La Politica Estera Americana: Iran, Corea del Nord ed il Declino della Potenza USA

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La politica estera americana, la strategia USA, l'Iran e la Corea del Nord

La politica estera americana e’ dettata da pochi falchi – dimentichi di geopolitica e grande strategia – che ragionano solo in termini di potenza militare e strategia. L’incapacita’ di affrontare la situazione in Corea del Nord e la crisi con l’Iran.

Video: The Middle East’s cold war, explained

 

REALPOLITIK E POLITICA ESTERA AMERICANA

Non e’ possibile analizzare politica estera americana senza usare la Realpolitik come metro di riferimento. Quanto sta accadendo con Cina, Corea del Nord ed Iran dimostra la verita’ di queste parole.

La potenza militare comporta molti rischi. Inoltre, l'uso "brutale" della forza aliena spesso sia la popolazione locale che l'opinione pubblica internazionale
La potenza militare comporta molti rischi. Inoltre, l’uso “brutale” della forza aliena spesso sia la popolazione locale che l’opinione pubblica internazionale. Nonostante gli infiniti esempi impartiti dalle tante guerre di guerriglia, l’aspetto politico di tali esempi non e’ ancora stato recepito. Se la popolazione locale volta le spalle ad una forza militare, ben poco puo’ essere fatto per riparare il danno

La potenza militare non basta

Con la sua Realpolitik ed i risultati che ne sono conseguiti, Otto von Bismarck ha ampiamente dimostrato che la potenza di una nazione non dipende solo dai fattori militari.

Oltre alla potenza tedesca, l’opera di Bismarck ha garantito:

  1. Una lunga pace in Europa
  2. La potenza tedesca.

Quando il kaiser Guglielmo II ha deciso di mettere da parte l’opera di Bismarck in favore di una politica di potenza militare, la Germania ha imboccato la strada del declino e dell’annientamento.

La politica estera americana e la mancanza di una grande strategia
La politica estera americana dimostra la carenza del concetto di grande strategia e di geopolitica

La strategia USA e’ orfana della grande strategia

Quando si parla di grande strategia, si parla anche del collegamento tra gli aspetti diplomatici e quelli militari.

Chi decide di affidarsi solo alla potenza militare – magari pensando che tutto sia lecito quando vi e’ la forza delle armi – fa inevitabilmente una brutta fine.

E qui veniamo agli Stati Uniti, un paese dove troppo spesso i generali – ed i politici – hanno ragionato solo ed esclusivamente in termini puramente militari. Essi hanno spesso – dimenticato totalmente che:

  1. La grande strategia deve venire prima di ogni altra cosa
  2. Le forze armate esistono ed operano in funzione del paese.
La geopolitica degli Stati Uniti di Trump e' praticamente inesistente. La politica estera americana sembra essere guidata da altri fattori, talvolta forse addirittura ideologici
La geopolitica degli Stati Uniti di Trump e’ praticamente inesistente. La politica estera americana sembra essere guidata da altri fattori, talvolta forse addirittura ideologici

Geopolitica, questa sconosciuta

In poche parole, gli States hanno dimenticato che che la politica – o meglio la geopolitica – deve:

  1. Decidere cosa e’ meglio per il paese
  2. Prevalere sulle considerazioni puramente militari e/o strategiche.

Esempi delle conseguenze del non rispetto questa regola si sono visti in:

  1. Vietnam
  2. Afghanistan, dopo la prima fase delle operazioni
  3. Irak
  4. Siria
  5. Ecc.
La politica estera americana e' causa del declino USA
La politica estera americana e’ causa del declino USA

 

EGITTO, ISIS ED ALTRE CATASTROFI DELLA POLITICA ESTERA USA

L’inizio dello “sperpero”

Comincio’ George W. Bush junior. Puntando sul fatto che all’epoca agli Stati Uniti erano l’unica superpotenza, comincio’ a “sperperare” il capitale morale seguito al 911 – l’attentato delle Torre Gemelle del 11 settembre 2001.

Bush fece cio’:

  1. Prendendo una serie di decisioni senza curarsi del parere degli alleati e degli altri paesi
  2. Perche’ gli USA pensavano di non avere rivali nel mondo. Magari allora questo era anche vero, ma lo era proprio grazie agli alleati ed all’affidabilita’ dimostrata dagli Stati Uniti.
Una portaerei americana attraversa il canale di Suez. Vista l'importanza strategica dell'Egitto, la politica estera americana risulta incomprensibile
Una portaerei americana attraversa il canale di Suez. Vista l’importanza strategica dell’Egitto, la politica estera americana risulta incomprensibile

Egitto: il deragliamento della politica estera americana

Ho gia’ scritto della disastrosa decisione americana di estromettere subito e senza compromessi Mukarak dal potere in La Scoperta del Gas Egiziano – Le Conseguenze. Tali conseguenze:

  1. All’epoca, hanno incluso la salita al potere della Fratellanza Musulmana
  2. Attualmente, comportano un Egitto estremamente diffidente degli USA.

Ma non finisce qui: gli USA hanno “liquidato” senza esitazioni un fedele alleato – fedele da decenni. Lo hanno fatto contro il loro stesso interesse. Pessimo messaggio di politica estera.

I militanti dell'Isis in Europa - quelli rientrati dalla Siria per primi - impiegheranno probabilmente gli stessi metodi impiegati in Siria ed Irak
I militanti dell’Isis in Europa – quelli rientrati dalla Siria per primi – impiegheranno probabilmente gli stessi metodi impiegati in Siria ed Irak

Isis

Non intendo addentrarmi piu’ di tanto nell’argomento Isis – sulla cui ascesa perfino l’esperto di anti-terrorismo Kilcullen, che vive negli Stati Uniti, ha preferito non soffermarsi troppo nel suo famoso libro sull’Isis stesso.

E’ evidente che gli USA hanno fatto parecchi errori ed hanno cominciato a reagire con vigore solo dopo l’intervento russo in Siria.

Perfino i fatti recenti in Siria – ad esempio come l’evacuazione di foreign fighters da Raqqa – inducono a chiedersi se la politica americana non anteponga altri fattori alla distruzione definitiva dell’Isis nell’area.

Tali fattori sembrerebbero essere:

  1. La cacciata di Assad
  2. La limitazione dell’influenza russa
  3. Il contenimento del blocco sciita.
I social media - Facebook in particolare - sono entrati a gamba tesa nella geopolitica. Ormai, sono ben piu' di social networks
I social media – Facebook in particolare – sono entrati a gamba tesa nella geopolitica. Ormai, sono ben piu’ di social networks

Il potere dei social media

Ovviamente non giudico affidabili le teorie cospiratorie che attribuiscono addirittura agli USA la creazione dell’Isis. Tuttavia, questo e’ cio’ che pensano in tanti – i social networks rivelano cio’.

Purtroppo nel mondo moderno, connesso in mille modi, l’opinione pubblica conta. Per quanto siano teorie cospiratorie, hanno attecchito e cio’ ha portato ad un drastico calo di fiducia negli Stati Uniti.

E qui gli USA hanno sbagliato e continuano a sbagliare: anteponendo considerazioni puramente strategiche e/o militari, stanno perdendo la fiducia dell’opinione pubblica mondiale e di parecchi governi.

La geopolitica e la strategia USA sono ormai molto lontane dalla realta'
La geopolitica e la strategia USA sono ormai molto lontane dalla realta’

Strategia sbagliata, dottrina militare superata

Se la strategia USA e’ perlomeno criticabile, non e’ che la dottrina militare sia il massimo.

L’America si sta:

  1. Preparando a combattere l’ultima guerra, non quella che eventualmente verra’
  2. Attrezzando per un tipo di conflitto che non esiste piu’.

Questo e’ esattamente quello che ha fatto il potentissimo esercito prussiano quando ha affrontato Napoleone. Le conseguenze disastrose di cio’ sono ben note.

Video – How the Iran nuclear deal works, explained in 3 minutes

 

SCIITI E SUNNITI

Avendo gia’ analizzato l’argomento in Rischi di Internazionalizzazione in Iran?, mi limito ad ulteriori considerazioni.

Iran: le ambizioni economiche

E’ evidente che alla base della “fissazione” americana per l’Iran sta il fatto che l’Iran e’ il campione del blocco sciita, un po’ come gli USA lo sono – tramite l’Arabia Saudita – di quello sunnita.

A seguito della fine dell’embargo, l’Iran stava rinascendo. E’ ovvio che mirava a:

  1. Colmare le grandi lacune tecnologiche – attraverso una vera e propria caccia all’innovazione
  2. Diventare l’hub economico dell’area.
L'Iran e' il campione del fronte sciita, non solo in Siria ma innanzitutto nel Golfo Persico
L’Iran e’ il campione del fronte sciita, non solo in Siria ma innanzitutto nel Golfo Persico

Le ambizioni geopolitiche iraniane

L’Iran e’ anche il:

  1. Campione del fronte sciita
  2. Nemico naturale dell’Arabia Saudita – da tutti i punti di vista.

Se aggiungiamo che gli iraniani sono stati – e sono – fortemente impegnati in Siria, e’ comprensibile che gli americani siano diffidenti.

Ora mi chiederete: Ma allora, dove sbagliano gli americani?

L'Iran e' un paese popoloso che dispone di molte risorse e di tecnici ben preparati. Il conflitto con l'Irak insegna che una guerra con l'ex Persia non sarebbe facile
L’Iran e’ un paese popoloso che dispone di molte risorse e di tecnici ben preparati. Il conflitto con l’Irak insegna che una guerra con l’ex Persia non sarebbe facile

Gli errori USA

Gli Stati Uniti sbagliano nei modi, ma anche perche’:

  1. Ragionano solo in termini militari e di strategia, anziche’ diplomatici e di grande strategia
  2. Sono convinti di potere portare avanti le loro idee con la forza militare e senza alleati;
  3. Pensano che paesi instabili – e poco ben visti nel mondo arabo, vedi la campagna in Yemen – come l’Arabia Saudita possano sostituire l’appoggio sincero dei paesi democratici europei e di altri continenti.

Per ogni altra considerazione su Arabia Saudita, Golfo persico, ecc, consiglio la lettura di Il Qatar ed il Medio Oriente – L’Inferno Geopolitico. Oltretutto, tale articolo contiene links a parecchi articoli che trattano dell’argomento di cui sto parlando.

I problemi interni USA e la forte opposizione a Trump hanno reso quest'ultimo un presidente estremamente debole
I problemi interni USA e la forte opposizione a Donald J. Trump hanno reso quest’ultimo un presidente estremamente debole

 

LA DEBOLEZZA DI TRUMP, L’ASCESA DEI FALCHI, L’IRAN E LA COREA DEL NORD

Tanti ex generali, pochi amici

La debolezza di Donald J. Trump e’ evidente: isolato politicamente, ha inizialmente riempito la sua amministrazione di ex generali.

Dopo l’allontanamento di Steve Bannon, la persona che l’aveva portato alla vittoria nelle elezioni presidenziali, ha ben pochi amici attorno a se’.

Fatto sta, che l‘evidente supporto dei militari per la sua elezione ha comportato fin dall’inizio una grande influenza di militari sulla politica estera dell’amministrazione Trump.

I falchi americani sono generalmente convinti che tutto si possa risolvere con la forza militare. Un caccia-bombardiere F-35, che probabilmente contribuira' in modo decisivo al declino del potere aereo americano
I falchi americani sono generalmente convinti che tutto si possa risolvere con la forza militare. Un caccia-bombardiere F-35, che probabilmente contribuira’ in modo decisivo al declino del potere aereo americano

L’ascesa dei falchi

Dopo una serie infinita di dimissioni – anche di ex militari – i consiglieri militari di Trump sono ora falchi al 100%: Bolton, Pompeo, ecc.

Fin dall’inizio, era partita una campagna – obiettivamente non provocata ma frutto di quanto visto finora – contro l’Iran.

A scanso di equivoci, non ho problemi a dire che nutro molta stima per vari comandanti militari USA del passato, il dimenticato genio militare Norman Schwarzkopf (Desert Storm) per primo.

Devo pero’ anche dire che ho notato una certa costante tra i generali americani e – soprattutto – i falchi come Bolton. Parlo di una certa tendenza a sottovalutare tutti gli aspetti non puramente militari e ad usare la forza bruta in ogni occasione – sia a livello strategico che in battaglia.

Una notevole eccezione e’ stato il generale Powell, dotato di notevole acume politico e geopolitico. Non a caso l’accoppiata Powell – Schwarzkopf e’ stata l’artefice del piu’ grande successo politico-militare USA del dopoguerra.

La Corea del Nord ha approfittato della "fissazione" degli Stati Uniti per l'Iran
La Corea del Nord ha approfittato della “fissazione” degli Stati Uniti per l’Iran, in quello che si puo’ definire come il piu’ grande errore di valutazione degli USA degli ultimi decenni 

Corea del Nord: quando non c’e’ il gatto …

Che succedeva mentre l’amministrazione Trump cedeva la gestione di tanta parte della politica estera a (ex) generali che non si chiamavano Powell e l’America si concentrava sull’Iran?

In poche parole, la Corea del Nord:

  1. Produceva bombe atomiche
  2. Perfezionava i suoi missili balistici intercontinentali
  3. Arrivava a produrre bombe nucleari.
Un carro armato di fabbricazione russa. Un paese come la Corea del Nord - dotato di armi per lo piu' superate - ha umiliato un gigante come gli Stati Uniti
Un carro armato di fabbricazione russa. Un paese come la Corea del Nord – dotato di armi per lo piu’ superate – ha umiliato un gigante come gli Stati Uniti

La figuraccia galattica in Corea del Nord

Per quanto si possa dire dell’affaire Corea del Nord, alcune cose sono evidenti:

  1. Mentre la Corea produceva armi atomiche, gli USA dedicavano la loro attenzione all’Iran
  2. Una volta che la Corea del Nord ha avuto armi atomiche, l’amministrazione USA – dopo tanti proclami, anche prima di Trump – ha “calato le brache”
  3. Il messaggio che e’ passato e’ semplice: se avete armi atomiche e/o nucleari, diventate “rispettabili”.
Un cacciatorpediniere della US Navy della classe Arleigh Burke. Molta parte della strategia USA si basa sulla potenza navale
Un cacciatorpediniere della US Navy della classe Arleigh Burke. Molta parte della strategia USA si basa sulla potenza navale

La strategia USA e’ bizzarra

Il mondo si affidava ancora agli USA. Tuttavia, quando il pericolo estremo per tutto il globo si e’ palesato in pieno l‘amministrazione Trump e’ stata capace solo di:

  1. Dire Colpa di Obama – che in effetti di colpe ne ha tante
  2. Fare proclami e prendersela con l’Iran.

Onestamente, non capisco perche’ rinnegare l’accordo sul nucleare e spingere l’Iran a dotarsi di armi nucleari. Si tratta di una cosa contro l’interesse di tutti, Iran ed USA per primi.

La situazione geopolitica e' cambiata radicalmente una volta che la Corea del Nord ha avuto le armi atomiche
La situazione geopolitica e’ cambiata radicalmente una volta che la Corea del Nord ha avuto le armi atomiche. Da rogue nation militarizzata, il paese e’ passato a interlocutore rispettabile

Una serie di decisioni incomprensibili

Vorrei qui rimarcare questo:

  1. Gli USA hanno rinnegato un accordo non bilaterale che tutti dicono che l’Iran sta rispettando
  2. L’America ha abbandonato un accordo che teneva l’Iran lontano dalle armi nucleari e garantiva stabilita’ e commercio nella regione. Apparentemente, ha fatto cio’ perche’ gli Stati Uniti non vogliono un Iran influente nella regione
  3. Nel frattempo la Corea del Nord, che ha minacciato piu’ volte di usare armi nucleari, continua a produrre testate e missili
  4. Gli Stati Uniti stracciano un trattato che vede coinvolti l’ONU ed alcuni tra i suoi piu’ fedeli alleati – anzi, perfino il suo piu’ stretto alleato di sempre, ovvero il Regno Unito.
Gli alleati piu' fedeli abbandonano gli Stati Uniti a causa della supremazia della potenza militare bruta e della mancanza di valutazioni geopolitiche e di grande strategia nello stabilire la politica estera americana
Gli alleati piu’ fedeli abbandonano gli Stati Uniti. Cio’, a causa della supremazia della potenza militare bruta e della mancanza di valutazioni geopolitiche e di grande strategia nello stabilire la politica estera americana

 

L’INIZIO DELLA FINE: I FEDELI ALLEATI DI SEMPRE ABBANDONANO GLI USA

La fine della potenza americana?

Dall’affaire Mubarak in poi, gli USA non si sono certamente distinti per affidabilita’, fedelta’ agli alleati o per aderenza a quanto hanno firmato. Eppure, proprio quelli erano i fattori che tanto avevano contribuito al prestigio americano – leggi la potenza americana.

L’amministrazione Trump ha visto prevalere le idee di alcuni (ex) generali – ed ora dei falchi. Essi non hanno evidentemente compreso che:

  1. La forza bruta garantisce solo il declino di un paese
  2. Il mondo – ed il modo di combattere i “conflitti” – e’ cambiato
  3. La grande strategia deve prevalere su ogni altra considerazione strategica.
In Siria, la piccola marina russa ha "umiliato" gli Stati Uniti - la cui potente US Navy non ha inciso. Poche unita' russe hanno influito in modo decisivo sulla campagna. L'incrociatore Moskva ha fornito un copertura anti-aerea estremamente preziosa nella prima fase dell'intervento
In Siria, la piccola marina russa ha “umiliato” gli Stati Uniti – la cui potente US Navy non ha inciso. Poche unita’ russe hanno influito in modo decisivo sulla campagna. L’incrociatore Moskva ha fornito un copertura anti-aerea estremamente preziosa nella prima fase dell’intervento

Russia, Cina e tanti altri

Intanto, continua la “guerra” alla Russia. Quest’ultima ha la colpa di avere un abile leader politico che:

  1. Ha compreso l’importanza degli alleati e dell’affidabilita’
  2. Da’ ordini ai suoi generali
  3. Ha capito come si combattera’ la prossima guerra.

Poi si sono aggiunte la Corea del Nord e l’Iran.

Infine, anche la Cina. Senza parlare dei toni duri nei confronti dei paesi dell’Unione Europea e di tanti altri paesi amici. Ad un certo punto, perfino i piu’ fedeli alleati degli Stati Uniti – vedi la Germania – hanno cominciato a dire basta.

Quando i piu’ fedeli alleati dicono basta, significa che si e’ totalmente soli.

Gli USA sono sempre stati un punto di riferimento per l'Occidente. Purtroppo, le ultime amministrazioni americane sembrano avere perso la strada
Gli USA sono sempre stati un punto di riferimento per l’Occidente. Purtroppo, le ultime amministrazioni americane sembrano avere perso la strada

 

UN GRANDE PAESE

Ho sempre considerato gli Stati Uniti d’America un grande paese anche quando:

  1. Farlo era impopolare,
  2. In Europa l’opinione pubblica parlava di imperialismo americano solo perche’ gli Stati Uniti garantivano la sicurezza e la prosperita’ di noi europei.
  3. Una militarmente potentissima Unione Sovietica avrebbe potuto travolgere le difese della NATO in poche ore.
La politica estere americana sta portando gli USA al declino. Tuttavia, non si tratta di una strada inevitabile
La politica estere americana sta portando gli USA al declino. Tuttavia, non si tratta di una strada inevitabile

Spero che gli USA:

  1. Comprendano che i veri amici sono quelli che ti dicono in faccia quando stai sbagliando – non quelli che ti danno ragione a prescindere
  2. Si rendano conto che hanno imboccato una strada morta e tornino ad essere una garanzia per la pace e la stabilita’ del mondo.

Abbiamo bisogno di un Otto von Bismarck, non di un duca di Brunswick – comandante dell’esercito prussiano nel 1805 – o di un Guglielmo II.

Le prossime elezioni presidenziali si tengono tra parecchi mesi, per cui eventuali cambiamenti di politica estera si devono verificare con l'amministrazione Trump. L'America tornera' ad essere il tradizionale leone, o restera' tigre?
Le prossime elezioni presidenziali si tengono tra parecchi mesi, per cui eventuali cambiamenti di politica estera si devono verificare con l’amministrazione Trump. L’America tornera’ ad essere il tradizionale leone, o restera’ tigre?

 

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Ogni richiesta viene trattata con discrezione e confidenzialita’

 

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