- Il governo spagnolo aveva inviato non solo polizia nazionale e gendarmeria (l’equivalente dei carabinieri italiani) ma forze militari – non si vedevano perche’ si trovavano su navi al largo
- Sono stati fatti paragoni tra il premier spagnolo Rajoy e Franco; e’ riapparso il termine nazionalisti
- Probabilmente, in caso di crisi seria i Mossos d’Esquadra (la polizia catalana) non eseguiranno piu’ di tanto gli ordini del governo. Una situazione analoga, con reparti di polizia schierati dalla parte repubblicana, si e’ verificata nel 1936, con la guerra civile.
E’ prevedibile che se i Mossos d’Esquadra andranno oltre la disobbedienza, le truppe spagnole interverranno – dubito che il governo spagnolo si sia dimenticato della storia del 1936.

IL REFERENDUM, L’INDIPENDENZA E LA GEOPOLITICA
Una guerra civile in Catalogna?
I politici spagnoli non possono non conoscere la storia recente – in particolare la guerra civile e cio’ che ne e’ seguito. E’ quindi evidente che i politici catalani sono pronti ad affrontare le conseguenze della situazione.
Se i politici spagnoli (e baschi) hanno comunque dimostrato una certa ritrosia ad andare fino in fondo, altrettanto non si puo’ dire di quelli catalani. Pur di arrivare all’indipendenza sarebbero pronti ad una guerra civile?
Parliamo di guerra civile in Catalogna e tra catalani, perche’ non tutti gli abitanti della regione sono favorevoli all’indipendenza. Non si ha una cifra precisa, ovviamente, ma le stime dei contrari vanno dal 20% – 30% a quasi il 50%.
L’Unione Europea
La UE teme l’indipendenza di qualunque regione, ovviamente: cio’ andrebbe nella direzione contraria a quella di una UE piu’ unita.
Ma la situazione e’ cosi’ delicata che l’Unione Europea ha deciso – a ragione, direi – di non interferire. Al di la’ del fatto che la UE deve gia’ affrontare una situazione estremamente difficile di suo, ogni intervento esterno potrebbe peggiorare la situazione.
L’indipendenza catalana – o una guerra civile, o comunque elevata instabilita’ in Catalogna – minerebbe gravemente la situazione economica di tutta la Spagna, con le ovvie ripercussioni su tutta la UE.

La Scozia ed i movimenti indipendentisti europei
Non e’ un caso che le due regioni che hanno finora tentato la strada dell’indipendenza – la Scozia nella piena legalita’ e la Catalogna – abbiano una collocazione geografica che non ostacola in alcun modo tale indipendenza.
Giusto per fare un esempio, il Veneto e’ invece incastonato nel territorio italiano – una secessione creerebbe problemi enormi sia al Veneto che all’Italia.
Cio’ nondimeno, molti movimenti indipendentisti europei cercheranno di sfruttare il momento.
Penso pero’ che se la situazione in Catalogna supera un certo limite, molti europei valuteranno attentamente le possibili conseguenze dell’indipendentismo. Ben pochi europei vogliono vedere una guerra civile nel loro Paese.

LA CATALOGNA, LA GEOPOLITICA ED I CITTADINI EUROPEI
Ora vorrei parlare di un qualcosa di cui nessuno parla mai: le conseguenze della situazione catalana non su eventuali altri movimenti indipendentisti, ma sulla popolazione europea in generale.
L’estrema riluttanza del governo spagnolo – e delle forze di polizia – ad usare la forza contro i cittadini rende evidente un fattore: nessuno, o quasi nessuno, e’ intenzionato ad usare seriamente la forza contro comuni cittadini.
Vi sono gia’ stati esempi in merito un po’ dappertutto nel mondo, ma l’Europa e’ il continente dove simili avvenimenti sono piu’ difficili.
La situazione spagnola dimostra che un movimento popolare puo’ spingere i limiti della protesta – o della richiesta – molto in la’ prima di una reazione. Anche in caso di reazione, il governo e le forze di polizia cercheranno sempre di limitare al minimo la coercizione.
Penso che questa sia la lezione piu’ importante che si puo’ trarre – e che i cittadini di tanti paesi hanno sicuramente tratto – dalla situazione catalana.
Video: Geopolitics, NGOs and other Non-state Actors – Three Case Studies
MOVIMENTI POPULISTI E NGO
Per quanto appena visto, mi aspetto che i movimenti popolari diventino sempre piu’ incisivi, indipendentemente dalle loro rimostranze o richieste.
Cio’ va nella stessa direzione di quanto gia’ rilevato in Geopolitics, NGOs and other Non-state Actors – Three Case Studies: gli stati nazionali vengono sempre piu’ soppiantati da attori non-statali e simili.