Sanzioni Economiche: La Via del Harakiri
Le sanzioni economiche contro la Russia di Putin: l’Unione Europea ha perso 240 miliardi di dollari dal 2014, la Russia 50, gli USA solo 17. Eppure, la UE le ha estese ancora una volta.
LE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA: I DATI DI PUTIN
Secondo il presidente Vladimir Putin, le sanzioni economiche contro la Russia sono state catastrofiche innanzitutto per l’Unione Europea.
Ma non finisce qui. La UE ha prolungato le sanzioni per un altro anno.

Quali news?
Visto che si tratta di Putin, uso una fonte che di sicuro non travisa le sue parole.
Si’, lo so: in Occidente e’ una fonte “maledetta” – anche se e’ spesso interessante. Ma provate un po’ a chiedere alle aziende cosa e’ “maledetto” per loro.
Magari vi diranno: le sanzioni che hanno distrutto il nostro fiorente mercato estero.
Non sono stati ne’ Putin, ne’ la Russia ne’ RT a mettere nei guai tante imprese.
Tornando a noi, ecco qua l’articolo con tutti i dati: Sanctions cost European economies $240 billion while Russia lost $50 billion – Putin.

Dal 2014, le perdite dovute alle sanzioni sono state – in miliardi di dollari:
- UE, 240
- Russia, 50
- Giappone, 27
- Stati Uniti, 17
Notate che gli USA hanno subito le perdite minori.
In poche parole, per gli Stati Uniti le sanzioni economiche non sono un gran problema. Per la UE, si tratta di una catastrofe.

E non finisce qui
Putin e’ chiaro: la Russia ha sviluppato settori e prodotti dove era precedentemente debole o non presente. Ad esempio:
- Motori marini
- Trasporti
- Ingegneria – settore energetico.

Come avevo previsto anni fa, la Russia si e’ data da fare:
- Avvio della produzione locale di parecchi prodotti fino ad allora principalmente importati
- Ottime offerte per attirare personale di settori chiave in Russia. Niente di nuovo sotto il sole – vedi Pietro il Grande
- Incremento dell’acquisto di prodotti da paesi che non applicano le sanzioni. Ad esempio – nel caso della meccanica: Cina, Vietnam, India.
Mi dispiace scrivere che l’avevo detto, ma il risultato finale e’ evidente: perdita definitiva di un importante mercato estero per le aziende che fanno export ed internazionalizzazione.

LA VIA DEL HARAKIRI
Sanzioni: Russia o morte!
Come sapete, l’Unione Europea ha dato il via alle sanzioni nel 2014. Lo ha fatto per via delle pressioni americane.
Gia’ allora:
- Le previsioni delle conseguenze economiche erano catastrofiche per l’Europa
- Avevo previsto cosa e’ poi successo, compresi i vantaggi per la Russia – vedi Il Crollo dell’Export in Russia, Meccanica per Prima – Perche’?
Dall’alto della loro posizione di principio, gli stati della UE non hanno esitato ad infierire un colpo terribile all’export delle loro aziende.
Che l’Unione Europea persista nel suo atteggiamento dopo 5 anni, e’ veramente incredibile. D’altronde, per dirla tutta si tratta di un’organizzazione che ha dimostrato pressoche’ totale carenza di flessibilita’.

Case study – Le macchine utensili italiane
Come sapete, faccio parecchie analisi tecniche per le perizie Industria 4.0. Cio’ implica che sono spesso in contatto con:
- Aziende
- Macchine utensili ed altre tipologie di macchine
- Impianti industriali.
Ricordo che prima delle sanzioni le aziende produttrici puntavano molto al mercato russo. In effetti, ai russi piace molto la meccanica italiana.
In breve, subito dopo le sanzioni e contro-sanzioni: secondo i dati ICE del maggio 2015, il crollo dell’export di macchine utensili e’ stato pari al -66.3%

Il Decreto Dignita’
Per quanto riguarda l’Italia, c’e’ anche il Decreto Dignita’:
- Da circa un anno, l’agevolazione dell’iper-ammortamento non e’ piu’ applicabile per le macchine italiane esportate verso sussidiarie estere
- La ratio mi sfugge, visto che le macchine italiane sono prodotte in Italia.
Fatto sta, che ho come l’impressione che i governi europei non abbiano la benche’ minima comprensione dei problemi delle aziende.

LA POLITICA DEI PRINCIPI UCCIDE LA GEOPOLITICA E LE AZIENDE
Sanzioni: Iran
I fatti:
- Gli USA si sono ritirati dal trattato sul nucleare ed hanno applicato sanzioni contro l’Iran e le aziende ed i paesi che fanno affari con tale paese
- L’Unione Europea si era impegnata a proteggere le aziende che fanno affari con l’Iran. Questo, a patto che l’Iran continuasse a rispettare l’accordo.
- In pratica, dopo parecchi mesi l’Europa non ha fatto niente
- Infine, l’Iran ha abbandonato il trattato.
Le aziende europee ringraziano.

Ma insomma, cosa deve fare un imprenditore?
Evidentemente:
- L’intellighenzia europea non ha il benche’ minimo senso pratico.
- L’Unione Europea non e’ in grado di proteggere le proprie aziende. Leggi la propria fonte di reddito, la propria economia, i propri interessi.
Che dovrebbe fare, a questo punto, un imprenditore?
Qui, un’organizzazione importante parla solo di principi. Nel frattempo, la geopolitica va in vacanza e le aziende dell’export soffrono.
La situazione e’ tragica per le imprese: se domani Trump decide di imporre sanzioni a Brutopia – vedi i mitici Paperini – delle aziende europee chiudono. E nessuno fara’ niente.

LA SOLUZIONE ALLE SANZIONI? PRIVATIZZARE L’EXPORT
O l’imprenditore fa qualcosa, o l’export della sua azienda se ne va a Monza.
Impresa fallita. Personale a spasso.

L’alternativa?
Come ho spesso scritto, l’imprenditore deve fare impresa. In presenza di influenze straniere, gli organi politici non si schierano dalla sua parte? Deve darsi da fare e privatizzare export ed internazionalizzazione.
In breve, questo significa:
- Analisi geopolitiche, dei rischi, ecc.
- Sviluppo di una strategia aziendale dedicata
- Personale in gamba che sa muoversi nei mercati – e nelle realta’ geopolitiche – esteri.

Cosa significa?
Mi pare ovvio:
- Rivolgersi a professionisti esteri stagionati e “cazzuti” – non a societa’ di consulenza “grondanti” marketing
- Smettere di ascoltare le 1.000 sirene che cantano miracoli
- Investire seriamente – non solo in denaro ma anche in impegno e personale
- Cambiare totalmente mentalita’
- Avere fiducia in se’ stessi.

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Ps: in questo articolo faccio spesso dell’ironia.